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Trittico: Segno, Armonia, Rottura
La mostra si articola in un percorso espositivo diviso in tre parti nel quale saranno esposte le opere di Anne Delaby, Mustapha Raïth e Maurice Maréchal alias Momo.
Comunicato stampa
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Artist Promotion, struttura interamente dedicata alla promozione degli artisti emergenti in Italia ed in Francia, organizza la sua seconda mostra collettiva: “Trittico: Segno, Armonia, Rottura” di Tre Artisti Francesi presso la galleria Postart di Milano dal 1 al 29 luglio 2004, a cura di Amel Ferhat-Jenkins, storico dell’Arte e Responsabile Artistico.
La mostra si articola in un percorso espositivo diviso in tre parti nel quale saranno esposte le opere di Anne Delaby, Mustapha Raïth e Maurice Maréchal alias Momo.
La curatrice intende presentare i lavori più recenti degli artisti sopra elencati puntando sulle diverse forme di ricerche contemporanee del panorama artistico francese.
- Le opere di Mustapha Raïth mettono in scena un ordinamento di forme e colori che sembrano uscire da un caos a-temporale. La prospettiva viene invertita e la tela sembra guardare lo spettatore. Segni, ideogrammi, lettere e materia compongono l’universo di Mustapha Raïth. Una tensione vulcanica sorge dalle sue opere e ritma tutta la superficie del supporto utilizzato. Legno, tela…diventano un medium studiato appositamente per rendere le sonorità di questo mondo astratto e così poetico. Alla frontiera fra l’arte tribale e l’arte contemporanea, Mustapha Raïth usa il segno come forma plastica che partecipa all’elaborazione spaziale delle proprie opere. Quest’approccio artistico dimostra la volontà dell’artista di voler desacralizzare il segno togliendolo del suo contesto iniziatico per renderlo accessibile a tutti.
- Le opere di Anne Delaby ci invitano a meditare sul senso dei colori. L’artista esplora diverse strade plastiche in cui il lavoro in trasparenza dei colori e la scelta iconografica, tra il figurativo e l’astratto, partecipano all’elaborazione di una visione del mondo dove la spiritualità e la poesia si frequentano senza mai confondersi. Anne Delaby esercita l’Arteterapia, professione che la porta inevitabilmente a considerare la pittura come uno strumento di “cura” della mente e non del corpo. In quest’ottica, la sua pittura molto potente, e allo stesso tempo dolce, suscita da una parte una grande emozione e tranquillità e dall’altra costringe lo spettatore ad interrogarsi invitandolo a meditare sulla sua condizione. Per questo motivo possiamo sostenere che Anne Delaby, con le sue grandi qualità di colorista, ha saputo fare una sintesi fra il simbolismo ed il surrealismo in modo audace e poetico.
- Con Maurice Maréchal entriamo nei tormenti umani. A cavallo fra “L’Art Brut” e “L’Art Naïf” le sue opere in bianco e nero sono un manifesto della spontaneità. Le forme quasi casuali che dipinge su carta sembrano dei disegni di bambini. La forte gestualità che ne esce traduce una grande padronanza del tratto e soprattutto una volontà di usare un linguaggio plastico minimo per esprimere il massimo. La pseudo confusione che sembra regnare nei suoi disegni è un inno al dolore. Questa tematica è l’essenza della sua arte. La morte e la vita sono i due principi che caratterizzano il suo lavoro. L’uso del bianco e nero, due non colori, partecipano a questa messa in scena che si vuole trasgressiva e perturbante. La dimensione psicanalitica non può sfuggire allo spettatore. Eros e Thanatos si confrontano in continuazione per equilibrarsi ed alla fine annullarsi. Rimane la spontaneità del gesto come speranza di vita e come un inno alla resistenza.
La mostra si articola in un percorso espositivo diviso in tre parti nel quale saranno esposte le opere di Anne Delaby, Mustapha Raïth e Maurice Maréchal alias Momo.
La curatrice intende presentare i lavori più recenti degli artisti sopra elencati puntando sulle diverse forme di ricerche contemporanee del panorama artistico francese.
- Le opere di Mustapha Raïth mettono in scena un ordinamento di forme e colori che sembrano uscire da un caos a-temporale. La prospettiva viene invertita e la tela sembra guardare lo spettatore. Segni, ideogrammi, lettere e materia compongono l’universo di Mustapha Raïth. Una tensione vulcanica sorge dalle sue opere e ritma tutta la superficie del supporto utilizzato. Legno, tela…diventano un medium studiato appositamente per rendere le sonorità di questo mondo astratto e così poetico. Alla frontiera fra l’arte tribale e l’arte contemporanea, Mustapha Raïth usa il segno come forma plastica che partecipa all’elaborazione spaziale delle proprie opere. Quest’approccio artistico dimostra la volontà dell’artista di voler desacralizzare il segno togliendolo del suo contesto iniziatico per renderlo accessibile a tutti.
- Le opere di Anne Delaby ci invitano a meditare sul senso dei colori. L’artista esplora diverse strade plastiche in cui il lavoro in trasparenza dei colori e la scelta iconografica, tra il figurativo e l’astratto, partecipano all’elaborazione di una visione del mondo dove la spiritualità e la poesia si frequentano senza mai confondersi. Anne Delaby esercita l’Arteterapia, professione che la porta inevitabilmente a considerare la pittura come uno strumento di “cura” della mente e non del corpo. In quest’ottica, la sua pittura molto potente, e allo stesso tempo dolce, suscita da una parte una grande emozione e tranquillità e dall’altra costringe lo spettatore ad interrogarsi invitandolo a meditare sulla sua condizione. Per questo motivo possiamo sostenere che Anne Delaby, con le sue grandi qualità di colorista, ha saputo fare una sintesi fra il simbolismo ed il surrealismo in modo audace e poetico.
- Con Maurice Maréchal entriamo nei tormenti umani. A cavallo fra “L’Art Brut” e “L’Art Naïf” le sue opere in bianco e nero sono un manifesto della spontaneità. Le forme quasi casuali che dipinge su carta sembrano dei disegni di bambini. La forte gestualità che ne esce traduce una grande padronanza del tratto e soprattutto una volontà di usare un linguaggio plastico minimo per esprimere il massimo. La pseudo confusione che sembra regnare nei suoi disegni è un inno al dolore. Questa tematica è l’essenza della sua arte. La morte e la vita sono i due principi che caratterizzano il suo lavoro. L’uso del bianco e nero, due non colori, partecipano a questa messa in scena che si vuole trasgressiva e perturbante. La dimensione psicanalitica non può sfuggire allo spettatore. Eros e Thanatos si confrontano in continuazione per equilibrarsi ed alla fine annullarsi. Rimane la spontaneità del gesto come speranza di vita e come un inno alla resistenza.
01
luglio 2004
Trittico: Segno, Armonia, Rottura
Dal primo al 29 luglio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA POSTART
Milano, Via Pietro Giannone, 10, (Milano)
Milano, Via Pietro Giannone, 10, (Milano)
Orario di apertura
martedì - domenica 16.00 - 20.00
Vernissage
1 Luglio 2004, ore 16
Sito web
www.artistpromotion.it
Curatore