18 ottobre 2025

Dal Salento, Yeast Photo Festival racconta le contraddizioni globali del cibo

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Fino al prossimo 9 novembre, un festival diffuso nel salentino esplora, attraverso la fotografia, il cibo come simbolo di cultura, disuguaglianza e sopravvivenza

courtesy Martin Parr, Magnum Photos, Snack It, Matino

Nella storia dell’umanità il cibo ha sempre costituito più che semplice nutrimento. Capitale economico, veicolo di identità, strumento di oppressione e liberazione, esso racchiude in sé dinamiche culturali e logiche di potere. Nel mondo contemporaneo l’accesso e la disponibilità del cibo rivelano profonde disuguaglianze. Mentre ampie porzioni della popolazione vivono nell’abbondanza, altre restano intrappolate nella penuria, spesso aggravata da conflitti, disastri ambientali o logiche estrattive che negano il diritto primario alla sopravvivenza.

È su tali premesse che si innesta la quarta edizione di Yeast Photo Festival, in programma fino al 9 novembre 2025 in diverse sedi del Salento (Matino, Lecce, Castrignano de’ Greci, Supersano, Gallipoli e Galatina). Intitolata (N)ever Enough, l’edizione esplora il tema del cibo nella sua duplice dimensione: da un lato abbondanza e consumo ipertrofico, dall’altro privazione e fame come strumento di potere. Il progetto curatoriale, diretto da Edda Fahrenhorst, costruisce un atlante visivo delle contraddizioni alimentari globali, articolato in una pluralità di sguardi e linguaggi.

Figura centrale dell’edizione 2025 è Martin Parr, maestro della fotografia contemporanea, cui sono dedicate più esposizioni. A Matino, i suggestivi ambienti di Palazzo dei Marchesi del Tufo ospitano la mostra Snack It! In un percorso ben allestito tra stanze e terrazze, giardini e anfratti, la mostra raccoglie oltre sessanta immagini in cui hamburger sbilenchi, coni gelato sgocciolanti, insaccati e pacchetti di patatine che si rivelano icone pop del nostro tempo, involotari e non pre-costituiti simboli di un’abbondanza ineguale e mal gestita.

SNCF Médiathèque – Michel Henri – Passengers dining in a Gril-Express carriage, 1982. Arthur Mettetal – Taste & Track. Italian-French Meals in Motion

Parr osserva con ironia e rigore antropologico i rituali quotidiani del consumo, svelandone le grammatiche nascoste e il potere simbolico. Le sue fotografie, paradossali e coloratissime, decifrano il cibo come specchio della società opulenta, oscillando tra attrazione e critica. Le sue opere sono presenti anche a Lecce, in Palazzo Scarciglia, con la mostra WOW!, pensata per bambini e famiglie, che trasforma la fotografia in gioco e in occasione di alfabetizzazione visiva. Attraverso accostamenti ironici e scenografie ludiche, Parr invita il pubblico più giovane a interrogarsi su ciò che vede e su ciò che resta fuori dall’inquadratura. Parallelamente, le mura di Gallipoli si trasformano in una galleria a cielo aperto grazie a nove gigantografie che portano lo sguardo tagliente dell’autore direttamente nello spazio urbano.

Se Parr denuncia l’eccesso, il progetto War on the Nile – Fragmented Sudan di Ivor Prickett, vincitore del Premio Pulitzer 2025, documenta l’altra faccia della medaglia, quella della privazione. Le immagini del fotoreporter irlandese, in anteprima internazionale a Palazzo Scarciglia, testimoniano la guerra civile che dal 2023 devasta il Sudan, dove la fame è divenuta strumento di dominio politico e militare. Bambini con ciotole vuote, corpi segnati dalla malnutrizione, famiglie costrette a condividere il poco disponibile, Prickett sottopone all’attenzione del pubblico immagini che non solo registrano, ma restituiscono dignità e visibilità a una crisi umanitaria rimossa dal dibattito internazionale.

