07 settembre 2019

Nomad porta a Venezia il design internazionale più raffinato

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Un giro tra gli stand di Nomad, la fiera nomade che porta il meglio del design internazionale in uno dei palazzi più suggestivi di Venezia

Nomad sbarca a Venezia, dopo Saint Moritz e Monaco, in uno dei più suggestivi palazzi gotici di Cannaregio, Palazzo Soranzo Van Axel. Recentemente ristrutturato e aperto, con le sue due antiche corti, il palazzo corrisponde ed esalta le oscillazioni tra arte e design che segnano la mission di Nomad: una piccola fiera raffinata, dall’incipit esclusivo ma capace di rappresentare, con sottile intelligenza, una ricercatezza che si bilancia tra tradizione e innovazione.

A settembre in Venezia, il mese più dolce per visitare la Biennale Arte, in contemporanea al Festival del Cinema e in apertura della Venice Glass Week, che richiamo un collezionismo selezionato accanto a una mondanità internazionale, Nomad – sotto la direzione ideativa di Giorgio Pace e Nicolas Bellavance Lecompte – si articola nei quattro piani di Palazzo Van Axel mostrando una fertile relazione tra materia e forma, ideazione e funzione, passato e presente.

Nella calda luce veneziana è infine il vetro che aggiunge alla fiera, nomade per strategia, una caratterizzazione privilegiata e preziosa. Nei suoi stand troviamo vetro, ceramica, legno, tessuti, ma anche luce e vapore; mobili, oggetti, gioielli ma anche opere d’arte e sculture; artisti, architetti e designer consolidati ma anche nuove generazioni di curiosi manipolatori della materia.

In questa selezionata ma aperta rappresentazione di manufatti e artefatti, il comun denominatore sembra essere l’unicità delle realizzazioni e presentazioni, in una geografia che per gallerie, ma anche collettivi e gruppi di ricerca, si sposta – con qualche eccezione come quella di Mercato Moderno di Rio de Janeiro e con un approfondimento sull’Italia – tra Europa e Medioriente.

In questa occasione, è interessante scoprire la freschezza empatica di alcuni fra i manufatti e i progetti di Andrea Branzi, gli esiti delle ricerche del duo Maria Thereza Alves e Jimmie Durham per Labinac, ma anche le sculture con luce di Francesco Simeti, le ceramiche al contrario di Johannes Nagel, il salotto da caffè di Mario Pagano, le sedute in cemento ossidato di Georges Mohasseb, le trasparenze soffiate di Vittorio Zecchin.

La visita, il piacere dell’osservazione e della scoperta, la cornice di Palazzo Van Axel e la lucentezza preziosa del vetro garantiscono a Nomad Venezia, strategia fieristica rigorosa nella sua immagine curata da Studio Vedèt, un’opportunità ricercata e interessante sotto più aspetti, utile anche ad aggiornare una riflessione critica sul principio dell’unicità tra artefatto e mercato, consumo e lusso, posizionamento  e necessità, ricerca e collezionismo.

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