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Tutta l’arte è contemporanea: la XIII edizione di Flashback
Fiere e manifestazioni
Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee è sin dalle sue origini stato pensato come un luogo senza barriere e gerarchie sociali, culturali, di genere e persino epoche ed il suo motto firma è infatti: tutta l’arte è contemporanea.
«La piazza del mercato è quanto di più vitale e insopprimibile abbia una società, è il momento dell’incontro, dello scambio, è il luogo dove il valore, la stima soggettiva delle cose prende vita e le opere si attivano permettendo al pubblico di ritrovarsi attraverso l’azione mediatrice dell’arte. Per questo per noi la fiera è ancora un momento irrinunciabile nel palinsesto annuale ma si è palesata ancor di più la necessità di rimanere ancorati alla contingenza del presente» racconta la direzione (Ginevra Pucci, Stefania Poddighe e Alessandro Bulgini) guardando al terribile momento storico di guerra e oppressione. Il simbolo ufficiale dell’edizione è un’immagine doppia nata dalle opere del fratello scomparso del direttore Alessandro, Antonello Bulgini, che ritraggono metaforicamente due volti distinti ma accoppiati a creare un Giano bifronte quasi pop surrealista e segnalatore del doppio sguardo che equalizza passato e presente.

Sono 48 le gallerie in esposizione nei padiglioni B e C di Flashback e si contano anche personalità internazionali oltre che opere site-specific come Compassione di Alexander Mostafa Fazari allestita nel Circolino di Flashback a creare una sorta di tempio laico riportando le scritture sacre quanto terrene del poeta libanese Khalil Gibran. Tempi e differenze storiche vedono i grandissimi nomi delle maestre e dei maestri dalle incisioni originali di Albrecht Dürer (Il Cartiglio, Torino) a pochi metri da opere di Modigliani, Alighiero Boetti, Mimmo Rotella, Melotti, Lucio Fontana, Marino Marini vicino a personalità appena sbocciate o tardivamente ri-riscoperte come Carol Rama. E’ notabile una forte presenza femminile tra le artiste che contano tra le varie Eva Fischer e Evangelina Alciati.
Il filo di Arianna che lega questo labirinto barocco di età senza quando è un desiderio di agape, consapevolezza ma anche resistenza, opposizione e intervento attivo nel mondo. Tensione creativa che affiora nelle opere sin dal gesto più antico, quale una madonna lignea aostana del 1200, al presente delle sovrapposizioni cartellonistiche su scene statiche seppur cinetiche di Gaza Opera Viva, ad opera dello stesso Alessandro Bulgini.
Il pensatore spezzato di Giuseppe Romagnoli tradisce all’inizio del XX secolo l’ispirazione a Rodin (Aleandri Arte Moderna, Roma IT) ma in una versione molto più contorta, reattiva al dolore interiore e cupa mentre le fiere sciamaniche di Domicella Bożekowska (Małgorzata Ciacek Gallery, Varsavia) ululano e si districano in danze e acrobazie rituali contemporanee quanto ataviche. Sul fronte digitale, sotto la cura di Rebecca Russo, si presenta la rassegna Butterfly che coinvolge una moltitudine di opere e installazioni di autrici e autori di videoarte tra cui Janet Biggs, Emilia Faro, Kate Gilmore, Masbedo, Hans Op De Beeck e Carl von Pfeil coadiuvato dal progetto fotografico di Enzo Obiso.

Una nota ancor più sinceramente contemporanea e urbana la pone ancora una volta il direttore Bulgini invitando dal quartiere di Barriera di Milano Massimiliano Chironna e Francesco Sampugnaro e portando con Veracruz Tattoo anche il tatuaggio in fiera come forma d’arte e riconfigurazione del disegno e del segno sul corpo vivo. Da tutto questo meraviglioso ginepraio non dissimile dalle inflorescenze liquefatte organico-ceramiche di Saba Masoumian, fiorisce un dato sull’arte figurativa, se ancora si può distinguere e definire tale. L’immagine in quanto tale sembra rinata, aggiornata, ritornata e si dimostra, assieme alle sculture sia classiche che contemporanee, nettamente più forte e fiera di quella nuvola tremenda della tempesta del virtuale e dell’artificiale che invece permea la falsa realtà della vita quotidiana.
Il passato accostato così elegantemente ma senza indugio ai volti della nuova arte nelle vaste sale vicine e lontane si remixa in infinite forme e culture: il grande ricamo sinfonico senza-titolo della fiera. Questo arazzo particolareggiato riflette con le sue nette differenze, gusti e caratteri quelle del pubblico che le fruisce umanizzando in un certo senso l’arte che a dispetto del suo enigma ed aura indiscutibili si avvicina al singolo e alla collettività.
Per la sezione Public Program, Flashback Art Fair si espande con talk, incontri, laboratori e musica dal vivo con Flashback Sound – ‘Sta cosa del Jazz, concerto dell’Elis Sextet con Elis Prodon e il Blessing Quintet, previsto per la sera di venerdì 31 ottobre. Nel programma delle talk si trovano Il capitale che cresce di Monica Biancardi, in dialogo con Chiara Gatti, Lorenzo Benedetti e Gaby Scardi, segue l’incontro Gaza Opera Viva con Caliandro e Bulgini e Ilda Curti, la conferenza Legnanino ritrovato riguardo il rientro a Torino del dipinto Belisario di Stefano Maria Legnani e la presentazione di due libri fotografici tenuta da Roberto Goffi con l’editore Dario Salani, il gallerista Stefano Testa, Miriana Mininni e Maria Cristina Mundici direttrice del comitato scientifico Archivio Carol Rama.

