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UPTO – fino a che punto ci si può spingere…
DcomeDesign, associazione impegnata nella promozione e diffusione della creatività femminile a livello internazionale, presenta la mostra dove la grandezza del pensiero innovativo si manifesta in ogni dimensione con gli eclettici progetti realizzati da 24 progettiste
Comunicato stampa
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In occasione della Milano Design Week 2024, DcomeDesign, associazione impegnata nella promozione e diffusione della creatività femminile a livello internazionale, presenta la mostra, UPTO - fino a che punto ci si può spingere… , dove la grandezza del pensiero innovativo si manifesta in ogni dimensione.
La mostra vuole essere un invito ad oltrepassare i confini del tradizionale rapporto tra funzione, forma e dimensione degli oggetti, superando i limiti della creatività e sfidando le convenzioni. Si propone come un'esperienza che va oltre gli standard della progettazione/produzione, esplorando un mondo di proporzioni audaci e inconsuete, dove oggetti di dimensioni “titaniche”, che catturano l’attenzione e suscitano meraviglia, e altri invece, di dimensioni molto piccole, che invitano lo spettatore a osservare i dettagli e cogliere il valore delle piccole cose, prendono vita grazie al talento di architette, designer, artiere.
UPTO - fino a che punto ci si può spingere… presenta una selezione eclettica di progetti realizzati da 24 progettiste: c’è chi ha scelto di presentare un prodotto sovradimensionato, un gesto che testimonia la propria affermazione in un’epoca dominata dalla massa di individui e da una società liquida che consuma velocemente. Il “titanismo” diventa un potente mezzo per richiamare l'attenzione sulla propria singolarità e unicità: "Io ci sono, guardatemi!”. Non da meno sono le progettiste che hanno voluto realizzare un oggetto infinitamente piccolo – il cosiddetto Gnat design – che celebra la maestria tecnica e l'attenzione ai dettagli, un invito a scoprire la bellezza nascosta nelle piccole cose, un'opportunità per esplorare tematiche profonde in modo delicato e sottile. Un progetto/prodotto “minuscolo” può anche rappresentare una forma di protesta contro la corsa all'iperconsumo e all'ipertrofia, offrendo un'alternativa sostenibile e riflessiva.
UPTO racconta donne dall’estro dirompente e poliedrico che si sono impegnate nella sfida di creare progetti e/o prodotti di dimensioni inconsuete, impiegando abilità tecniche, ingegno e coraggio. Il concetto di "fuori misura" - letteralmente UPTO significa "fino a" o "fino al punto di" - è una sfida progettuale che spinge a esplorare fino a che punto si può arrivare, un invito a superare le convenzioni, ad abbracciare l'innovazione e nuove possibilità creative.
Patrizia Sacchi (designer della comunicazione), ha progettato l’identità visiva e il manifesto di UPTO. Protagonista una bambina, sicura di sé, cammina verso una luce radiante: un grande cucchiaio il suo scettro. Simboleggia il potere creativo e la forza innovativa femminile. “Dal cucchiaio alla città” è reinterpretato a personificare la forza della creatività delle donne nell'arte di dare forma al mondo in una prospettiva green: dunque l’inventiva muliebre per costruire un futuro migliore, in armonia con la natura.
Antonella Ravagli, grande ceramista faentina che ci riporta all’alluvione che lo scorso anno ha sconvolto la Romagna, travolgendo anche il suo atelier, con Un gradino alla volta, a cui segue Maddalena D’Alfonso che con i suoi I paesaggi di Pallade offre al pubblico attraverso un oggetto d’arte la possibilità di un passaggio pubblico-privato, interno ed esterno unico nel suo genere. L’interior designer Mariacristina Giobbi e la designer della comunicazione Donatella Carollo hanno realizzato insieme VERO - lo specchio riflette e fa riflettere, un gioco che suggerisce infinite relazioni logiche ed emozionali mentre Silvia Labanti, designer floreale, con un “bozzolo”, Metamorphosis, apre una riflessione sul tema della realizzazione di oggetti di design ecosostenibili.. All’insegna della sostenibilità, ma non solo, anche il trolley Pop-Up di Chiara Caramelli, montabile e smontabile, dai dieci colori del made in Italy, individuati da Eliana Lorena.
