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Tha blue cat – Neurodivergent Soul
Arte e Neurodivergenza alla galleria Triphè
Comunicato stampa
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La Galleria Triphé inaugura il 16 dicembre la mostra personale di “Tha Blue Cat”, presentando opere realizzate da un artista neurodivergente nello spettro autistico (sindrome di Asperger e ADHD). In merito alla scelta del nome, l’artista spiega che il gatto è metafora della condizione Asperger e il blu è il colore legato alla neurodivergenza. L'artista mantiene l'anonimato non per vezzo, ma per mandare un messaggio: il gatto blu è qualunque persona neurodivergente cerchi riscatto attraverso l’arte, poiché “non ti accetteranno per chi sei, ma per la maschera che porti, e io sono il gatto blu”. L’intenso slancio artistico avvicina il pubblico ad un "mondo diverso", quello della neurodivergenza, per ripensare la produzione estetica e i suoi dispositivi percettivi, fornendo nuovi strumenti cognitivi per leggere un nuovo mondo visivo.
Il gatto blu è figura simbolo, ricorrente nel tentativo di bilanciare la realtà sensoriale che talvolta disorienta l'artista. Al caos emozionale, Tha Blue Cat risponde con un filtro che rielabora il vissuto in un oscillare tra ipersensibilità e iperanaliticità. Il gatto è cardine (ora sullo sfondo, ora dietro una superficie) e raramente cerca di uscire dall'oscurità per poi ritirarsi nel vano tentativo di farsi ascoltare; lo sforzo non è essere normalizzato, ma solo riconosciuto. In questo oscillare di piani visivi, l'osservatore è stimolato a porsi domande su categorie come "naturale", "artificiale", "vicino" e "altro". I dettagli diventano struttura: tanti piccoli puntini e linee si intrecciano in un mapping che si trasforma in strategia estetica. La neurodivergenza diventa opportunità per rinegoziare l'identità visiva: in queste opere troviamo "topografie dell'anima" che suggeriscono un pensiero iperconnesso.
Il gatto blu sullo sfondo rimane l'ombra contemplativa di una mente che funziona a piccoli tasselli, pattern e logiche sottili. Le persone autistiche necessitano di ordine per cercare un mondo decodificabile privo di ambiguità; alla struttura cognitiva si affianca una parte emotiva controllata che non vuole sovrastare il mondo cognitivo. Tutto questo crea un’alterità e una distanza tale da generare una propria identità. Sulle linee che si dilatano, il gatto blu si posiziona con uno sguardo laterale e coglie ciò che si trova ai margini, che diventa così “nucleo di significato”. Nelle opere di Tha Blue Cat, il gatto nascosto è allegoria della complessa parte cognitiva Asperger; un mondo dove l'esterno sembra mascherato da un rigido rigore. L'artista dimostra la costante ricerca di aggiustamento interiore e come tutti debbano impegnarsi in una maggiore sensibilità, costante evoluzione dell'io.
Specialmente nelle opere della serie “Blue scares... but nothing to worry about”, il soggetto giace su un piano interno alla superficie del quadro, marcando una netta distanza col mondo esterno. Il rapporto con una realtà quasi aliena si svolge in una ritmicità di trauma e ricerca, contenimento e negazione. Queste ultime sono fisicamente illustrate da suture fatte con materiali di fortuna (filo nero, spille, fascette), usate come la colla sulle ferite in guerra per l'urgenza del momento. Qui, il taglio tipico di Fontana non si accontenta dello spazio in sé, non è solo un'apertura verso l'oltre. Tenta invece un rapporto bidirezionale, una tensione attiva tra l'osservatore e l'oggetto dell’osservazione. È una presa di coscienza da parte dell'osservatore: de facto, è quasi solo dal trauma raffigurato dalla ferita che si intravede la mente neurodivergente. Sono solo le ferite più larghe ad essere suturate, proprio per impedire una nuova dilatazione di reciproca incomprensione tra mente neurodivergente e realtà aliena, raffigurata da strato plastico.
Il gatto blu è figura simbolo, ricorrente nel tentativo di bilanciare la realtà sensoriale che talvolta disorienta l'artista. Al caos emozionale, Tha Blue Cat risponde con un filtro che rielabora il vissuto in un oscillare tra ipersensibilità e iperanaliticità. Il gatto è cardine (ora sullo sfondo, ora dietro una superficie) e raramente cerca di uscire dall'oscurità per poi ritirarsi nel vano tentativo di farsi ascoltare; lo sforzo non è essere normalizzato, ma solo riconosciuto. In questo oscillare di piani visivi, l'osservatore è stimolato a porsi domande su categorie come "naturale", "artificiale", "vicino" e "altro". I dettagli diventano struttura: tanti piccoli puntini e linee si intrecciano in un mapping che si trasforma in strategia estetica. La neurodivergenza diventa opportunità per rinegoziare l'identità visiva: in queste opere troviamo "topografie dell'anima" che suggeriscono un pensiero iperconnesso.
Il gatto blu sullo sfondo rimane l'ombra contemplativa di una mente che funziona a piccoli tasselli, pattern e logiche sottili. Le persone autistiche necessitano di ordine per cercare un mondo decodificabile privo di ambiguità; alla struttura cognitiva si affianca una parte emotiva controllata che non vuole sovrastare il mondo cognitivo. Tutto questo crea un’alterità e una distanza tale da generare una propria identità. Sulle linee che si dilatano, il gatto blu si posiziona con uno sguardo laterale e coglie ciò che si trova ai margini, che diventa così “nucleo di significato”. Nelle opere di Tha Blue Cat, il gatto nascosto è allegoria della complessa parte cognitiva Asperger; un mondo dove l'esterno sembra mascherato da un rigido rigore. L'artista dimostra la costante ricerca di aggiustamento interiore e come tutti debbano impegnarsi in una maggiore sensibilità, costante evoluzione dell'io.
Specialmente nelle opere della serie “Blue scares... but nothing to worry about”, il soggetto giace su un piano interno alla superficie del quadro, marcando una netta distanza col mondo esterno. Il rapporto con una realtà quasi aliena si svolge in una ritmicità di trauma e ricerca, contenimento e negazione. Queste ultime sono fisicamente illustrate da suture fatte con materiali di fortuna (filo nero, spille, fascette), usate come la colla sulle ferite in guerra per l'urgenza del momento. Qui, il taglio tipico di Fontana non si accontenta dello spazio in sé, non è solo un'apertura verso l'oltre. Tenta invece un rapporto bidirezionale, una tensione attiva tra l'osservatore e l'oggetto dell’osservazione. È una presa di coscienza da parte dell'osservatore: de facto, è quasi solo dal trauma raffigurato dalla ferita che si intravede la mente neurodivergente. Sono solo le ferite più larghe ad essere suturate, proprio per impedire una nuova dilatazione di reciproca incomprensione tra mente neurodivergente e realtà aliena, raffigurata da strato plastico.
16
dicembre 2025
Tha blue cat – Neurodivergent Soul
Dal 16 al 22 dicembre 2025
arte contemporanea
Location
Galleria Triphè
Roma, Via delle Fosse di Castello, 2, (RM)
Roma, Via delle Fosse di Castello, 2, (RM)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì 10-13 16-19
Sabato 10-13
Vernissage
16 Dicembre 2025, dalle 10.00 alle 20.00
Sito web
Autore
Curatore





