02 novembre 2023

Sperimentale, di ricerca e cutting-edge, Artissima compie 30 anni

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Molto più di una fiera, è opinione condivisa che Artissima sia ormai un’istituzione di produzione culturale capace di creare idee, aggiornare e connettere le più interessanti realtà d’arte contemporanea della scena internazionale. Ecco come sono andate le prime ore di apertura

Jonathan Monk, IERI, OGGI, DOMANI, ECCETERA, 2016. Enrico Astuni, Artissima 2023. Ph. Erjola Zuhka

181 gallerie, 4 continenti, 3 paesi (qui tutti i protagonisti): «La trentesima edizione di Artissima a Torino racconta la capacità della fiera di trarre una visione progettuale dai suoi tre decenni di attività per continuare a proiettarsi nel futuro, dispiegando la forza del proprio network italiano e internazionale» dice il Direttore Luigi Fassi. «È un’edizione – prosegue – che indirizza lo sguardo al futuro», facendosi portavoce di importanti messaggi attraverso importanti istallazioni: IERI, OGGI, DOMANI, ECCETERA di Jonathan Monk da Enrico Astuni, A Change of Meaning is a Change of Being di Edson Luli nello stand di exibart (e da Prometeo Gallery Ida Pisani con un iconico nuovo lavoro, Somewhere in between), Refuge all strangers di Itamar Gov da Zilberman, DIMMI di Jack Pierson da Thomas Brambilla Gallery e Property Will Cost us the Earth di Oliver Ressler da The Gallery Apart. 

Vinicius Gerheim, Carnival, 2023. A Gentil Carioca, Artissima, 2023. Courtesy the artist and the gallery

«Molto bene», »Tanto consenso e tanta voglia di partecipare», »La città si è riempita», sono alcuni dei commenti che si catturano alle prime ore di apertura della fiera, su invito e riservata a collezionisti, curatori e stampa provenienti da Europa, Americhe, Africa e Asia. Di fronte a un potente Vinicius Gerheim, presentato dalla A Gentil Carioca, un collezionista si sbilancia «la proposta è entusiasmante, il clima è ideale, riusciamo a scoprire e godere dell’incontro con gallerie e artisti di altissimo livello». 

Marius Steiger. Blue Velvets Project, Artissima 2023. Ph. Erjola Zuhka

Ieri, oggi e domani dicevamo? L’opera di Jonathan Monk ci cala direttamente in una dimensione in cui il tempo non è più soltanto un concetto ma un accadimento esperibile, e narrabile, in molteplici variazioni. Molte se ne incontrano nella sezione New Entries, che conta quest’anno di 39 nuove gallerie. Come stanno andando le prime ore della loro prima Artissima? «Sono incredula, non mi aspettavo una proposta così ricercata e sperimentale, e neanche così tanta gente, che conosciamo per la prima volta on grande piacere» dicono nel solo booth di Mou Projects a firma di Tap Chan intitolato Their Sun / Our Sun. Se Chan declina il tempo accompagnando il visitatore in un viaggio fantastico attraverso mondi lontani, Marius Steiger, presentato da Blu Velvet Projects, vive la sua prima partecipazione con orgoglio, che tradisce regalandoci un’altra narrazione del tempo che passa attraverso un doppio corpo di lavori. 

Tap Chan, Their Sun / Our Sun. Mou Projects, Artissima 2023. Ph. Erjola Zuhka

Oltre le nature morte, con cui Steiger fornisce un senso di eterna resistenza attraverso la natura sintetica di mondi virtuali, e i suoi dipinti, di piccola dimensione, a forma di fungo, che perimetrano lo stand, interessanti proposte provengono anche da South Parade – con Georgina Hill, dalle figure in vetro agli oggetti domestici motorizzati, e James Fuller, che lavora con la scultura facendola esistere in molti modi, tra cui pelli di metalli –  e Management con Vladislav Markov. Il ponte tra naturale e artificiale, familiare e strano che domina nella sezione delle New Entries, con un’attenzione di riguardo all’ambiente, trova risonanza in molte proposte della Main Section. 

