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Walter MAC Mazzieri – Sulle onde ricamate della Memoria
Mostra antologica di opere a olio, acquerello, ceramica e scultura 1962-1997
Comunicato stampa
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Il 26 luglio alle ore 11,00 si inaugura nelle sale del piano nobile di Palazzo Santo Stefano (Museo e sede istituzionale della Provincia, nella centralissima Piazza Antenore 3) una grande mostra dedicata a questo grandissimo artista italiano, prematuramente scomparso a soli 51 anni nel 1998. Un ragazzo nato e vissuto tra i monti di Pavullo nel Frignano (MO), che scelse di parlare coi suoi colori, i suoi bizzarri personaggi e i suoi versi e che ottenne grande successo in vita, un gran numero di mostre personali in Italia e in Europa e innumerevoli lusinghiere recensioni, tra cui basti citare quella di Dino Buzzati, pittore a sua volta, oltre che scrittore e penna del Corriere.
Buzzati nelle “Cronache Fantastiche” scrisse dei sogni. Queste sue parole si adattano perfettamente alla pittura di MAC: “Sapeva dare vita ai sogni sapeva far uscire le paure dai nostri scrigni più segreti; conosceva il modo di arrivare all’anima dell’uomo”. Ma Walter non voleva suscitare paura, anzi probabilmente voleva esorcizzarla. Nei suoi personaggi si incontrano richiami al “surrealismo padano”, alla metafisica, al gigantismo dei messicani, ma anche richiami colti che vanno da Bosch a Parmigianino, dalla scultura romanica modenese di Wiligelmo a Correggio. Ma pur avendo assimilato tutti questi linguaggi, Walter ne elabora uno totalmente personale, unico ed originale, completamente diverso da quello di qualunque altro artista passato o contemporaneo.
MAC lavora sulla materia viva del ricordo, sulla memoria e sul senso di metamorfosi, perché la memoria cambia come noi cambiamo a seguito delle esperienze della nostra vita. Ma un punto fermo è necessario e MAC lo trovò nelle radici, nel suo spiritus loci, e nella forza della vita. Perché ciò che emana dalle sue grandi tele, grazie alla dirompente potenza cromatica e alla perfezione tecnica, è la misteriosa comunione tra l’Uomo e la Natura, tra il sogno e il reale, quella coesistenza di forze del bene e del male che muove l’universo. Nei due anni trascorsi a Venezia (1984-5) MAC vive il suo “periodo blu”, struggente, sognante, nostalgico. Poi, come rinfrancato nella sua ricerca, torna al colore pieno, ai suoi personaggi che sfidano le leggi della razionalità e spalancano una porta alla fantasia, alla libertà assoluta. I richiami sessuali, presenti giocosamente in tante tele, sono un inno alla vita, a una vitalità atavica, scevra da moralismi poiché scevra da malizia. Il gioco della vita, ora prepotente ora malinconico, è fatto di incontri con l’altro (gli arabi e i minareti), di dialogo con gli elementi naturali (rocce, animali, nuvole, alberi, onde), di amicizia (le opere dedicate all’amico scultore Biolchini). Per elaborare ciò che siamo, ciò che ci muove dentro, ciò che il linguaggio corrente non basta ad esprimere, MAC inventa un linguaggio tutto suo, un linguaggio che parla a tanti livelli, consci ed inconsci. La scena erompe dalla tela, che nonostante le enormi dimensioni sembra non bastare mai, si illumina di colori che non hanno nulla di reale eppure sono vivi e parlano, arriva in angoli reconditi del nostro subconscio, dove ognuno di noi ha il cassetto dei ricordi, delle emozioni, delle cose non dette, delle paure dell’infanzia e quello dei sogni.
MAC sapeva sognare. Sognava ad occhi aperti quando camminava nei boschi e quando viaggiava. Sognava quando scriveva poesie, sognava quando lavorava per mesi con precisione impressionante ad una tela.
