06 novembre 2021

Un’edizione di DAMA diffusa nel centro di Torino, guidata da Boetti

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DAMA si fonde con la città, portando opere di otto artisti in sei location uniche, tutte da cercare e da scoprire in una "caccia al tesoro" delle meraviglie

L'opera di Ettore Favini alla libreria La Bussola

DAMA giunge quest’anno alla sesta edizione e la sua programmazione si estende per un’intera settimana, dallo scorso 30 ottobre fino a domani, 7 novembre, e porta una selezionatissima serie di opere di otto artisti in sei location, dislocate tra il centro storico e San Salvario, che i visitatori sono invitati a rintracciare quasi in una caccia al tesoro, tra palazzi storici e tutti spazi di grande valore estetico e culturale, dove le tre librerie coinvolte esercitano un fascino particolarmente intenso. 

Nel progetto, ideato dal gallerista Giorgio Galotti, i lavori di Francesco Arena nel cortile di Palazzo Carignano, Andrea Noviello nel cortile di Palazzo Chiablese, Paolo Pellion di Persano alla Libreria Luxemburg, Paolo Canevari alla Libreria Gilibert, Ettore Favini alla Libreria La Bussola, mentre al multiplayer store Isola, a San Salvario, si svolge Videonova con lavori di Carola Bonfili, Pamela Breda e Miriam Gili. 

L’edizione 2021, hanno spiegato gli organizzatori, «nasce da un aggiornamento del progetto espositivo in corrispondenza della nuova realtà che ha contraddistinto l’ultimo anno, per portare a termine il percorso iniziato nel 2020 e l’intento di integrare ai video e alle performance del Live Programme, le opere di artisti rappresentati dalle loro gallerie, ideando un percorso espositivo eterogeneo che, dalla quinta edizione, si sarebbe dovuto svolgere attraverso un incontro di linguaggi che spaziano dal suono, alla performance, al video e alle opere scultoree contaminate da un programma di conversazioni, per accompagnare il pubblico verso una visione ad ampio raggio.
Nel rispetto di questo iter il programma di quest’anno, dal titolo APERTO, si svolge in spazi istituzionali e luoghi di cultura privati, per integrarsi maggiormente nel tessuto sociale, relazionandosi con alcuni siti simbolo della storia d’Italia e nelle corti di alcuni palazzi storici, luoghi ideali per evolvere il concetto di interazione tra passato e contemporaneo, attualizzando e concentrando ulteriormente la proposta mediante un percorso diffuso».

L’opera di Paolo Canevari alla libreria Gilibert

Un percorso

Il percorso può essere scelto dai visitatori in totale libertà, noi abbiamo iniziato dalla Libreria La Bussola, in via Po, dove sono installati i lavori di Ettore Favini Ca(med)flage e TAPPETARO, entrambi arazzi tessuti a mano in cotone e lana nel 2021. In particolare la seconda è un’opera nata da «un gioco tra l’artista e un gruppo di studenti (Olmo Erba, Simon Pellegrini, Carlo Rocca), che utilizza il linguaggio dell’ironia riferita alla pratica della tessitura che l’artista porta avanti in modo costante ispirandosi alla ricerca avviata dare Alighiero Boetti in Afghanistan».

Alla Liberia Luxemburg il pubblico può trovare una vetrina con foto scattate tra il 1973 e il 1978 da Paolo Pellion di Persano (e provenienti dal suo archivio) durante i suoi viaggi in Afghanistan, avvenuto nello stesso periodo in cui Alighiero Boetti aveva scelto come propria dimora il One Hotel di  Kabul. Questi scatti sono una testimonianza storica del territorio in quegli anni, quando la situazione era ben diversa da oggi. 

Alla Libreria Gilibert, nella Galleria Subalpina, dove ci sono quattro pezzi di Paolo Canevari, Monumenti della Memoria: Black Pages e Paesaggi (2019) che hanno come tema l’inquinamento. Sono realizzati  su carta con dell’olio da motore esausto (e completati da cornici antiche) e danno origine a una sorta di paesaggi molto intensi (e da lontano ricordano quasi dei Burri). 

Nel cortile di Palazzo Carignano c’è l’installazione di Francesco Arena Angolo vuoto (Hommage à la mort de Kurt Cobain) (2021), una scultura di forma triangolare composta da tre pannelli in legno ricoperti, nello spazio che si forma all’interno da pannelli di laminato nei tre colori primari, che vuole essere una specie di porta spazio-temporale tra il 1994 e oggi. Al suo interno, infatti, siedono, pur certo tempo, una donna o un uomo nati nel 1994, anno divenuto simbolico per la morte di Kurt Cobain leader del gruppo grunge dei Nirvana. Il riflesso della persona sui pannelli corrisponde – hanno spiegato gli organizzatori – «all’intento di creare un varo temporale che posso far rivivere nel performer il personaggio a cui la scultura è dedicata. L’opera si traduce in tal modo nella concretizzazione della distanza tra un’azione definitiva, la morte di Cobain, e l’oggi. La scultura in un futuro abbastanza lontano in termini umani è destinata a restare vuota, non potrà più essere abitata nel momento in cui non ci stanno più persone nate nel 1994». 

Nel cortile di Palazzo Chiabrese il lavoro Casa (2021) di Andrea Noviello, che innesca la riflessione sulla dimensione sociale della vita delle persone attraverso uno storico apiario mobile su ruote gommate che assomiglia a un vecchio vagone ferroviario in sosta che contiene numerose arnie e una scultura.

Il tragitto prosegue poi a San Salvario, al multiplayer store Isola, dove la selezione di video di Carola Bonfili, Pamela Breda e Miriam Gili può essere seguita fino alla mezzanotte di oggi, 6 novembre. Qui è collocato Anticamera, un cubo in vetro riflettente che permette di isolarsi dall’ambiente circostante e che diventa una stanza-display dove prende forma un palinsesto di video d’artista.

L’opera di Francesco Arena nel cortile di Palazzo Carignano

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