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A pochi giorni dall’inizio dell’edizione parigina, dal 22 al 26 ottobre, Paris Internationale annuncia la nuovissima tappa a Milano. Sarà nel 2026, ad aprile, nel pieno della Art Week. «Paris Internationale diventa internazionale», rivela il comunicato. «Dopo dieci edizioni di successo a Parigi, la fiera proseguirà il suo sviluppo a Milano, aprendo un nuovo capitolo per il suo modello indipendente e nomade».
E così, mentre in città continuano a confluire nomi storici e internazionali – vedi Mazzoleni e Thaddaeus Ropac, entrambi freschi d’apertura – e mentre l’abbassamento dell’IVA al 5% rende l’Italia una piazza sempre più competitiva, ecco un nuovo player a fare capolino nel calendario di Milano. E nel sistema dell’arte italiano. «Portare Paris Internationale a Milano è un’opportunità per consolidare le connessioni tra artisti, gallerie e istituzioni europee», si legge nel comunicato ufficiale della fiera. E Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, sottolinea come questa novità rappresenti «un riconoscimento del lavoro svolto per rendere Milano un punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea».

Per fare il punto: gratuita fin dalla sua nascita e ormai profondamente radicata nell’ecosistema parigino, Paris Internationale preserva un modello no-profit in cui il 100% dei proventi viene reinvestito nell’edizione successiva. l suo modello alternativo e non gerarchico, in cui le gallerie selezionano i propri pari in base ai progetti presentati e ai valori condivisi, «garantisce una selezione costantemente attenta, indipendente e lungimirante, che riunisce artisti emergenti, artisti affermati – ma anche personaggi storici a volte dimenticati».
Altra peculiarità da menzionare, Paris Internationale è una fiera nomade, nata proprio come alternativa ai format fieristici tradizionali. La sede di quest’edizione – che ospiterà 66 gallerie da 19 Paesi – inaugurerà domani, 21 ottobre, al 22 di Avenue des Champs-Élysée, con «una facciata haussmanniana che ravviva lo spirito di scambio e comunità caratteristico dei saloni del XVIII secolo che hanno ispirato la visione fondativa della fiera», dicono dalla fiera. Mentre i suoi 5.000 m² di ampi spazi interni, progettati dagli architetti Christ & Gantenbein, creano spazi aperti «che favoriscono l’esplorazione e la scoperta, un ambiente in cui gallerie di diverse generazioni e provenienti da tutto il mondo possono coesistere».
Per la primissima edizione italiana, il progetto sarà guidato un team misto, formato da professionisti italiani e francesi, con il supporto operativo di ArtsFor. Adesso non resta che da scoprire quale palazzo delle meraviglie – o luogo in disuso, dimenticato, da riscoprire – aprirà i battenti per ospitare la fiera.














