22 maggio 2023

exibart prize incontra Mariangela Regoglioso

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Una linea, veloce, ripetuta, continuata, un segno grafico che diventa vivo insieme a colori spesso iridescenti.

Mariangela Regoglioso

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Un percorso che inizia essenzialmente nel liceo artistico di Pescara con docenti come Ettore Spalletti e Alfredo del Greco e con l’Accademia di Belle Arti di Macerata con artisti di spessore come Remo Brindisi, Luigi Di Sarro, Pierluigi Buglioni. Un percorso che prende corpo più tardi con una serie di opere su plexiglas e  tecniche artistiche miste, fatte di paste di piombo, smalti, cera e olio. Un uso del colore quasi spregiudicato e anti realistico che va dalla macchia allo sfumato, una ricerca di luce e colori con frammenti di azzurri, di rossi e filamenti di oro fulgente. Una ricerca capace di captare le continue sollecitazioni dell’ambiente che muta e si trasforma, un modo per darsi spiegazioni, una proiezione di se stessi in un mondo contemporaneo dove l’uomo ha bisogno di riconoscersi ed esprimere lo spirito immaginario del nostro tempo. E’ un’arte che si apre alle possibilità umane e sorge il fantasticare, la logica come costrutto e  l’onirico come ambiente per le proprie storie emozionali. Ecco perché la fonte d’ispirazione maggiore è un “esigenza”, un dialogo con se stessi e con gli altri con i mezzi che si ritengono più congeniali.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Una linea, veloce, ripetuta, continuata, un segno grafico che diventa vivo insieme a colori spesso iridescenti che ne esasperano il movimento e la luce su superfici levigate e trasparenti come l’anima. L’uso di paste di piombo, di smalti, di cere e oli, ne definiscono l’ambiente dell’azione e contornano le forme, mentre gli smaltì spray definiscono il fondo umorale. Una continua ricerca sulla linea e sulle forme di tracce, segni e superfici, precarie e non, su cui imprimere “l’elettrocardiogramma “del proprio cuore.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

E’  improprio definire l’arte come qualcosa che interagisce con il sociale, sarebbe come dire che un uomo interagisce con le sue braccia. Si può interagire solo con qualche cosa fuori di noi, l’arte è “sociale”, non ha bisogno di interagire perché è parte integrante e costitutiva di essa. Si innesta nel tessuto del mondo, in maniera così profonda che spesso non ha bisogno nemmeno di essere esplicitata, dichiarata, non si dice, non si pensa, “si vive”. E’ per questo motivo così banale che è uno strumento rivoluzionario così potente: I cambiamenti del mondo sono sempre stati innescati da spinte violente, impulsi disinibiti e inconsci, insomma da tutto ciò che non nasce dalla razionalità. Questa è l’arte per me, un animale selvatico con la tana nei nostri sogni.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Cercare collaborazioni con paesi stranieri, culture diverse che possano dare nuove tracce e percorsi da seguire che interagiscano con la mia e captarne nuove sollecitazioni. Proporre a delle case editrici una sorta di narrativa artistica, opere pittoriche che diventano “leggibili” con le immagini, raccontare con “Arte”, l’arte che diventa fiaba!

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Sicuramente attraverso finanziamenti mirati e adeguati, viviamo in un paese come l’Italia che è l’essenza stessa dell’opera d’arte, per poterne godere, bisogna  avere la possibilità di avvicinarsi ad essa con facilità. Nei musei, nelle gallerie e in qualunque luogo dove si celebra una qualsiasi forma d’arte, devono esserci tutti, dallo scaricatore di porto all’industriale di alto borgo, basta con i templi sacri, l’arte deve sporcarsi di fango per essere considerata tale. Nel terzo millennio, l’arte non può essere basata sull’idea di nicchia, ma deve essere posizionata in un contesto umano che l’avvalori di considerazione “popolare”,  installazioni ed esposizioni che svolgono la loro funzione entrando in relazione con  il luogo, fisicamente e culturalmente, un luogo che convinca e che esorti, si sta facendo, ma non abbastanza. Per la politica italiana l’arte rimane ancora un optional.

5 Commenti

  1. L’arte di mariangela è vita,parla. Non è pittura e basta. Ti entra dentro, ti graffia, sconvolge le tue certezze, ti proietta nel mondo che vorresti o in quello dell’anima che non riesci a vedere da solo, ti fa anche sognare se vuoi. I colori poi e le tecniche utilizzate ti sorprendono e ti fanno immaginare che le mani si sporcano e giocano

  2. I dipinti di Mariangela sono come ali sensibili di un meraviglioso uccello che virano virtuosi nel tumultuoso vento dell’arte. La sua pittura è colta e sostenuta da una raffinata tecnica cromatica in grado di coinvolgere e attivare lo stato profondo dell’animo umano. Dunque, una gioia per gli occhi e una panacea per lo spirito. Mariangela ancora grazie per la tua splendida fiaba illustrata di melvilliana memoria.

  3. Ho in casa 3 dipinti della cara Mariangela, compagni del mio quotidiano, specchi fedeli nei quali si riflette il mio animo femminile fatto di luci e ombre, perso in un bosco intricato e soffocante, ripiegato su se stesso, ma pronto a rinascere dal contatto con la terra, per esplodere nuovamente in un sogno di colorata e dorata energia vitale.
    Non so di arte… ma questa è l’arte di Mariangela.

  4. La dote più grande di Mariangela è quella di materializzare attraverso l uso del colore,della sua raffinata e meticolosa tecnica, le emozioni, i desideri, i sogni permettendoti di iniziare un viaggio alla scoperta e al confronto con se stessi.Essere di fronte ad un suo quadro, è come essere di fronte ad uno specchio, ti riconosci…ti ritrovi …

  5. Le opere di Mariangela riproducono un immaginario onirico dove è difficile discernere il confine tra realtà e sogno. Un mondo poetico, fiabesco, fantastico in cui tutto è possibile e dove l’artista mescola paesaggi vissuti o immaginati attraverso un innato senso del colore. Ambienti marini, foreste intricate, figure umane evanescenti e scomposte offrono un’esperienza immersiva, di avvolgimento e coinvolgimento emotivo. Un’arte animata dal respiro della pittrice dove traspaiono nostalgia, tristezza, lotta del bene contro il male, salvezza e rinascita.

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