Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Valentina De’Mathà – Album di famiglia
Galleria Allegra Ravizza è lieta di presentare “Album di Famiglia”, prima
esposizione personale dell’artista italo-svizzera Valentina De’ Mathà
(Avezzano, 1981) ospitata nella sede luganese della galleria.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
VALENTINA DE’MATHÀ
ALBUM DI FAMIGLIA
A cura di Giuliana Montrasio & Beatrice Zanello
GALLERIA ALLEGRA RAVIZZA
25 Febbraio-30 Maggio 2025
OPENING
Martedì 25 febbraio, ore 17.00-20.00
Piazza Cioccaro 11, LUGANO
aperta su appuntamento (art@allegraravizza.com)
Galleria Allegra Ravizza è lieta di presentare “Album di Famiglia”, prima
esposizione personale dell’artista italo-svizzera Valentina De’ Mathà
(Avezzano, 1981) ospitata nella sede luganese della galleria.
La mostra inaugurerà martedì 25 febbraio alle ore 17.00 nella nuova sede in
Piazza Cioccaro 11, Lugano, alla presenza dell’artista e resterà aperta al
pubblico fino al 30 maggio 2025.
In mostra saranno esposte una ventina di opere dell’artista, alcune realizzate
appositamente per questa personale, legate tra loro dal medesimo fil rouge:
la memoria, il ricordo emozionale e l’inconscio collettivo.
L’arte di Valentina De’ Mathà, abruzzese di nascita e ticinese di adozione,
mira a esplorare la condizione umana e il concetto di memoria sia individuale
sia collettiva in modo intimo e delicato. In mostra sono presentate due serie di
lavori: gli “Entanglement”, arazzi di carta fotosensibile raffinatamente
intrecciata e cucita a mano, e la serie “Album di famiglia”, poliesteri
emulsionati e poi dipinti in camera oscura attraverso sovrapposizioni
sperimentali ed imprevedibili di sostanze chimiche. In entrambe emerge
chiaramente il lavoro intimista e introspettivo dell’artista che omaggia la
fotografia e la tessitura come pratiche quotidiane e costanti del ricordare e del
tramandare.
Le opere in mostra sono astratte narrazioni di uno stato emozionale, racconti
evocativi di memorie e reminiscenze familiari. L’artista immagina album di
famiglia, pagine di diario fitte di storie personali e intime confessioni e,
ancora, libri come contenitori di memorie: “Ho voluto parlare dello stato
emozionale che si prova riguardando le immagini del passato raccolte
negli album di famiglia. È il ricordo che emerge dall’inconscio.
Queste opere parlano di una memoria più emozionale che visiva: ho
immaginato che fossero come dei rullini, dei negativi fotografici
evanescenti e sbiaditi come spesso sono i contorni di certi ricordi
mentre restano ben delineati alcuni dettagli che riemergono
dall’inconscio”. La fluidità dei ricordi, l’imprevedibilità della memoria
inconscia e le sue sfaccettature sono figurate dall’artista in un gioco di
trasparenza e lucentezza che muta con l’ambiente circostante, in una
continua ricerca di luce. Attraverso i chiaroscuri, gli intrecci e le pieghe della
carta, la luce scorre fluida sull’opera permeandola di duttile brillantezza e
variandone i riflessi e le forme. In costante metamorfosi, le opere vivono e
cambiano come eco della mutevolezza del mondo, dei
sentimenti e della psiche.
Da sempre fortemente affascinata dalla pittura, il protagonismo e l’utilizzo
della luce di Valentina De’ Mathà si ispirano alle serie di quadri impressionisti
in cui il medesimo soggetto veniva più volte rappresentato al variare
dell’intensità della luce solare: “Se Monet cercava di fermare un attimo
dipingendo l’incidenza della luce in diverse ore del giorno sullo stesso
soggetto, le mie opere hanno la stessa funzione, ossia la ricerca di luce,
ma nel mio caso nulla viene bloccato, è l’opera stessa a cambiare e
reagire in base alla luce che la illumina, all’ambiente circostante, al
fruitore che si riflette e si somma ad essa creando sempre una forma
altra”. Con l’Impressionismo condivide anche la poetica dell’attimo fuggente,
secondo cui ciò che ci circonda è in perenne movimento e in continuo
divenire: la luce varia ad ogni istante modificando gli oggetti che si spostano
nello spazio alterandosi in uno stato mai definitivo. È l’idea della mutevolezza,
dello scorrere del
tempo nello spazio fisico e mnemonico, della luce che evolve, della fluidità
delle forme che via via perdono definizione per dar risalto all’impressione e
all’emozione.
