22 marzo 2023

exibart prize incontra Salva

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L'opera d'arte dovrebbe perdere la ormai diffusa funzione consolatoria e tendere a generare dubbi, cortocircuiti che inevitabilmente spingono verso un'osservazione più profonda del "Sé".

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Mi sono formato a Londra(UK) come Architectural Interior Designer nel 2002, per poi intraprendere gli studi di architettura a Pescara.
Il mio percorso artistico vero e proprio comincia da quel momento, attraverso la fotografia di architettura alla quale in seguito si affiancheranno la scultura, utilizzando prevalentemente materiali di recupero, e la pittura.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Nella pittura uso prevalentemente i colori acrilici su tela o carta, oltre alle tecniche di mixed-media, olio miscelato alla cera d’api ed encausto a freddo su tela, legno e alluminio. Nella scultura invece, prevalentemente materiali di recupero.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte può essere strumento di spinta al cambiamento – laddove per cambiamento si intenda la crescita della coscienza individuale – se si educa il fruitore dell’opera a lasciarsi visitare dall’opera stessa e non a visitarla/fruirla come semplice elemento estetico o come investimento finanziario (semmai il fruitore l’acquistasse). L’opera d’arte dovrebbe perdere la ormai diffusa funzione consolatoria e tendere a generare dubbi, cortocircuiti che inevitabilmente spingono verso un’osservazione più profonda del “Sé”.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Continuare a produrre opere che testimonino il mio percorso individuale verso quel grado di silenzio interiore cui tanto anelo…

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Educando fin da tenera età l’individuo a lasciarsi visitare da un’opera artistica.

 

 

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