Mentre sull’aspetto interattivo Flashback Lab si rivolge alle scuole e alle famiglie con Io sono nessuno, iniziativa ispirata al mito di Ulisse per diffondere il messaggio dell’intelligenza che vince sulla violenza lungo la lunga ricerca del proprio posto nel mondo e del proprio io nella crisi del presente. Uno spunto allegorico delle affascinanti dinamiche di questo gran ballo del mercato dell’arte, e dell’immagine della piazza di Bulgini, lo si può incarnare nell’opera Il ratto delle Sabine di Daniel Spoerri (Lara, Alberto e Rino Costa, Valenza IT) collage meravigliosamente cacofonico di materie, dimensioni e narrazioni surreali.
Ma lo offre anche meno palesemente Federico Perugini, architetto e artista che opera a pochi passi dalla fiera nel suo atelier di Flashback del Padiglione A, dove si trovano i residenti ospiti del progetto Living Rooms, sempre visitabili durante l’evento. Perugini svela i pilastri di una casa a Tokyo che come aprendosi in una Sindone e venere anatomica sfoggiano le fondamenta altrimenti invisibili, gli scheletri emotivi e connettori più intimi e fondamentali. Ed è a Tokyo che si potrebbe pensare, o alle estetiche di internet del core-core, per fare un parallelo con il con-flusso di Flashback dove tutto passa attraverso tutto, si sposa e sdoppia come cellule di un dialogo di possibilità e realtà infinite, un caleidoscopico prisma storico.
In un celebre tratto del distretto di Shibuya si trova un immenso incrocio stradale perennemente affollato anche se ordinato dove il traffico veicolare si paralizza per 55 secondi, così da consentire ai numerosissimi pedoni la libertà di scorrimento. La fiera, come quel semaforo all’incrocio delle culture e delle epoche, congela guerra e ingiustizia e illusioni digitali per darci anche se per pochi attimi un tempo senza tempo, un limbo liminale di coabitazione compassionevole, ispirazione e respiro dove l’armonia delle differenze crea e rivela da e nell’arte i mille volti della rivoluzione.

Elenco delle gallerie:
Aleandri Arte Moderna, Roma (IT); Antiques Par Force, Roma (IT); Arcuti Fine Art, Roma, Torino (IT); Atipografia, Arzignano VI (IT); Galleria Aversa, Torino (IT); Benappi Fine Art, Londra (UK), Torino (IT); Umberto Benappi, Torino (IT); Galleria Riccardo Boni, Roma (IT); Bottegantica, Milano (IT); Botticelli Antichità, Firenze (IT); Galleria Brescia, Brescia (IT); “Butterfly” a cura di Rebecca Russo; Studio d’Arte Campaiola, Roma (IT); Galleria Canesso, Parigi (FR), Milano (IT); Giammarco Cappuzzo Fine Art, Londra (UK); Il Cartiglio, Torino (IT); Małgorzata Ciacek, Varsavia (PL); “Compassione” di Alexander Mostafa Fazari; Lara, Alberto e Rino Costa, Valenza AL (IT); Galleria Roberto Ducci, Firenze (IT); Eddart, Roma (IT); Galleria Flair, Firenze (IT); Floris van Wanroij, Dommelen (NL); “Flowers” di Enzo Obiso; Frascione Gallery, Firenze (IT), Palm Beach (USA); “Gaza Opera Viva” di Alessandro Bulgini a cura di Christian Caliandro; Galleria Giamblanco, Torino (IT); Galleria D’Arte l’Incontro, Chiari BS (IT); Galleria Del Ponte, Torino (IT); Galleria dello Scudo, Verona (I); Kollenburg Antiquairs, Oirschot (NL); Luma Arte Contemporanea, Orte VT (IT); Mancaspazio, Nuoro (IT); Lorenzo e Paola Monticone Gioielli d’Epoca, Torino (IT); Stefano Morabito Arte, Torino (IT); NP ArtLab, Milano (IT); Open Art, Prato PO (IT); “Passing by / Unconscious Elevation” di Carl von Pfeil; Photo&Contemporary, Torino (IT); Flavio Pozzallo, Oulx TO (IT); Gian Enzo Sperone,Sent (CH); Tower Gallery, Todi (IT); Veracruz Tattoo, Barriera di Milano, Torino (IT); “Una vita migliore. Frammenti di Storie dell’I.P.I.”.














