28 marzo 2023

exibart prize incontra Guido Coniglio

di

Essere artista non è soltanto la capacità di realizzare un’opera più o meno interessante, ma vivere l’intera esistenza attraverso un punto di vista che non è mai convenzionale o conforme rispetto alla società in cui viviamo.

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico è inevitabilmente legato a quello personale, si intreccia con tutte le
dinamiche e gli avvenimenti che riguardano la mia vita. Non esiste cioè una separazione tra il percorso nel campo dell’arte e quello privato.
Inizio negli anni Novanta presso il Liceo Artistico di Siderno (RC), dove ho studiato disegno e pittura che sono i miei principali strumenti di espressione artistica, a cui nel corso del tempo si sono aggiunte la grafica e la grafica digitale. La mia formazione è poi definitivamente maturata con gli studi di architettura. Dal 2012 ho deciso di riprendere a dipingere dopo qualche anno di inattività, fondamentale in questo senso è stata la scoperta delle opere di Gigino Falconi, di Antonio Nunziante e di Ciro Palumbo, a cui guardo con grande interesse.
Dal 2012 ad oggi ho partecipato a diversi eventi d’arte, tra cui i principali sono:
I° BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE DI PALERMO nel 2013;
PREMIO ACCADEMICO INTERNAZIONALE DI POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
“APOLLO DIONISIACO”, indetto dall’ Accademia Internazionale di Significazione Poesia e
Arte Contemporanea – opera premiata con Alto riconoscimento al merito (2015);
II PREMIO INTERNAZIONALE MICHELANGELO BUONARROTI 2016 indetto
dall’Associazione culturale Arte per amore – opera premiata con Diploma d’onore con Menzione d’Encomio (2016);
III PREMIO INTERNAZIONALE MICHELANGELO BUONARROTI 2017 – indetto
dall’Associazione culturale Arte per amore – opera premiata con Diploma d’onore con Menzione d’Encomio (2017);
PREMIO DI ARTI FIGURATIVE ANTONELLO DA MESSINA – indetto dall’Accademia
Internazionale Il Convivio – III classificato (2018);
FLORENCE BIENNALE 2019 – ARS ET INGENIUM – Similitudini e Invenzioni celebrando
Leonardo da Vinci; Biennale Internazionale di arte contemporanea e design di Firenze –
presso la Fortezza da Basso a Firenze;
Festival DESIDERA – Premio Internazionale di arte contemporanea – presso
Associazione culturale Il Sestante – Trieste (2021)
VII PREMIO DI ARTI FIGURATIVE ANTONELLO DA MESSINA – indetto dall’Accademia
Internazionale Il Convivio – menzione d’onore (2022);

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Essere artista non è soltanto la capacità di realizzare un’opera più o meno interessante, ma vivere l’intera esistenza attraverso un punto di vista che non è mai convenzionale o conforme rispetto alla società in cui viviamo. Punto di vista che cerco di utilizzare nel mio lavoro di architetto come nelle esperienze di vita quotidiane, e soprattutto nel mondo dell’arte. Carmelo Bene diceva che bisognerebbe essere dei capolavori prima ancora di produrli, evidenziando come la realizzazione di opere d’arte sia inevitabilmente legata al modo in cui l’artista vive la propria esistenza, in un persistente intreccio tra etica ed estetica.
La mia ricerca è volta ad indagare nei sentieri della cultura mediterranea, tra racconti mitologici, antichi simbolismi ed elementi compositivi che richiamano al mondo classico, mediante opere che descrivono una dimensione che si pone sempre tra realtà e sogno. L’arte è il mezzo attraverso cui si concretizzano immagini che trovano origine nella mente, opponendosi alla realtà o servendosi di essa per crearne altre, in cui ogni elemento assume nuovo significato. In questo senso la pittura soprattutto diventa per me lo spazio per un pensiero che inizia da un’altra parte.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

E’ molto difficile dirlo. Nella società odierna c’è troppa tecnicità legata soprattutto a fattori economici, progressivamente si è accantonato quell’umanesimo che nei secoli addietro ha prodotto il patrimonio culturale e artistico che ci circonda, sia nelle grandi città sia nei paesi più piccoli come il mio. Quell’umanesimo poneva l’uomo al centro di tutto l’universo, mentre oggi questo presupposto è venuto meno.
Come ho già detto prima, essere artista significa avere una prospettiva diversa rispetto alla realtà che ci circonda, pertanto, è nostro compito suggerire mediante le nostre opere un punto di vista che sia da stimolo per le persone che le osservano. Se l’arte si limita ad essere soltanto un fatto estetico, decorativo allora non è arte ma decorativismo, se invece spinge l’osservatore ad una riflessione su se stesso e sul ruolo che può svolgere in un percorso di cambiamento sociale allora avrà adempiuto ad una delle sue principali funzioni. Perché l’arte è fondamentalmente il vetro attraverso cui l’osservatore attento può esaminare la società in cui vive e trovare spunti per cambiarla.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Cercherò con tutte le mie energie di proseguire nel mio percorso artistico intrapreso nel 2012, con la consapevolezza che i traguardi non si raggiungono affidandosi alla speranza, ma aggiungendo ogni giorno un pezzo di strada attraverso il lavoro.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Il lavoro dell’artista non è mai stato agevole e mai lo sarà, lo è ancora meno in una società che ormai non ha la capacità di fermarsi a guardare. Di conseguenza diventa difficile il lavoro anche per i curatori che intendono promuovere in maniera seria ed efficace l’arte.
Le istituzioni dovrebbero, quindi, iniziare a fornire gli strumenti che permettono agli individui di diventare degli osservatori e dei pensatori, incrementando nelle scuole le ore dedicate all’arte, alla storia, alla letteratura, alla politica e alla filosofia, anche con attività interdisciplinari. In modo che gli individui fin dall’infanzia possano rendersi conto che l’arte così come la letteratura è nella storia, non è separata dalla società perché è fatta della vita delle persone, come nelle opere di Caravaggio.
Non è necessario, quindi, soltanto un incremento delle capacità economiche nel settore dell’arte, ma far in modo che aumenti il numero delle persone che possono fruire del prodotto artistico, perché capaci di vedere l’opera d’arte prima ancora che qualcuno glielo suggerisca.

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