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Voltz with Sofia DImitrova
Sofia Dimitrova-
La mia arte esplora femminilità, trauma e identità, con focus sulla salute femminile. Attraverso materiali tradizionali e simboli corporei come acqua e sale, trasformo esperienze personali in narrazioni visive che celebrano la resilienza e denunciano lo stigma del dolore.
Comunicato stampa
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Dichiarazione d’artista – Sofia Dimitrova**
La mia ricerca visiva esplora le complesse dimensioni della femminilità, del trauma e dell’identità, con un’attenzione particolare alla salute femminile e alle battaglie silenziose che si combattono all’interno dei nostri corpi. Affascinata da come il trauma si immagazzina e trasforma i nostri paesaggi interiori, la mia arte riflette un percorso profondamente personale di guarigione. Utilizzo materiali tradizionali come inchiostro, carbone e pittura per catturare l’equilibrio tra vulnerabilità e forza.
Traggo ispirazione dai movimenti femministi, dalle filosofie legate all’autonomia corporea e dalle mie stesse esperienze, creando narrazioni visive che esplorano la memoria e la resilienza del corpo. Nella mia pratica, i corpi diventano contenitori emotivi, sospesi tra stati di decadimento e fioritura, riflettendo il continuo fluire dell’esistenza.
Acqua e sale, elementi essenziali nel mio processo, richiamano la loro presenza nel corpo umano e simboleggiano come il dolore ci trasformi, sia fisicamente che emotivamente. L’incidente e l’abbandono hanno un ruolo centrale: la permanenza dell’inchiostro secco parla dell’irreversibilità del passato, catturando momenti che non possono essere cancellati—così come spesso la medicina ignora o minimizza il dolore femminile.
Dopo oltre vent’anni vissuti con l’adenomiosi e un lungo senso di alienazione dal mio stesso corpo, trasformo queste esperienze in arte, utilizzando tessuti che evocano ambienti ospedalieri e disegni viscerali, carichi di emozione. Cresciuta come emigrata da un paese post-sovietico, il mio senso di appartenenza è sempre stato in trasformazione—proprio come i temi che affronto nel mio lavoro.
La mia opera invita lo spettatore a intraprendere un viaggio radicato nella forma femminile—punto di partenza dell’esistenza umana. Cerco di evocare resilienza e, allo stesso tempo, mettere in discussione le percezioni dominanti sulla malattia cronica e lo stigma che spesso la circonda. Il corpo femminile, insieme intimo e universale, diventa un contenitore di memorie personali e collettive. Rappresentando le donne come figure centrali, intendo sfidare le narrazioni che ne marginalizzano le esperienze e celebrarne invece la forza. Ogni opera si compone come un frammento di esperienza vissuta, stratificato tra vulnerabilità ed empowerment.
La mia ricerca visiva esplora le complesse dimensioni della femminilità, del trauma e dell’identità, con un’attenzione particolare alla salute femminile e alle battaglie silenziose che si combattono all’interno dei nostri corpi. Affascinata da come il trauma si immagazzina e trasforma i nostri paesaggi interiori, la mia arte riflette un percorso profondamente personale di guarigione. Utilizzo materiali tradizionali come inchiostro, carbone e pittura per catturare l’equilibrio tra vulnerabilità e forza.
Traggo ispirazione dai movimenti femministi, dalle filosofie legate all’autonomia corporea e dalle mie stesse esperienze, creando narrazioni visive che esplorano la memoria e la resilienza del corpo. Nella mia pratica, i corpi diventano contenitori emotivi, sospesi tra stati di decadimento e fioritura, riflettendo il continuo fluire dell’esistenza.
Acqua e sale, elementi essenziali nel mio processo, richiamano la loro presenza nel corpo umano e simboleggiano come il dolore ci trasformi, sia fisicamente che emotivamente. L’incidente e l’abbandono hanno un ruolo centrale: la permanenza dell’inchiostro secco parla dell’irreversibilità del passato, catturando momenti che non possono essere cancellati—così come spesso la medicina ignora o minimizza il dolore femminile.
Dopo oltre vent’anni vissuti con l’adenomiosi e un lungo senso di alienazione dal mio stesso corpo, trasformo queste esperienze in arte, utilizzando tessuti che evocano ambienti ospedalieri e disegni viscerali, carichi di emozione. Cresciuta come emigrata da un paese post-sovietico, il mio senso di appartenenza è sempre stato in trasformazione—proprio come i temi che affronto nel mio lavoro.
La mia opera invita lo spettatore a intraprendere un viaggio radicato nella forma femminile—punto di partenza dell’esistenza umana. Cerco di evocare resilienza e, allo stesso tempo, mettere in discussione le percezioni dominanti sulla malattia cronica e lo stigma che spesso la circonda. Il corpo femminile, insieme intimo e universale, diventa un contenitore di memorie personali e collettive. Rappresentando le donne come figure centrali, intendo sfidare le narrazioni che ne marginalizzano le esperienze e celebrarne invece la forza. Ogni opera si compone come un frammento di esperienza vissuta, stratificato tra vulnerabilità ed empowerment.
04
luglio 2025
Voltz with Sofia DImitrova
Dal 04 al 05 luglio 2025
arte contemporanea
arti performative
design
arti performative
design
Location
Bonfim Club
Genova, Passeggiata Anita Garibaldi, 27r, (GE)
Genova, Passeggiata Anita Garibaldi, 27r, (GE)
Orario di apertura
Aprertura dalle 16:00
Sito web
Autore
Produzione organizzazione