Fortemente ispirata dal filosofo e antropologo svizzero Carl Gustav
Jung (1875-1961), una delle principali figure intellettuali del pensiero
psicologico e psicoanalitico, Valentina De’ Mathà abbandona le forme reali
per immergersi nell’inconscio e nella memoria sia individuali che collettivi.
Come teorizzato da Jung, esistono infatti nell’essere umano una serie di
memorie emozionali che emergono da un inconscio collettivo attraverso
immagini simboliche ed evocative. Si tratta di una serie di ricordi e
reminiscenze arcaiche e primitive, di impronte tramandate da un
inconscio comune che chiedono di essere interpretate affinché la
memoria individuale possa dipanarsi e ricostruirsi. Queste tracce,
sebbene profondamente recondite, possono emergere in varie forme
quali il sogno, l’arte o la mitologia permettendo al ricordo di divenire
una possibile via d’accesso alla saggezza ancestrale e dunque al
conseguente processo di individualizzazione.
Individuo e collettività dunque coesistono nelle opere di Valentina De’ Mathà
che delinea un viaggio in esplorazione della memoria intrecciando e
accostando elementi individuali, collettivi e inconsci mediante stati emozionali
ed onirici.
I medium e le tecniche utilizzate -la fotografia, la carta e la tessitura-
rispecchiano una precisa scelta dell’artista che mira a mantenere una forte
coerenza tra la poetica artistico-concettuale e la modalità espressiva.
Le opere sono realizzate in camera oscura attraverso una serie di
procedimenti chimici sperimentali volutamente non del tutto controllati
(come incontrollabile è l’inconscio) in modo da ampliare le possibilità di
creazione ed evitare una limitata calibrazione del segno. In questo modo
l’artista non circoscrive la propria narrazione ad una lettura univoca ma
utilizza l’imprevedibilità per rivolgersi all’universale. Questo processo
richiama la psicoanalisi dell’onirico: “Quando si sogna si smargina la
causalità, si smargina il principio di non contraddizione, di spazio-tempo e si
annulla il nostro Io” (U. Galimberti).
Rivelandosi fin dalla giovane età una fotografa compulsiva, la carta
fotosensibile è scelta e utilizzata da Valentina De’ Mathà in modo
paradossale: se da una parte infatti è un mezzo che comunemente viene
usato per imprimere e definire i propri ricordi, dall’altra permette di
sperimentare l’indefinibile grazie alla sua capacità di reagire alle sostanze
chimiche e alla luce in maniera imprevista e inattesa. Attraverso questa
tecnica lavorativa, Valentina De’ Mathà utilizza la casualità per smarginare
la causalità, distruggendo quella ossessiva barriera di controllo insita
nel cervello umano.
“Album di Famiglia” è un racconto intimo ed emozionale che si snoda tra
arazzi, sculture e carte emulsionate in cui i vasti colori e la luce che li pervade
si intrecciano e alternano in un ponderato equilibrio di contrasti.
Valentina De’Mathà
Avezzano, 14 aprile 1981
È un’artista italo-svizzera, vive e lavora in Ticino.
Le sue opere sono state esposte in sedi internazionali, tra cui: Stadt Galerie
Brixen, Bressanone, IT (2025), OHSH Projects, Londra, UK (2024),
Consolato Generale di Italia a Lugano, CH (2024), Palazzo Reale, Milano, IT
(2022), Residenza dell’Ambasciata d’Italia a Berna, CH (2022), Macro Asilo-
Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma, IT (2019), Pasinger Fabrik,
Monaco di Baviera, DE (2019), Art on Paper New York, USA (2016), Miami
Project Art Fair, USA (2015), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino,
IT (2015), Fondazione Cini, Venezia, IT (2015), Museo Antinum, Civita
D’Antino, IT (2015), PAV-Parco Arte Vivente, Centro d’Arte Contemporanea,
Torino, IT (2014), Limonaia di Villa Saroli, Museo d’Arte di Lugano, CH
(2013), MLAC, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Roma, IT (2012),
Palazzo Farnese, Ambasciata di Francia, Roma, IT (2012), Nappe
dell’Arsenale, Venezia, IT (2012), 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia /
Abruzzo, IT (2011).
È stata finalista e vincitrice di diversi premi d’arte, tra cui: 21°Premio Cairo
(2022), Art Rights (2021), Premio San Fedele 2013_14 (2014), 6°
International Art Prize Arte Laguna (2012), Premio Terna (2009).
Nel 2025 ha inizio la sua collaborazione con la Galleria Allegra Ravizza.