Nel 2024 si è celebrato il centenario del Manifesto del Surrealismo. Corrente che ha rappresentato una delle vette più alte della pittura del Novecento. Eccellenti mostre l’hanno rivisitata, a Milano, alla Magnani Rocca, a Roma, ecc. Nello spirito delle mostre tenutesi a Palazzo Santo Stefano a Padova nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo voluto realizzare un approfondimento che raccontasse come la grande lezione che va da Ernst a Magritte, da Savinio a Dalì, ad un certo punto sia diventata altro: un percorso totalmente originale, scevro da mentalismi, lontanissimo dalla scrittura automatica ma assai più vicino alla poesia e alla musica. Perché MAC era un pittore poeta, un animo capace di parlare con la Natura dandole sempre la dignità di essere vivente, capace di guardare alla contemporaneità (tra il 1968 e il 1978 la storia italiana attraversa uno dei suoi momenti più difficili) con occhio diverso da chiunque altro. Parallelamente, nel catalogo della mostra abbiamo voluto inserire un approfondimento sulla musica prog italiana. Quattro opere di MAC (una delle quali è in mostra) divennero le celebri copertine per Le Orme, ma in quel decennio furono molti i gruppi che accostarono arte e grande musica nei loro LP. Partendo dai King Crimson, che diedero il via a questo genere musicale, passando per Mario Schifano, Lanfranco, Pazienza, per arrivare a Emilio Locurcio.
Ma MAC è stato un unicum. Talmente geniale che merita di essere riscoperto e celebrato. Ha iniziato Modena, da dove la sua carriera partì e dove l’amico e curatore storico Michele Fuoco da decenni ne custodisce e trasmette la memoria, e siamo orgogliosi di proseguire a Padova, città d’arte, di siti UNESCO e di grandi mostre. Questa grande retrospettiva, che include oltre 60 opere, è stata resa possibile dalla dedizione di Melania, figlia di MAC, che da anni si adopera per far conoscere l’arte di quel babbo così geniale, scomparso troppo presto. MAC che negli ultimi anni, dopo le oltre 70 opere dedicate all’amico scultore Biolchini, stava lavorando ad un grande ciclo dedicato all’Odissea. Ulisse egli stesso, che varcò le colonne d’Ercole dei monti del Frignano per vedere il mondo e l’arte dei grandi musei, che solcò l’oceano della fantasia, per tornare però sempre alla sua Itaca, alle sue radici: la moglie Aurora, la loro bambina, i boschi e gli animali familiari, le radici.
Vi invitiamo a scoprire la meraviglia, lo stupore e la poesia delle opere di questo artista italiano anche grazie alla lungimiranza della Provincia di Padova ed in particolare del Consigliere Provinciale con delega alla Cultura, Arch. Vincenzo Gottardo, che dal 2024 hanno aperto le porte di Palazzo Santo Stefano all’Arte; la mostra è accessibile gratuitamente ogni ven-sab-dom sino al 14 settembre con visita guidata dalla curatrice, Marina Sonzini, inclusa.
Buzzati nelle “Cronache Fantastiche” scrisse dei sogni. Queste sue parole si adattano perfettamente alla pittura di MAC: “Sapeva dare vita ai sogni sapeva far uscire le paure dai nostri scrigni più segreti; conosceva il modo di arrivare all’anima dell’uomo”. Ma Walter non voleva suscitare paura, anzi probabilmente voleva esorcizzarla. Nei suoi personaggi si incontrano richiami al “surrealismo padano”, alla metafisica, al gigantismo dei messicani, ma anche richiami colti che vanno da Bosch a Parmigianino, dalla scultura romanica modenese di Wiligelmo a Correggio. Ma pur avendo assimilato tutti questi linguaggi, Walter ne elabora uno totalmente personale, unico ed originale, completamente diverso da quello di qualunque altro artista passato o contemporaneo.
MAC lavora sulla materia viva del ricordo, sulla memoria e sul senso di metamorfosi, perché la memoria cambia come noi cambiamo a seguito delle esperienze della nostra vita. Ma un punto fermo è necessario e MAC lo trovò nelle radici, nel suo spiritus loci, e nella forza della vita. Perché ciò che emana dalle sue grandi tele, grazie alla dirompente potenza cromatica e alla perfezione tecnica, è la misteriosa comunione tra l’Uomo e la Natura, tra il sogno e il reale, quella coesistenza di forze del bene e del male che muove l’universo. Nei due anni trascorsi a Venezia (1984-5) MAC vive il suo “periodo blu”, struggente, sognante, nostalgico. Poi, come rinfrancato nella sua ricerca, torna al colore pieno, ai suoi personaggi che sfidano le leggi della razionalità e spalancano una porta alla fantasia, alla libertà assoluta. I richiami sessuali, presenti giocosamente in tante tele, sono un inno alla vita, a una vitalità atavica, scevra da moralismi poiché scevra da malizia. Il gioco della vita, ora prepotente ora malinconico, è fatto di incontri con l’altro (gli arabi e i minareti), di dialogo con gli elementi naturali (rocce, animali, nuvole, alberi, onde), di amicizia (le opere dedicate all’amico scultore Biolchini). Per elaborare ciò che siamo, ciò che ci muove dentro, ciò che il linguaggio corrente non basta ad esprimere, MAC inventa un linguaggio tutto suo, un linguaggio che parla a tanti livelli, consci ed inconsci. La scena erompe dalla tela, che nonostante le enormi dimensioni sembra non bastare mai, si illumina di colori che non hanno nulla di reale eppure sono vivi e parlano, arriva in angoli reconditi del nostro subconscio, dove ognuno di noi ha il cassetto dei ricordi, delle emozioni, delle cose non dette, delle paure dell’infanzia e quello dei sogni.
