08 febbraio 2024

exibart prize incontra Debora Pluchino

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Gli elementi chiave del mio lavoro risiedono nella connessione profonda tra astrazione e realtà in un intimo filo emozionale che lega sentimento e forma.

Deborah Pluchino

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico vero e proprio è iniziato da adulta, ma credo di essere stata sempre artista nell’animo. Mi hanno spesso fatto notare la mia attitudine a guardare le cose in modo non canonico, trovando spesso la mia personale chiave di lettura o ricavandone spunto per realizzare qualcosa di non
attinente all’oggetto stesso.
Ho sempre disegnato, colorato e creato sin da piccola in assoluta libertà, e forse è proprio per questo che in passato non ho mai seguito corsi. Percepivo la lezione come una regimentazione, un limite al mio libero modo di esprimermi. Da adulta naturalmente ho approcciato la cosa in modo molto diverso. L’idea di apprendere le diverse tecniche pittoriche e l’uso dei colori mi ha molto incuriosito. Così mi sono iscritta ad un corso di pittura. Come se da sempre non aspettassi altro ho iniziato a produrre senza sosta. Tutto ciò che era chiuso dentro di me e non trovava giuste parole per uscire poteva finalmente essere liberato mediante i colori e la pittura.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Gli elementi chiave del mio lavoro risiedono nella connessione profonda tra astrazione e realtà in un intimo filo emozionale che lega sentimento e forma.
Vorrei che le mie opere si aprissero come finestre, invitando l’osservatore a sbirciare nel mio mondo più intimo di emozioni. La genesi dei miei dipinti è un momento di confronto e analisi con me stessa. Le emozioni ci fanno sentire vivi; mentre dipingo testa e cuore si fondono ed è lì che mi sento completamente me stessa. Metto sulla tela le parole che non riesco a pronunciare: la mia anima per immagini, sulla tela mi rifletto come in uno specchio che chiarisce la mia immagine interiore. Non ci sono veli, né diplomazia o smussature. La convivenza con il dolore e il tentativo di andare oltre per poi tornare nei colori e nelle azioni che stimolano le nostre endorfine. Nei miei dipinti le sfumature dell’anima umana mai uguali come i colori della vita.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

Credo che l’arte possa interagire con la società diventando uno strumento di riflessione e spinta al cambiamento, stimolando consapevolezza ed empatia. Forse rimane tra i pochi ambiti in cui tacitamente ci sentiamo uniti ad altri individui nella condivisione di un’emozione e quindi potenzialmente di un obiettivo.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Come detto credo che l’arte possa fortemente interagire con la società attraverso l’espressione di emozioni e concetti universali. Nel mio futuro artistico, intendo quindi esplorare ulteriormente questa interazione, cercando di ispirare consapevolezza e dialogo.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Quanto alle istituzioni, ritengo che potrebbero agevolare il lavoro degli artisti e dei curatori fornendo gratuitamente varietà e quantità di spazi espositivi, promuovendo e stimolando l’educazione all’arte ed al rispetto ed al riconoscimento del ‘bello’, contribuendo così a creare un ambiente favorevole alla diffusione dell’arte ed alla sua comprensione, riconoscendo il suo potenziale nella società contemporanea.

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