Si aggiungono a questa articolata e multiforme esposizione, l’interessante e multisensoriale Nekkida, una lampada tutta per sé, della giovane lighting designer Lisa Marchesi; la “socievole” amaca fuori scala UpToSky di Ilaria Marelli e una “fontana” archetipo della figura femminile in Sorce3 di Claudia Mastrangelo. Susciterà la curiosità dei visitatori il progetto della giovanissima designer della comunicazione Lulla Pinto che, a partire dalla tradizione delle carte napoletane, ha realizzato Tarocchi degli ovetti e ancora I Grandi Ydra di Sabrina Sguanci, designer che ha scelto le terre, ed in questa occasione le terrecotte, come suo medium. Presenti alla mostra collettiva i progetti/prodotti di Veronica Abbate con la lampada LED a sospensione a luce diretta e indiretta Tensegrity Lamp_N01_Spider, LaVieEnRose di Carla Calvino, una grande poltrona – nido isolato dal caos per poterci ricollegare ritemprati con l’esterno. Ancora, Maria Teresa Dello Iacono (Mate), artista arte-terapeuta che fa riflettere con il suo RibaltinO, un appendiabiti all’insegna de “La diversità è un punto di vista!” e Big Sky, un tavolo fuorimisura della stilista e designer milanese Daniela Gerini, come fuorimisura anche Piscis table XL_ delle architette designer Anna Fresa e Antonella Venezia. Concludono questa panoramica Obscure Desire di Marina Iorio, che mette in mostra la tecnologia della realtà virtuale, il bronzo Salto di gioia di Ana Silvia Meier e l’opera delle textile designer Livia Sciorilli Borelli Uovo, una speranza di vita è una speranza per il futuro che lavora all’uncinetto e, realizzate a telaio, le Narrazioni Tessili di Livia Crispolti. Decisamente all’insegna del Gnat design, Dafne (o del bosco domestico) di Cristina Busnelli che contesta l’abolizione del superfluo e propone una casetta delle meraviglie dal tappeto/prato fiorito con alberi minuscoli arazzi, così come il micropaesaggio The king’s garden di Francesca Mo, dove si nasconde la corona del re. E ancora, all’insegna della miniaturizzazione, è Kairòs, l’innovativa proposta di Monica Pilenghi: un dispositivo per la difesa personale che può sembrare un gioiello: brevettato, miniaturizzata la componentistica elettronica, innovative e anallergiche le finiture.
Veronica Abbate, Cristina Busnelli, Carla Calvino, Chiara Caramelli, Donatella Carollo, Livia Crispolti, Maddalena D'Alfonso, Maria Teresa Dello Iacono (Mate), Anna Fresa, Daniela Gerini, Mariacristina Giobbi, Marina Iorio, Silvia Labanti, Lisa Marchesi, Ilaria Marelli, Claudia Mastrangelo, Ana Silvia Meier, Francesca Mo, Monica Pilenghi, Lulla Pinto, Antonella Ravagli, Livia Sciorilli Borrelli, Sabrina Sguanci, Antonella Venezia.
La mostra vuole essere un invito ad oltrepassare i confini del tradizionale rapporto tra funzione, forma e dimensione degli oggetti, superando i limiti della creatività e sfidando le convenzioni. Si propone come un'esperienza che va oltre gli standard della progettazione/produzione, esplorando un mondo di proporzioni audaci e inconsuete, dove oggetti di dimensioni “titaniche”, che catturano l’attenzione e suscitano meraviglia, e altri invece, di dimensioni molto piccole, che invitano lo spettatore a osservare i dettagli e cogliere il valore delle piccole cose, prendono vita grazie al talento di architette, designer, artiere.
UPTO - fino a che punto ci si può spingere… presenta una selezione eclettica di progetti realizzati da 24 progettiste: c’è chi ha scelto di presentare un prodotto sovradimensionato, un gesto che testimonia la propria affermazione in un’epoca dominata dalla massa di individui e da una società liquida che consuma velocemente. Il “titanismo” diventa un potente mezzo per richiamare l'attenzione sulla propria singolarità e unicità: "Io ci sono, guardatemi!”. Non da meno sono le progettiste che hanno voluto realizzare un oggetto infinitamente piccolo – il cosiddetto Gnat design – che celebra la maestria tecnica e l'attenzione ai dettagli, un invito a scoprire la bellezza nascosta nelle piccole cose, un'opportunità per esplorare tematiche profonde in modo delicato e sottile. Un progetto/prodotto “minuscolo” può anche rappresentare una forma di protesta contro la corsa all'iperconsumo e all'ipertrofia, offrendo un'alternativa sostenibile e riflessiva.
UPTO racconta donne dall’estro dirompente e poliedrico che si sono impegnate nella sfida di creare progetti e/o prodotti di dimensioni inconsuete, impiegando abilità tecniche, ingegno e coraggio. Il concetto di "fuori misura" - letteralmente UPTO significa "fino a" o "fino al punto di" - è una sfida progettuale che spinge a esplorare fino a che punto si può arrivare, un invito a superare le convenzioni, ad abbracciare l'innovazione e nuove possibilità creative.