MAC sapeva sognare. Sognava ad occhi aperti quando camminava nei boschi e quando viaggiava. Sognava quando scriveva poesie, sognava quando lavorava per mesi con precisione impressionante ad una tela.
Nel 2024 si è celebrato il centenario del Manifesto del Surrealismo. Corrente che ha rappresentato una delle vette più alte della pittura del Novecento. Eccellenti mostre l’hanno rivisitata, a Milano, alla Magnani Rocca, a Roma, ecc. Nello spirito delle mostre tenutesi a Palazzo Santo Stefano a Padova nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo voluto realizzare un approfondimento che raccontasse come la grande lezione che va da Ernst a Magritte, da Savinio a Dalì, ad un certo punto sia diventata altro: un percorso totalmente originale, scevro da mentalismi, lontanissimo dalla scrittura automatica ma assai più vicino alla poesia e alla musica. Perché MAC era un pittore poeta, un animo capace di parlare con la Natura dandole sempre la dignità di essere vivente, capace di guardare alla contemporaneità (tra il 1968 e il 1978 la storia italiana attraversa uno dei suoi momenti più difficili) con occhio diverso da chiunque altro. Parallelamente, nel catalogo della mostra abbiamo voluto inserire un approfondimento sulla musica prog italiana. Quattro opere di MAC (una delle quali è in mostra) divennero le celebri copertine per Le Orme, ma in quel decennio furono molti i gruppi che accostarono arte e grande musica nei loro LP. Partendo dai King Crimson, che diedero il via a questo genere musicale, passando per Mario Schifano, Lanfranco, Pazienza, per arrivare a Emilio Locurcio.
Ma MAC è stato un unicum. Talmente geniale che merita di essere riscoperto e celebrato. Ha iniziato Modena, da dove la sua carriera partì e dove l’amico e curatore storico Michele Fuoco da decenni ne custodisce e trasmette la memoria, e siamo orgogliosi di proseguire a Padova, città d’arte, di siti UNESCO e di grandi mostre. Questa grande retrospettiva, che include oltre 60 opere, è stata resa possibile dalla dedizione di Melania, figlia di MAC, che da anni si adopera per far conoscere l’arte di quel babbo così geniale, scomparso troppo presto. MAC che negli ultimi anni, dopo le oltre 70 opere dedicate all’amico scultore Biolchini, stava lavorando ad un grande ciclo dedicato all’Odissea. Ulisse egli stesso, che varcò le colonne d’Ercole dei monti del Frignano per vedere il mondo e l’arte dei grandi musei, che solcò l’oceano della fantasia, per tornare però sempre alla sua Itaca, alle sue radici: la moglie Aurora, la loro bambina, i boschi e gli animali familiari, le radici.
Vi invitiamo a scoprire la meraviglia, lo stupore e la poesia delle opere di questo artista italiano anche grazie alla lungimiranza della Provincia di Padova ed in particolare del Consigliere Provinciale con delega alla Cultura, Arch. Vincenzo Gottardo, che dal 2024 hanno aperto le porte di Palazzo Santo Stefano all’Arte; la mostra è accessibile gratuitamente ogni ven-sab-dom sino al 14 settembre con visita guidata dalla curatrice, Marina Sonzini, inclusa.
26
luglio 2025
Walter MAC Mazzieri – Sulle onde ricamate della Memoria
Dal 26 luglio al 14 settembre 2025
arte contemporanea
Location
PALAZZO SANTO STEFANO
Padova, Piazza Antenore, 1, (Padova)
Padova, Piazza Antenore, 1, (Padova)
Orario di apertura
venerdi, sabato e domenica ore 10,30-13 e 15-19,00
CHIUSO il 15-16-17 AGOSTO
Vernissage
26 Luglio 2025, 11
Autore
Curatore
Trasporti
Patrocini