24 giugno 2020

FABIO VIALE | TRULY, in collaborazione con GALLERIA POGGIALI. Piazza del Duomo, Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino, Pontile di Marina di Pietrasanta

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www.galleriapoggiali.com

La piazza del Duomo, la Chiesa di Sant’Agostino e il suo Chiostro: da sabato 27 giugno 2020 i più suggestivi spazi pubblici della città di Pietrasanta saranno “abitati” dalle opere monumentali dello scultore Fabio Viale (Cuneo 1975).
Con Truly – mostra realizzata con il sostegno della Galleria Poggiali – l’artista risponde a un invito che gli è stato rivolto direttamente dal Sindaco Alberto Stefano Giovannetti e dall’Assessore alla Cultura e al Turismo, Senatore Massimo Mallegni, esponendo fino al 4 ottobre 2020 una serie di opere pensate in dialogo con alcuni spazi cittadini.
Quest’estate Truly sarà “il principale evento espositivo dell’Estate 2020 di Pietrasanta – sottolinea l’Assessore Mallegni – a rivendicare il ruolo della cultura quale motore di civiltà e impulso sociale irrinunciabile. Grazie a un artista di fama internazionale, la mostra offrirà un’interpretazione imprescindibile della voglia di ripartenza del nostro territorio, nel rispetto delle regole e con attenzione rigorosa alla sicurezzas”.
Dopo la personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione al Padiglione Venezia dell’ultima Biennale di Venezia e l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca, con questa mostra Fabio Viale interpreta il senso dei nostri giorni di forzato isolamento, presentando – tra le altre opere – la scultura Le Tre Grazie, allestita in anteprima assoluta all’interno della Chiesa di Sant’Agostino.
In marmo bianco e dal panneggio estremamente dettagliato, la scultura ha come soggetti tre donne originarie di Ghardaia, città algerina di religione islamica ibadita dove la donna indossa il tradizionale haik, un’ampia veste bianca lunga fino ai piedi, avvolta intorno al corpo e al viso che lascia scoperto un solo occhio. Viale, entrato in contatto con questa città durante uno dei suoi frequenti viaggi, desidera porre particolare attenzione sul tema della libertà negata e al contempo sulla percezione scontata che ne hanno gli occidentali, i quali, proprio adesso, in momenti di forte limitazione, ne avvertono la misura.
Rispondendo allo stimolo della nuova iconografia cui tutti noi siamo sottoposti – i cosiddetti dispositivi di protezione individuale, in particolare le mascherine sul volto, con cui abbiamo e avremo ampia familiarità, ma a cui non eravamo abituati – Le Tre Grazie creano un cortocircuito visivo e semantico che, a dispetto del titolo, non ha alcun riferimento classico: connettendosi alla simbologia del velo e all’esperienza del distanziamento sociale, basato sulla diffidenza verso il prossimo, specie se coperto, la scultura si apre a significati religiosi e comportamentali.
La collocazione della scultura nella Chiesa di Sant’Agostino ne acuisce il portato mistico e simbolico evocando un dialogo sui temi della spiritualità, libertà personale, di culto e meditativa, suggerito anche dalla scelta allestitiva che la vede giustapposta a Star Gate, scultura realizzata in marmo arabescato dell’Altissimo che raffigura due cassette per la frutta monumentali (2 metri di altezza), che unite lasciano un varco nello spazio, un passaggio, e al tempo stesso, un limite da oltrepassare cui si associano portati di nuova spiritualità ed emancipazione.

In occasione della mostra, Fabio Viale, legato fin da giovane alla Versilia per la selezione e la lavorazione del marmo, ha previsto l’allestimento nella piazza del Duomo di alcuni marmi tatuati di grande dimensione: Torso Taddeo Gaddi con i disegni dello stilista Marcelo Burlon, Laocoonte, un Torso Belvedere, una monumentale versione del volto del David di Michelangelo.

Come sostiene Sergio Risaliti – Direttore del Museo Novecento di Firenze e autore di un saggio in catalogo – “alla base del lavoro di Viale esiste sempre una conoscenza rispettosa della materia, ed è grazie a questa relazione virtuosa, coltivata negli anni, tra tecnica e poesia, tra materiali e strumenti, tra uomo e natura, che si è perfezionato un processo creativo il cui scopo è, al netto di altre considerazioni, l’esaltazione delle proprietà formali della pietra e di quelle concettuali e figurative nella fantasia umana.”

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