Patrizia Sacchi (designer della comunicazione), ha progettato l’identità visiva e il manifesto di UPTO. Protagonista una bambina, sicura di sé, cammina verso una luce radiante: un grande cucchiaio il suo scettro. Simboleggia il potere creativo e la forza innovativa femminile. “Dal cucchiaio alla città” è reinterpretato a personificare la forza della creatività delle donne nell'arte di dare forma al mondo in una prospettiva green: dunque l’inventiva muliebre per costruire un futuro migliore, in armonia con la natura.
Antonella Ravagli, grande ceramista faentina che ci riporta all’alluvione che lo scorso anno ha sconvolto la Romagna, travolgendo anche il suo atelier, con Un gradino alla volta, a cui segue Maddalena D’Alfonso che con i suoi I paesaggi di Pallade offre al pubblico attraverso un oggetto d’arte la possibilità di un passaggio pubblico-privato, interno ed esterno unico nel suo genere. L’interior designer Mariacristina Giobbi e la designer della comunicazione Donatella Carollo hanno realizzato insieme VERO - lo specchio riflette e fa riflettere, un gioco che suggerisce infinite relazioni logiche ed emozionali mentre Silvia Labanti, designer floreale, con un “bozzolo”, Metamorphosis, apre una riflessione sul tema della realizzazione di oggetti di design ecosostenibili.. All’insegna della sostenibilità, ma non solo, anche il trolley Pop-Up di Chiara Caramelli, montabile e smontabile, dai dieci colori del made in Italy, individuati da Eliana Lorena.
Si aggiungono a questa articolata e multiforme esposizione, l’interessante e multisensoriale Nekkida, una lampada tutta per sé, della giovane lighting designer Lisa Marchesi; la “socievole” amaca fuori scala UpToSky di Ilaria Marelli e una “fontana” archetipo della figura femminile in Sorce3 di Claudia Mastrangelo. Susciterà la curiosità dei visitatori il progetto della giovanissima designer della comunicazione Lulla Pinto che, a partire dalla tradizione delle carte napoletane, ha realizzato Tarocchi degli ovetti e ancora I Grandi Ydra di Sabrina Sguanci, designer che ha scelto le terre, ed in questa occasione le terrecotte, come suo medium. Presenti alla mostra collettiva i progetti/prodotti di Veronica Abbate con la lampada LED a sospensione a luce diretta e indiretta Tensegrity Lamp_N01_Spider, LaVieEnRose di Carla Calvino, una grande poltrona – nido isolato dal caos per poterci ricollegare ritemprati con l’esterno. Ancora, Maria Teresa Dello Iacono (Mate), artista arte-terapeuta che fa riflettere con il suo RibaltinO, un appendiabiti all’insegna de “La diversità è un punto di vista!” e Big Sky, un tavolo fuorimisura della stilista e designer milanese Daniela Gerini, come fuorimisura anche Piscis table XL_ delle architette designer Anna Fresa e Antonella Venezia. Concludono questa panoramica Obscure Desire di Marina Iorio, che mette in mostra la tecnologia della realtà virtuale, il bronzo Salto di gioia di Ana Silvia Meier e l’opera delle textile designer Livia Sciorilli Borelli Uovo, una speranza di vita è una speranza per il futuro che lavora all’uncinetto e, realizzate a telaio, le Narrazioni Tessili di Livia Crispolti. Decisamente all’insegna del Gnat design, Dafne (o del bosco domestico) di Cristina Busnelli che contesta l’abolizione del superfluo e propone una casetta delle meraviglie dal tappeto/prato fiorito con alberi minuscoli arazzi, così come il micropaesaggio The king’s garden di Francesca Mo, dove si nasconde la corona del re. E ancora, all’insegna della miniaturizzazione, è Kairòs, l’innovativa proposta di Monica Pilenghi: un dispositivo per la difesa personale che può sembrare un gioiello: brevettato, miniaturizzata la componentistica elettronica, innovative e anallergiche le finiture.
Veronica Abbate, Cristina Busnelli, Carla Calvino, Chiara Caramelli, Donatella Carollo, Livia Crispolti, Maddalena D'Alfonso, Maria Teresa Dello Iacono (Mate), Anna Fresa, Daniela Gerini, Mariacristina Giobbi, Marina Iorio, Silvia Labanti, Lisa Marchesi, Ilaria Marelli, Claudia Mastrangelo, Ana Silvia Meier, Francesca Mo, Monica Pilenghi, Lulla Pinto, Antonella Ravagli, Livia Sciorilli Borrelli, Sabrina Sguanci, Antonella Venezia.
15
aprile 2024
UPTO – fino a che punto ci si può spingere…
Dal 15 al 21 aprile 2024
design
Location
FABBRICA DEL VAPORE
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Orario di apertura
15 aprile ore 14 - 20
16, 17 aprile ore 10 - 20
18,19,20 aprile ore 10 - 22
21 aprile ore 10 - 17
Vernissage
16 Aprile 2024, 18 - 20
Sito web
Ufficio stampa
Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication
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