12 luglio 2025

ARTESANTANDER, la fiera d’arte contemporanea con vista mare

di

In un tempo sospeso tra l’atmosfera rilassata delle vacanze e la frenesia delle grandi fiere autunnali, c’è un luogo in cui l’arte contemporanea prende il largo: ARTESANTANDER, la fiera che ogni estate, controcorrente, riporta la riflessione visiva nel cuore dell’estate europea

Vistas de ARTESANTANDER 2025. Foto Santi Ortiz

Parlare di fiere d’arte europee in piena estate può sembrare un’eresia. Eppure, a Nord della Spagna, tra la spiaggia del Sardinero e la Fundación Botín dall’11 al 15 luglio apre, nella capitale della Cantabria la 33esima edizione di ARTESANTANDER. Sotto la direzione di Monica Alvarez Careaga, la fiera ospita 40 gallerie con oltre 120 artisti di provenienza nazionale e internazionale. Inoltre, vanta il sostegno del Governo della Cantabria, del Comune di Santander e la collaborazione di importanti istituzioni come l’Institut d’Estudis Balearics e il Museo Nazionale di Altamira.

artesander
ArteSantander, Stand galleria A Pick Gallery Torino

Al taglio del nastro, la sindaca della città Gema Igual Ortiz e la direttrice della fiera Monica Alvarez Careaga, insieme alla Direttrice generale della cultura e del patrimonio storico del Governo della Cantabria Eva Guillermina Fernandez e alla referente tecnica del progetto dell’Institut d’Estudis Balearics, Karen Muller ci mostrano la loro idea di progetto fieristico, ma soprattutto culturale, che funziona. Un progetto curatoriale studiato nei minimi dettagli dal comitato curatoriale composto da Joaquin Garcia Martin e da Jan-Philipp Fruehsorge che vede la pittura tornare alla ribalta e farsi portavoce della contemporaneità. La qualità dei singoli progetti è altissima e delle 40 gallerie presenti: 10 straniere provenienti da Germania, Italia, Messico, Portogallo e Francia e 14 invece, sono alla loro prima partecipazione in fiera.

PAMCOC. Culo n3. Cortesía Bi Box Art Space

Sono 3 le gallerie italiane: la torinese A Pick Gallery che presenta un progetto fotografico con le artiste Leila Erdman Tabukashcvili, fotografa giramondo e “cittadina di un’identità fatta di identità, di geografie, culture, lingue” e Maria Elisa Ferraris; la napoletana Shazar Gallery con l’artista Aleza Zheng e la biellese Bi-Box Art Space con un progetto commovente e pregno di significato che punta sulle opere di giovani artisti come PAMCOC e Matteo Beltrami.

Il progetto dei Bi-Box Art Space “Coming of age” “illuchetta” il cuore e pietrifica lo sguardo sulle opere.  Coming of age è un’espressione inglese che racchiude molto più di una semplice crescita anagrafica. È il momento – spesso indefinibile, ma riconoscibile a posteriori – in cui qualcosa cambia per sempre: la percezione del tempo, la responsabilità verso sé stessi e verso gli altri, la consapevolezza che ogni scelta ha un peso. Si perde un certo tipo di leggerezza, è vero, ma in cambio si acquisisce uno sguardo più ampio sul mondo. In italiano potremmo tradurlo con “maturazione”, “diventare grandi” o “passaggio all’età adulta”, ma nessuna di queste espressioni restituisce davvero la complessità emotiva del termine. Il coming of age è una soglia, una linea d’ombra – conradiana, per certi versi – un confine attraversato spesso senza accorgersene, che segna l’ingresso in una nuova fase dell’esistenza. È un processo profondamente individuale, ma anche collettivo, perché ogni persona – prima o poi – è chiamata ad affrontarlo. Ed è proprio dal senso dell’espressione “Coming of age” che le opere di PAMCOC e Matteo Beltrami si inseriscono pienamente in questa atmosfera sospesa, restituendo visivamente quel momento delicato in cui tutto è sul punto di trasformarsi. I soggetti sono colti in pose intime, trattenute: una schiena di giovane, una ragazza distesa sul divano, forse intenta a scrivere un messaggio d’amore, un pupazzo infantile, due paia di scarpe annodate che impediscono una camminata libera, un mazzo di fiori racchiuso fra le mani in attesa di essere consegnato. Si respira un tempo dilatato, come se il mondo si fosse messo in pausa per fare spazio all’indagine amorosa di una margherita da sfogliare, al pudore di un pensiero negato, a un abbraccio lento e avvolgente. Poi ci sono le parole – scritte direttamente sulla tela – e piccoli lucchetti, elementi ironici o malinconici che alludono al bisogno di proteggere qualcosa di privato in un mondo in cui tutto sembra dover essere esibito. In queste opere, il coming of age non è dichiarato, ma emerge come sottofondo emotivo: è una tensione silenziosa tra ciò che sta per essere detto e ciò che resta, ancora per poco, sospeso.

