06 ottobre 2021

HABITUS. Indossare la libertà, fino al 6 marzo 2022 ai Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (MO)

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Smiling woman pinup wearing two piece gold bikini bathing suit posing riding water skis indoors, Los Angeles, California, 1949. (Photo by Camerique/Getty Images)

www.palazzodeipio.it

La moda è capace di tutto, anche di una rivoluzione. Le tappe più significative di innovazione della moda possono infatti guidare a una rilettura di episodi della storia del Novecento che hanno spesso coinciso con momenti di liberazione del corpo, soprattutto femminile, da costrizioni fisiche e sociali.
Ruota attorno a questa indagine HABITUS. Indossare la libertà, la mostra ospitata, fino al 6 marzo 2022, dai Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (MO), una delle città italiane con una ricca e importante tradizione nel settore tessile abbigliamento.
La rassegna, curata da Manuela Rossi, Alberto Caselli Manzini e Luca Panaro, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Musei di Palazzo dei Pio, col contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e Assicoop Unipol Assicurazioni, presenta quegli indumenti iconici che hanno contribuito all’emancipazione del costume sociale, dall’anticorsetto di Paul Poiret ai primi pantaloni creati da Coco Chanel per le donne, dalla minigonna agli hot pants, dal bikini ai jeans, dallo sportswear alla giacca destrutturata di Giorgio Armani, accompagnati da fotografie, video, musica.
Il percorso espositivo si sviluppa in quattro passaggi.
Il primo, Liberare il corpo, prende avvio a inizio Novecento, quando i creatori di moda si pongono come obiettivo principale quello di liberare il corpo femminile dalle costrizioni dell’abbigliamento (busti, pizzi, abiti lunghi) e quindi dalle convenzioni sociali che chiudono la donna in cliché predefiniti.
Quindi, Scoprire il corpo introduce il visitatore negli anni del secondo dopoguerra, quando le donne, complice anche la diffusione delle immagini cinematografiche, affermano le loro libertà anche scoprendo il proprio corpo.
Con la sezione Work, sport, cool, la rassegna si spinge negli anni settanta e ottanta, periodo in cui la moda diventa unisex, e il vestito griffato, tipico della sartoria artigianale, lascia il posto al prêt-à-porter con capi prodotti serialmente.
La mostra si chiude con Destrutturare, un passaggio all’interno della moda degli anni settanta caratterizzata da due capi divenuti iconici, come il Wrap dress di Diane von Furstenberg e la Giacca destrutturata di Giorgio Armani, che impongono una nuova concezione di abito “destrutturato”, ovvero senza imbottitura e controfodera, con i bottoni posizionati in un altro punto del tessuto e le proporzioni completamente riviste, con una innovativa modalità di chiusura facile ed essenziale.