ALBUM DI FAMIGLIA
A cura di Giuliana Montrasio & Beatrice Zanello
GALLERIA ALLEGRA RAVIZZA
25 Febbraio-30 Maggio 2025
OPENING
Martedì 25 febbraio, ore 17.00-20.00
Piazza Cioccaro 11, LUGANO
aperta su appuntamento (art@allegraravizza.com)
Galleria Allegra Ravizza è lieta di presentare “Album di Famiglia”, prima
esposizione personale dell’artista italo-svizzera Valentina De’ Mathà
(Avezzano, 1981) ospitata nella sede luganese della galleria.
La mostra inaugurerà martedì 25 febbraio alle ore 17.00 nella nuova sede in
Piazza Cioccaro 11, Lugano, alla presenza dell’artista e resterà aperta al
pubblico fino al 30 maggio 2025.
In mostra saranno esposte una ventina di opere dell’artista, alcune realizzate
appositamente per questa personale, legate tra loro dal medesimo fil rouge:
la memoria, il ricordo emozionale e l’inconscio collettivo.
L’arte di Valentina De’ Mathà, abruzzese di nascita e ticinese di adozione,
mira a esplorare la condizione umana e il concetto di memoria sia individuale
sia collettiva in modo intimo e delicato. In mostra sono presentate due serie di
lavori: gli “Entanglement”, arazzi di carta fotosensibile raffinatamente
intrecciata e cucita a mano, e la serie “Album di famiglia”, poliesteri
emulsionati e poi dipinti in camera oscura attraverso sovrapposizioni
sperimentali ed imprevedibili di sostanze chimiche. In entrambe emerge
chiaramente il lavoro intimista e introspettivo dell’artista che omaggia la
fotografia e la tessitura come pratiche quotidiane e costanti del ricordare e del
tramandare.
Le opere in mostra sono astratte narrazioni di uno stato emozionale, racconti
evocativi di memorie e reminiscenze familiari. L’artista immagina album di
famiglia, pagine di diario fitte di storie personali e intime confessioni e,
ancora, libri come contenitori di memorie: “Ho voluto parlare dello stato
emozionale che si prova riguardando le immagini del passato raccolte
negli album di famiglia. È il ricordo che emerge dall’inconscio.
Queste opere parlano di una memoria più emozionale che visiva: ho
immaginato che fossero come dei rullini, dei negativi fotografici
evanescenti e sbiaditi come spesso sono i contorni di certi ricordi
mentre restano ben delineati alcuni dettagli che riemergono
dall’inconscio”. La fluidità dei ricordi, l’imprevedibilità della memoria
inconscia e le sue sfaccettature sono figurate dall’artista in un gioco di
trasparenza e lucentezza che muta con l’ambiente circostante, in una
continua ricerca di luce. Attraverso i chiaroscuri, gli intrecci e le pieghe della
carta, la luce scorre fluida sull’opera permeandola di duttile brillantezza e
variandone i riflessi e le forme. In costante metamorfosi, le opere vivono e
cambiano come eco della mutevolezza del mondo, dei
sentimenti e della psiche.
Da sempre fortemente affascinata dalla pittura, il protagonismo e l’utilizzo
della luce di Valentina De’ Mathà si ispirano alle serie di quadri impressionisti
in cui il medesimo soggetto veniva più volte rappresentato al variare
dell’intensità della luce solare: “Se Monet cercava di fermare un attimo
dipingendo l’incidenza della luce in diverse ore del giorno sullo stesso
soggetto, le mie opere hanno la stessa funzione, ossia la ricerca di luce,
ma nel mio caso nulla viene bloccato, è l’opera stessa a cambiare e
reagire in base alla luce che la illumina, all’ambiente circostante, al
fruitore che si riflette e si somma ad essa creando sempre una forma
altra”. Con l’Impressionismo condivide anche la poetica dell’attimo fuggente,
secondo cui ciò che ci circonda è in perenne movimento e in continuo
divenire: la luce varia ad ogni istante modificando gli oggetti che si spostano
nello spazio alterandosi in uno stato mai definitivo. È l’idea della mutevolezza,
dello scorrere del
tempo nello spazio fisico e mnemonico, della luce che evolve, della fluidità
delle forme che via via perdono definizione per dar risalto all’impressione e
all’emozione.
Fortemente ispirata dal filosofo e antropologo svizzero Carl Gustav
Jung (1875-1961), una delle principali figure intellettuali del pensiero
psicologico e psicoanalitico, Valentina De’ Mathà abbandona le forme reali
per immergersi nell’inconscio e nella memoria sia individuali che collettivi.