Chrôma – Carmen Castaneda

Con la serie “Chrôma” di Carmen Castañeda la galleria Carrasco di Madrid punta sul colore come protagonista, un solo colore, il blu. In questa serie di opere pittoriche composte da paillettes sovrapposte, la deformazione del gesto, la sua esagerazione, il limite dello spazio di azione che hanno, fanno in modo che questo inusuale materiale prenda vita, una vita fuori controllo guidata solo dal disegno del sogno costruito per mano dell’artista. Tassello sopra tassello, la sensazione che abbiamo di fronte alle opere di Carmen è quella di una natura che si calma attraverso un gesto ripetuto, più e più volte, fino a diventare quasi meditazione. All’infinito.

Degno di nota il Lariot Collective che presenta un solo show dell’artista cantabrico Mario Antón attraverso un’installazione che ricrea il suo studio, – a metà tra il reliquiario e il Refugium Peccatorum – all’interno dello stand. Questo progetto invita il visitatore ad addentrarsi nello spazio intimo della creazione dell’artista.
Lo studio è qui concepito come uno spazio simbolico e quasi rituale, dove l’opera non è solo il risultato, ma anche processo, gesto e riflessione. Questa scelta espositiva parte dalla necessità di avvicinare l’interlocutore all’atmosfera in cui nasce l’immagine, dove convivono intuizioni, silenzi del fare e gli strumenti del lavoro, lontani dal rumore e dalla frenesia. La pratica di Mario Antón ruota attorno al recupero di antichi trittici religiosi, pezzi che reinterpreta con nuove immagini e simboli. Ispirato dalla pittura medievale e rinascimentale, l’artista impiega un processo di restauro inverso: disarma l’immagine originale, tratta la materia e crea una nuova narrazione visiva. I suoi trittici funzionano come contenitori di domande sul mondo contemporaneo, affrontando questioni ecologiche, spirituali e politiche con un linguaggio carico di memoria.

artesander
ARTESANDER, vistas. Ph Santi Ortiz

Juana GarcíaPozuelo, rappresentata dalla galleria LLamazares di Gijon, con la “sua minuscola collezione di piccoli crimini senza importanza” invita a soffermarsi su opere non più grandi di uno smartphone. Queste miniature a olio sono frutto di una residenza dell’artista negli Stati Uniti e rappresentano, così come noi le immaginiamo, le tipiche case americane. Quelle dei film, quelle che a volte diventano scene del crimine.

Chiude il percorso espositivo “Paisajes suspendidos: bodegones marinos” dell’artista Jorge Diezma con il supporto dell’Institut d’Estudis Balearics. Qui le opere sono incentrate sulla pittura di nature morte marine, una linea di lavoro che riprende e reinterpreta un sottogenere storico del barocco: la natura morta marina, nata in Italia nel XVII secolo. Protagonisti sono pesci e oggetti legati all’ambiente marittimo. Lontano da uno sguardo nostalgico, Diezma propone una pittura che dialoga con i momenti di transizione o apparente decadenza della storia dell’arte. In questo senso, la sua opera suggerisce un parallelismo tra quel momento storico e l’attualità, mettendo in discussione l’idea di “declino” come perdita e valorizzando la potenzialità della pittura in tempi di crisi. Il progetto, curato da Cristina Anglada, cerca di articolare una lettura espansa della natura morta come spazio di resistenza estetica e discorsiva, attraverso una messa in scena che enfatizza la materialità, il supporto e il gesto pittorico. “Paisajes suspendidos: bodegones marinos” rivendica la pittura come mezzo ancora attuale per parlare del presente, evocando il paesaggio marino come simbolo di memoria, limite ed esplorazione.

Presentación de ARTESANTANDER 2025. Foto Santi Ortiz

ARTESANTANDER 2025 si impone come dispositivo curatoriale capace di disinnescare la retorica dell’evento fieristico e restituire all’arte il suo potenziale critico. La pittura, medium apparentemente inattuale, si riconfigura qui come linguaggio vivo, capace di interrogare il presente attraverso la materia e l’immagine. Le scelte curatoriali, puntuali e non omologate, rivelano un’attenzione al gesto artistico come forma di resistenza. In questo senso, ARTESANTANDER non è solo una fiera fuori stagione, ma un campo di frizione necessario, dove l’arte non cerca di rassicurare, ma di traslocare lo sguardo e di sottrarsi al già detto per generare nuovi spazi di pensiero.

ARTESANTANDER
11-15 luglio 2025
Palacio de Exposiciones y Congresos
Sardinero – Santander – Cantabria
Ingresso Libero dalle 17 alle 21.30
www.artesantander.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui