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The Mask is the Face
Una mostra che dialoga con il Carnevale Veneziano, ponendo interrogativi sulla natura del volto, della maschera e dell’identità stessa.
La maschera è un nascondiglio o un’autentica espressione del sé? Chi siamo davvero? E cosa riveliamo o celiamo dietro il nostro riflesso?
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La città di Venezia, con la sua storia intrecciata di riflessi, identità e metamorfosi, ospita la personale di Lavinia Fagiuoli, intitolata “The mask is the face”.
Una mostra che dialoga con il Carnevale Veneziano, ponendo interrogativi sulla natura del volto, della maschera e dell’identità stessa.
In mostra una ventina di opere tra tele e disegni, affiancate da un’installazione in specchio e accompagnate dai testi curati da Andrea Cristallini.
Il lavoro dell’artista si ispira alla celebre frase “The Mask is the Face” tratta dal saggio On Style (1965) di Susan Sontag, riproposto oggi in "Contro l’interpretazione". (Nottetempo).
La maschera è un nascondiglio o un’autentica espressione del sé? Chi siamo davvero? E cosa riveliamo o celiamo dietro il nostro riflesso?
VENEZIA E IL GIOCO DEI RIFLESSI
La mostra si radica profondamente nella città lagunare, luogo in cui l’identità si dissolve e si ricompone tra specchi d’acqua e superfici riflettenti.
Molti dei ritratti in mostra raffigurano persone, veneziane e non: ma chi sono davvero? Riconosceranno se stessi in queste opere?
Lo scrittore Iosif Brodskij, in Fondamenta degli incurabili (1989), affermava che a Venezia “si è ciò che si guarda”, suggerendo che la città stessa assorba chi la osserva. Un concetto che trova una sua risonanza nella storia dello specchio: proprio a Murano nacque il vetro specchiante moderno, rivoluzionando la percezione dell’immagine di sé.
Nel riflesso di uno specchio ci vediamo o ci perdiamo?
Jean Cocteau avvertiva che gli specchi “dovrebbero pensare di più prima di riflettere”: un monito che riecheggia nel percorso espositivo di Fagiuoli, invitando il pubblico a un’esperienza immersiva di riflessione e scoperta.
Una mostra che dialoga con il Carnevale Veneziano, ponendo interrogativi sulla natura del volto, della maschera e dell’identità stessa.
In mostra una ventina di opere tra tele e disegni, affiancate da un’installazione in specchio e accompagnate dai testi curati da Andrea Cristallini.
Il lavoro dell’artista si ispira alla celebre frase “The Mask is the Face” tratta dal saggio On Style (1965) di Susan Sontag, riproposto oggi in "Contro l’interpretazione". (Nottetempo).
La maschera è un nascondiglio o un’autentica espressione del sé? Chi siamo davvero? E cosa riveliamo o celiamo dietro il nostro riflesso?
VENEZIA E IL GIOCO DEI RIFLESSI
La mostra si radica profondamente nella città lagunare, luogo in cui l’identità si dissolve e si ricompone tra specchi d’acqua e superfici riflettenti.
Molti dei ritratti in mostra raffigurano persone, veneziane e non: ma chi sono davvero? Riconosceranno se stessi in queste opere?
Lo scrittore Iosif Brodskij, in Fondamenta degli incurabili (1989), affermava che a Venezia “si è ciò che si guarda”, suggerendo che la città stessa assorba chi la osserva. Un concetto che trova una sua risonanza nella storia dello specchio: proprio a Murano nacque il vetro specchiante moderno, rivoluzionando la percezione dell’immagine di sé.
Nel riflesso di uno specchio ci vediamo o ci perdiamo?
Jean Cocteau avvertiva che gli specchi “dovrebbero pensare di più prima di riflettere”: un monito che riecheggia nel percorso espositivo di Fagiuoli, invitando il pubblico a un’esperienza immersiva di riflessione e scoperta.
15
febbraio 2025
The Mask is the Face
Dal 15 febbraio al primo marzo 2025
personale
Location
Studio Inchiostro 6300
Venezia, Sestiere di Castello, 6300, (VE)
Venezia, Sestiere di Castello, 6300, (VE)
Orario di apertura
Da Martedi a Domenica 11-16
Vernissage
15 Febbraio 2025, 19:00
Ufficio stampa
Elena Scarpa
Autore
Autore testo critico




