-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Al LagosPhoto Festival, la fotografia è uno strumento di liberazione
Fotografia
di redazione
Dopo 15 anni di attività, il LagosPhoto Festival inaugura una nuova fase della sua storia, trasformandosi in biennale e mantenendo salde le radici in Africa occidentale ma ampliando costantemente il dialogo con il resto del continente, la diaspora e le pratiche globali. Dal 25 ottobre al 29 novembre 2025, la manifestazione, ideata e promossa dalla African Artists’ Foundation – AAF, proporrà un programma diffuso tra Lagos e, per la prima volta, Ibadan, terza città più popolosa della Nigeria e sede della prima università nigeriana, interrogandosi sul tema Incarceration.
Il concetto di incarcerazione, inteso in senso ampio e non soltanto legato alle prigioni fisiche, sarà esplorato nelle sue dimensioni politiche, psicologiche, ideologiche e spirituali. La mostra intende dare visibilità a quei sistemi di confinamento silenziosi e interiorizzati che condizionano desideri, immaginazioni e libertà, riflettendo al contempo su come le immagini possano diventare strumenti per incrinare e ripensare tali dispositivi di controllo.
Strumento coloniale di sorveglianza e propaganda ma anche potente veicolo di emancipazione e resistenza, la fotografia è un medium storicamente ambivalente e si fa così terreno di dialettica e di riscatto. Anche attraverso forme ibride, dall’immagine stampata alle installazioni, fino ai tessuti, al suono, al film e alle pratiche performative.

Tra gli artisti coinvolti, Ayobami Ogungbe, che intreccia tessuti evocando le emozioni del dislocamento, Geremew Tigabu, che restituisce paesaggi spettrali segnati dal conflitto, Cesar Dezfuli e Stefan Ruiz, che con i loro ritratti indagano i sistemi di confine e di detenzione. Yagazie Emezi e Nuotama Bodomo rileggono le tradizioni etnografiche attraverso saperi indigeni e spirituali, mentre figure di rilievo internazionale come Shirin Neshat e Sharbendu De amplieranno la riflessione sugli stati di apparente libertà e sulle crisi climatiche.
Le mostre si articoleranno in sedi emblematiche: a Lagos, la riapertura dello spazio AAF, la nuova Nahous Gallery all’interno del Federal Palace, luogo simbolo dell’indipendenza nigeriana, e Freedom Park, ricavato dalla prima prigione coloniale del Paese. A Ibadan, sarà attivato il New Culture Studio progettato da Demas Nwoko negli anni Settanta, con focus sulle dimensioni urbane e architettoniche dell’incarcerazione.
Con il passaggio a biennale, LagosPhoto consolida il proprio ruolo di piattaforma internazionale di riflessione e scambio sulla fotografia contemporanea, La rassegna è sostenuta dal Ministero dell’Arte e del Turismo, National Geographic, Canon, Open Society Foundations e dalla Nahous Gallery, oltre che da realtà creative locali come Kòbọmọjẹ́ Artist Residency, Madhouse e Wunika Mukan Gallery.