Come teorizzato da Jung, esistono infatti nell’essere umano una serie di
memorie emozionali che emergono da un inconscio collettivo attraverso
immagini simboliche ed evocative. Si tratta di una serie di ricordi e
reminiscenze arcaiche e primitive, di impronte tramandate da un
inconscio comune che chiedono di essere interpretate affinché la
memoria individuale possa dipanarsi e ricostruirsi. Queste tracce,
sebbene profondamente recondite, possono emergere in varie forme
quali il sogno, l’arte o la mitologia permettendo al ricordo di divenire
una possibile via d’accesso alla saggezza ancestrale e dunque al
conseguente processo di individualizzazione.
Individuo e collettività dunque coesistono nelle opere di Valentina De’ Mathà
che delinea un viaggio in esplorazione della memoria intrecciando e
accostando elementi individuali, collettivi e inconsci mediante stati emozionali
ed onirici.
I medium e le tecniche utilizzate -la fotografia, la carta e la tessitura-
rispecchiano una precisa scelta dell’artista che mira a mantenere una forte
coerenza tra la poetica artistico-concettuale e la modalità espressiva.
Le opere sono realizzate in camera oscura attraverso una serie di
procedimenti chimici sperimentali volutamente non del tutto controllati
(come incontrollabile è l’inconscio) in modo da ampliare le possibilità di
creazione ed evitare una limitata calibrazione del segno. In questo modo
l’artista non circoscrive la propria narrazione ad una lettura univoca ma
utilizza l’imprevedibilità per rivolgersi all’universale. Questo processo
richiama la psicoanalisi dell’onirico: “Quando si sogna si smargina la
causalità, si smargina il principio di non contraddizione, di spazio-tempo e si
annulla il nostro Io” (U. Galimberti).
Rivelandosi fin dalla giovane età una fotografa compulsiva, la carta
fotosensibile è scelta e utilizzata da Valentina De’ Mathà in modo
paradossale: se da una parte infatti è un mezzo che comunemente viene
usato per imprimere e definire i propri ricordi, dall’altra permette di
sperimentare l’indefinibile grazie alla sua capacità di reagire alle sostanze
chimiche e alla luce in maniera imprevista e inattesa. Attraverso questa
tecnica lavorativa, Valentina De’ Mathà utilizza la casualità per smarginare
la causalità, distruggendo quella ossessiva barriera di controllo insita
nel cervello umano.
“Album di Famiglia” è un racconto intimo ed emozionale che si snoda tra
arazzi, sculture e carte emulsionate in cui i vasti colori e la luce che li pervade
si intrecciano e alternano in un ponderato equilibrio di contrasti.
Valentina De’Mathà
Avezzano, 14 aprile 1981
È un’artista italo-svizzera, vive e lavora in Ticino.
Le sue opere sono state esposte in sedi internazionali, tra cui: Stadt Galerie
Brixen, Bressanone, IT (2025), OHSH Projects, Londra, UK (2024),
Consolato Generale di Italia a Lugano, CH (2024), Palazzo Reale, Milano, IT
(2022), Residenza dell’Ambasciata d’Italia a Berna, CH (2022), Macro Asilo-
Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma, IT (2019), Pasinger Fabrik,
Monaco di Baviera, DE (2019), Art on Paper New York, USA (2016), Miami
Project Art Fair, USA (2015), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino,
IT (2015), Fondazione Cini, Venezia, IT (2015), Museo Antinum, Civita
D’Antino, IT (2015), PAV-Parco Arte Vivente, Centro d’Arte Contemporanea,
Torino, IT (2014), Limonaia di Villa Saroli, Museo d’Arte di Lugano, CH
(2013), MLAC, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Roma, IT (2012),
Palazzo Farnese, Ambasciata di Francia, Roma, IT (2012), Nappe
dell’Arsenale, Venezia, IT (2012), 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia /
Abruzzo, IT (2011).
È stata finalista e vincitrice di diversi premi d’arte, tra cui: 21°Premio Cairo
(2022), Art Rights (2021), Premio San Fedele 2013_14 (2014), 6°
International Art Prize Arte Laguna (2012), Premio Terna (2009).
Nel 2025 ha inizio la sua collaborazione con la Galleria Allegra Ravizza.
25
febbraio 2025
Valentina De’Mathà – Album di famiglia
Dal 25 febbraio al 30 maggio 2025
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALLEGRA RAVIZZA
Lugano, piazza Cioccaro, 11, (Lugano)
Lugano, piazza Cioccaro, 11, (Lugano)
Orario di apertura
aperta su appuntamento (art@allegraravizza.com)
Piazza Cioccaro 11, LUGANO
Vernissage
25 Febbraio 2025, ore 17:00-20:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico







