17 aprile 2015

Mostra di Jankovic Ljubisa 16 maggio 2015 presso la galleria in via Alzaia Naviglio Pavese, 8 a Milano, a cura di Arting159.

 

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L’inaugurazione della mostra di Jankovic Ljubisa è prevista per il 16 maggio 2015 presso la galleria in via Alzaia Naviglio Pavese, 8 a Milano, a cura di Arting159.

Raccontando la genesi di una delle opere che troveremo esposte, dal titolo Cavalli pensierosi, l’artista, nato in Serbia e trasferitosi in Italia nel 1999, ricorda con precisione un aneddoto. Pochi anni fa, durante la visita alla fattoria di un amico, JanKO gli chiese di lasciare circolare liberamente i suoi cavalli affinché potesse osservarli e disegnarli. Il pittore, però, non si sarebbe mai aspettato una reazione simile da parte degli animali: tanto erano abituati al chiuso della stalla che quel pizzico di libertà li rese euforici.

Il cavallo, in passato, era un soggetto che gli artisti studiavano a lungo durante il proprio percorso formativo -pensiamo a Degas, a Tulouse-Lautrec, a Delacroix o a Géricault, ad esempio-. L’anatomia del cavallo è, infatti, particolarmente complessa e veniva analizzata attentamente anche per migliorare la resa del movimento, sia nel disegno che nella pittura. Nell’opera di JanKo questi aspetti vengono a perdersi perché da oggetto di studio l’animale diventa protagonista assoluto dell’opera. Lo immaginiamo nell ‘attimo in cui esce dalla stalla, si guarda intorno un po’ dubbioso, incerto se fidarsi o meno di quell’ora d’aria inaspettata e, infine, si lascia sopraffare dalla gioia della riscoperta del vento, del contatto con la terra. La riscoperta della libertà è un tema molto complesso ma in quest’opera viene reso dall’artista con grande immediatezza e semplicità. Esso sembra presente anche nella serie intitolata Gioia, che consta di diversi dipinti, alcuni dei quali presenti in galleria dal 16 maggio.

Uomini e donne dai corpi vissuti, riscoprono se stessi nell’atto della danza e nella conseguente sensazione di libertà assoluta, non sentendosi più vincolati, come suggerisce la stessa etimologia latina del termine absolutus, dalle aspettative e dalle convenzioni metaforicamente rappresentate dal vestiario. La tecnica usata da JanKO varia a seconda dell’opera: i protagonisti di Cavalli pensierosi, ad esempio, sono stati dipinti su una tela molto sottile, successivamente stesa su un supporto ligneo già lavorato e bucherellato. Grazie alla retroilluminazione, l’effetto chiaroscurale è notevolmente enfatizzato, conferendo leggerezza alla scena e calore alle membra dell’animale. Nel caso di Gioia 5 e di altre opere della stessa serie, JanKo ha realizzare il disegno direttamente sulla tavola, vi ha poi applicato degli inserti materici e, infine, ha coperto questo primo strato con una tela molto leggera. Le opere, grazie a questa tecnica, si emancipano dalla tradizionale bidimensionalità.
I soggetti ai quali l’artista si interessa maggiormente sono le nuvole, i nudi, gli uccelli e i cavalli. «Sono un piccolo uomo», afferma JanKO con un tono di voce pacato e profondo, «Mi piacciono le cose piccole», come a volerci dire che il termine “piccolo”, se analizzato attentamente, può avere molte sfumature ma non potrà essere considerato sinonimo di “insignificante”.

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