Hien Hoang, The next Pacific, Artworks / Photography from Project Asia Bistro / Across the Ocean

Nella sua variegata proposta espositiva il festival ospita anche lavori che indagano la relazione tra cibo, memoria e identità. In Across the Ocean, l’artista vietnamita Hiền Hoàng ricostruisce le tensioni culturali della diaspora attraverso fotografie e tableaux performativi, a partire dalle lettere di una zia emigrata nella Germania Est degli anni Ottanta. Un percorso intimo, invece, è quello di Sara Lepore con Ingrediente pentru un tort de miere cu dragoste. Un equivoco linguistico – una ricetta scambiata per lettera d’amore – diventa occasione per esplorare i legami familiari e la perdita della lingua come parte integrante dell’identità.

Altro tema portante l’edizione 2025 è quello  della sostenibilità alimentare, emergente in diversi progetti. Klaus Pichler, con One Third, trasforma alimenti scaduti in nature morte fotografiche, offrendo una rappresentazione ironica e crudele dello spreco globale. A questa visione fa eco I N S C T S di Umberto Diecinove, che propone l’allevamento di insetti come pratica rigenerativa e sostenibile, capace di trasformare scarti in risorse.

In A Natural Order, Lucas Foglia documenta la vita off-grid di famiglie statunitensi che scelgono l’autosufficienza agricola e un rapporto selettivo con la tecnologia, indicando un’alternativa radicale ai modelli di consumo dominanti. Analogamente, Sara Scanderebech con Green Resistance affronta la natura come codice segreto, decifrando nelle sue forme indizi di possibili futuri ecologici.

Luas Foglia, A Natural Order, A Corn

Il festival non trascura neppure i costi nascosti della produzione alimentare. In The Island within the Island, Melissa Carnemolla esplora le serre del sud-est siciliano, 9.000 ettari in cui si intrecciano legalità e sfruttamento, mettendo in luce l’impatto umano ed ecologico di un sistema agricolo intensivo. Dániel Szalai, con Unleash Your Herd’s Potential, sposta invece l’attenzione sugli animali, rivelando come l’allevamento di precisione e il riconoscimento facciale applicato alle mucche trasformino i corpi in dati, espressione estrema del “capitalismo della sorveglianza”.

Il radicamento nel territorio salentino emerge con forza nelle sale del Museo Civico “Pietro Cavoti” a Galatina, nel progetto Buone Mani del duo Flavio & Frank, condirettori di Yeast Festival insieme a Veronica Nicolardi. Le mani dei pasticceri e degli artigiani raccontano la continuità della tradizione gastronomica locale, dal pasticciotto, nato quasi tre secoli fa, ad altri prodotti tipici che resistono al tempo come segni identitari. La mostra Taste & Track di Arthur Mettetal a Matino, restituisce al viaggio ferroviario tra Italia e Francia un valore simbolico e culturale, in cui i pasti serviti a bordo diventano indicatori di trasformazioni sociali e memorie collettive.

Courtesy Daniel Szalai, 6241 Laying, from the series Unleash Your Herd’s Potential

Infine, in Preservation, ospitata nel frantoio ipogeo di Matino, l’artista e fotografo Blake Little guida lo spettatore in un suggestivo confronto tra la caducità della bellezza e dell’esistenza umana all’eternità del miele, capace di attraversare i millenni. Cospargendo di miele corpi nudi ne preserva la bellezza, li sottrae alla naturale consunzione rendendoli sculture viventi dal caldo color ambra.  

Quattordici suggestivi progetti espositivi delineano nel Salento una mappa dell’abbondanza e della carenza, rivelando, attraverso il cibo, le contraddizioni e le disiguaglianze che affliggono il mondo contemporaneo. Obesità e malnutrizione, disponibilità e penuria, povertà e ricchezza si rivelano facce della stessa medaglia, indicatori economici, politici e culturali di un mondo in perenne tensione, in continuo scambio e rapida trasformazione.

Umberto Diecinove, I N S C T S

 

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