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Ugo Tapparini – E vissero… infelici e scontenti
Se le “profezie” sono sempre intriganti e misteriose, quelle di Tapparini furono piuttosto facili prefigurazioni, osservando fin dagli anni ’70 il trend dei comportamenti sociali e politici in materia di ambiente. E tuttavia la drammatica efficacia dei suoi dipinti nel rappresentare tra sarcasmo ed ironia il crescente degrado ambientale, non è bastato a correggere il nostro modus vivendi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 19 marzo 2016, alla Galleria L’Osanna di Nardò,
Il ciclo ecologico degli Anni ’70 di
UGO TAPPARINI
“E vissero… infelici e scontenti” a cura di Toti Carpentieri
Se le “profezie” sono sempre intriganti e misteriose, quelle di Tapparini furono piuttosto facili
prefigurazioni, osservando fin dagli anni ’70 il trend dei comportamenti sociali e politici in materia
di ambiente. E tuttavia la drammatica efficacia dei suoi dipinti nel rappresentare tra sarcasmo ed
ironia il crescente degrado ambientale, non è bastato a correggere il nostro modus vivendi.
Questo corpus di opere – scrive Toti Carpentieri che presenta la mostra – ri/attualizza nel solco
dell’allarme sociale raccolto dai media sulle tante criticità ambientali salentine, dalla questione
Castellino dell’arsenico e dell’amianto, a Cerano ed Ilva dell’ambiente svenduto, alle discariche di
Cavallino e Corigliano, alle trivelle e scarichi in mare, sollecitando riflessioni sul ruolo sociale
dell’artista (quasi fosse un antropologo -ἄνϑρωπος e λόγος- dell’anima) e sulla sua capacità di farsi
interprete delle angosce umane, captando le esigenze del tempo, e ... svelandole anticipando il
futuro, profeta di una società indolente.
Cosa, infatti, rappresentano questi dipinti che definiamo “ecologici”, popolati da corvi nerastri, da
fabbriche fumanti e da figure umane e non umane afflitte e sfigurate da maschere antigas?
Ben oltre la capacità di Ugo Tapparini, compagno di scrittura e di immagini per certi versi, di essere
un pittore dalle ben chiare evidenze cromatiche fredde contornate da un segno netto ed assoluto,
sempre più memore delle esperienze maturate nel giornalismo e nella scrittura rammentando Il
Selvaggio, Il Borghese e Pensiero nazionale e quindi Mino Maccari e Leo Longanesi, essi vogliono,
tra il grottesco e il paradossale, e in una sorta di controverismo, riconoscere all’arte la capacità della
denuncia sociale e della ri/affermazione della dignità umana. Pittore impegnato a raccontare,
sempre con taglio umoristico, tutto quanto si svolgeva intorno a lui, che diveniva esatta percezione
dell’essere.
Personalità frizzante, Tapparini ha spaziato dai giornali alla tv divenendo un volto celebre di
TeleLecceBarbano – ricorda Dino Levante sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 10/1 u.s. nel suo
omaggio all’artista di recente scomparso – con una grande cultura segnata dal rapporto amore/odio
con Carmelo Bene tra il ’55 ed il ’60 nella sua permanenza a Roma con Tonino Caputo ed Antonio
Massari e, tornato a Lecce, dai contatti con lo zio Vittorio Pagano.
La mostra resterà aperta sino al 20 aprile 2016
INAUGURAZIONE: 19 MARZO 2016 ORE 18,30
Il ciclo ecologico degli Anni ’70 di
UGO TAPPARINI
“E vissero… infelici e scontenti” a cura di Toti Carpentieri
Se le “profezie” sono sempre intriganti e misteriose, quelle di Tapparini furono piuttosto facili
prefigurazioni, osservando fin dagli anni ’70 il trend dei comportamenti sociali e politici in materia
di ambiente. E tuttavia la drammatica efficacia dei suoi dipinti nel rappresentare tra sarcasmo ed
ironia il crescente degrado ambientale, non è bastato a correggere il nostro modus vivendi.
Questo corpus di opere – scrive Toti Carpentieri che presenta la mostra – ri/attualizza nel solco
dell’allarme sociale raccolto dai media sulle tante criticità ambientali salentine, dalla questione
Castellino dell’arsenico e dell’amianto, a Cerano ed Ilva dell’ambiente svenduto, alle discariche di
Cavallino e Corigliano, alle trivelle e scarichi in mare, sollecitando riflessioni sul ruolo sociale
dell’artista (quasi fosse un antropologo -ἄνϑρωπος e λόγος- dell’anima) e sulla sua capacità di farsi
interprete delle angosce umane, captando le esigenze del tempo, e ... svelandole anticipando il
futuro, profeta di una società indolente.
Cosa, infatti, rappresentano questi dipinti che definiamo “ecologici”, popolati da corvi nerastri, da
fabbriche fumanti e da figure umane e non umane afflitte e sfigurate da maschere antigas?
Ben oltre la capacità di Ugo Tapparini, compagno di scrittura e di immagini per certi versi, di essere
un pittore dalle ben chiare evidenze cromatiche fredde contornate da un segno netto ed assoluto,
sempre più memore delle esperienze maturate nel giornalismo e nella scrittura rammentando Il
Selvaggio, Il Borghese e Pensiero nazionale e quindi Mino Maccari e Leo Longanesi, essi vogliono,
tra il grottesco e il paradossale, e in una sorta di controverismo, riconoscere all’arte la capacità della
denuncia sociale e della ri/affermazione della dignità umana. Pittore impegnato a raccontare,
sempre con taglio umoristico, tutto quanto si svolgeva intorno a lui, che diveniva esatta percezione
dell’essere.
Personalità frizzante, Tapparini ha spaziato dai giornali alla tv divenendo un volto celebre di
TeleLecceBarbano – ricorda Dino Levante sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 10/1 u.s. nel suo
omaggio all’artista di recente scomparso – con una grande cultura segnata dal rapporto amore/odio
con Carmelo Bene tra il ’55 ed il ’60 nella sua permanenza a Roma con Tonino Caputo ed Antonio
Massari e, tornato a Lecce, dai contatti con lo zio Vittorio Pagano.
La mostra resterà aperta sino al 20 aprile 2016
INAUGURAZIONE: 19 MARZO 2016 ORE 18,30
19
marzo 2016
Ugo Tapparini – E vissero… infelici e scontenti
Dal 19 marzo al 20 aprile 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA L’OSANNA
Nardò, Via Xx Settembre, 34, (Lecce)
Nardò, Via Xx Settembre, 34, (Lecce)
Vernissage
19 Marzo 2016, h 18.30
Autore
Curatore