Marinella Senatore, Andrea Francolino. Mazzoleni Torino-London, Artissima 2023. Ph. Erjola Zuhka

Da Mazzoleni David Reimondo propone un’azione performativa che si pone come risultato, tutto in divenire, dell’interazione tra idea, azione, partecipazione ed estraneità, svelando quanto bisogno abbiamo di trovare un punto di riferimento e affidarci in nome della buona energia. Le luminarie di Marinella Senatore, anticipano l’istallazione monumentale di Andrea Francolino, che – sempre a proposito di ieri, oggi e soprattutto domani – ci ricorda che la crepa, che banalmente ed erroneamente è sempre stata associata a qualcosa di negativo, anche in modo figurativo», ha invece una grande potenzialità di riflessione. Spunti di riflessione che toccano l’imperituro quesito – da dove veniamo e dove andiamo – si ritrovano per esempio da Galleria Studio G7, con Daniela Comani, Marilisa Cosello, Silvia Listorti, Jacopo Mazzonelli e Caterina Morigi coinvolti nella presentazione delle principali urgenze contemporanee.

Jimmy Durham, Tree. Sprovieri. Artissima, 2023. Ph. Erjola Zuhka

La dimensione installativa, non rischiata ma calcolata ed equilibrata per accogliere il pubblico, vanta una presenza significativa: da Tree di Jimmy Durham presentato da Sprovieri a Decorato Decoroso Distratto di Diego Miguel Mirabella da Studio Sales di Norberto Ruggeri, fino a Notations for Voice di Carlo Amorales nella sezione Disegni da Umberto Di Marino. E poi David Rickard, con Matthew AttardRyts Monet e Giorgia Fincato, da Michela Rizzo, Oren Pinassi da Ribot Gallery, Adriàn Balsea, Steffani Jemison, Sophie Thun, Belén Uriel e Jaime Welsh da Madragoa, Runo Lagomarsino da Massimo e Francesca Minini; Thomas Ruff, Marzia Migliora, Marina Abramovic – tra gli altri – da Lia Rumma, Sandra Vazquez de la Horra, da Sprovieri; Nicola De Maria e Driant Zeneli – che racconta, con il disegno, la favola della lumaca che ruba gli occhi allo struzzo per poter guardare il cielo dal suo punto di vista – da Giorgio Persano. 

Driant Zeneli. Giorgio Persano, Artissima, 2023. Ph. Erjola Zuhka

Passando, anche, attraverso una pittura che va oltre il significato favore di ciò che è e perché è, come quella di Giuseppe Buzzotta da Massimo Ligreggi, il primo (di questi giorni di fermento torinese) giro, si chiude con Oliver Ressler e Corinna Gosmaro presentati da The gallery Apart. Corinna riflette sulle caratteristiche senza tempo dell’essere umano inteso come entità culturale e globale evidenziando come la maggior parte delle lacune legate alla nostra comprensione siano dovute alla difficoltà di uscire dal paradigma cognitivo e come quest’ultimo ci spinga costantemente a fare esperienza attraverso una sorta di narrazione che non necessariamente coincide con la realtà stessa. Ressler invece, nella consapevolezza che l’umanità abbia già raggiunto una fase nota agli scienziati come la sesta estinzione di massa sentenzia, attraverso un’opera grafica con disegni di centinaia di specie di fauna selvatica minacciate – che Property Will Cost Us the Earth. 

Oliver Ressler, Corinna Gosmaro. The Gallery Apart, Artissima, 2023. Ph. Erjola Zuhka

Tra ieri, oggi e domani e il capitale responsabile della distruzione della vita e dei mezzi di sussistenza in un mondo surriscaldato, è il linguaggio ad affermarsi come «uno dei simboli più comuni che usiamo per dare un significato» e «uno strumento visivo di immenso valore, che rivela i paradossi strutturali insiti nel mondo che ci circonda e nei nostri processi di pensiero», dice Edson Luli. Con A Change Of Meaning is A Change of Being – immaginata, progettata e costruita per exibart – Luli ha posto, tra il significato e l’essere, 10 insegne a Led in cui le parole corrono, scappano, fuggono, l’una dall’altra («words running from each other» è la scritta che scorre, continua e imperitura, in ognuna delle insegne) simulando la mancanza di una direzione che trova risonanza nell’attuale società indifferenziata. È qui che Artissima fa la differenza, ponendo la relazione e la cura al centro del suo progetto di cambiamento e di crescita.

Edson Luli, A Chenge of Meaning is a Change of Being, 2023. Installatio view at Artissima, 2023. Ph. Erjola Zuhka

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