06 maggio 2021

Fotografia Europea 2021, per sognare un nuovo modo di vivere la comunità

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La XVI edizione del Festival Fotografia Europea fa largo ai sognatori, sulla Luna, sulla Terra e a Reggio Emilia, dove l’evento si terrà dal 21 maggio al 4 luglio 2021: ecco il programma

Donovan Wylie, Lab 1, Labrador, Canada, 2013. From The Tower Series

Il celebre verso di Gianni Rodari, scelto per l’esibizione, “Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori!” vuole incarnare un’idea di ripartenza guidata da tanta fantasia e da tanta voglia di reinventarsi. Ricordiamo infatti che l’edizione del 2020 è stata cancellata a causa della pandemia e che il ripensamento di nuovi modi di partecipare alla vita collettiva, e quindi di vivere l’arte, è necessario per riaccendere l’energia della dimensione pubblica.

Questi temi hanno guidato anche la conferenza stampa tenutasi il 5 maggio, nella quale le varie riflessioni hanno voluto sottolineare la forza della creatività e l’importanza della resilienza. Si sogna ma soprattutto si reagisce, laddove «Fotografia Europea 2021 rappresenta, per il Comune di Reggio Emilia, al contempo un segnale di speranza e di fiducia verso il futuro e la ferma affermazione che non ci potrà essere alcuna rinascita dal Covid se non si metteranno al centro la cultura e il sapere», ha dichiarato Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia.

COVID-19, Paris, France, Lockdown, 2020 © Antoine d’Agata _ Magnum Photos

La programmazione, in questo senso, parla da sé: sono stati allestiti ben 20 progetti espositivi, in sette sedi storiche e in sette piazze cittadine. La ricchezza dei lavori dimostra un’attitudine dinamica, un problema che diventa opportunità, una risposta della cultura visuale alla complessità di questo momento storico.

Dopo gli interventi istituzionali, le anticipazioni del festival sono state affidate alla nuova direzione artistica composta da Walter Guadagnini e da due importanti collaboratori internazionali: Diane Dufour, direttrice di Magnum Photos fino al 2007, fondatrice dello spazio espositivo parigino Le Bal e già collaboratrice di Fotografia Europea dal 2015 al 2017, e Tim Clark, fondatore e caporedattore del magazine di fotografia “1000 Words”, docente e curatore.

Alex Majoli, Scene #1095. REPUBLIC OF CONGO. 2013. Pointe Noire market.

Il gruppo curatoriale si è occupato, in particolare, della sezione “Daydreams” che raccoglie 12 progetti che si muovono tra sogno e realtà, presenza e assenza, immaginazione mentale, sospensione e spazio fisico: otto di questi lavori troveranno spazio nei Chiostri di San Pietro, mentre i restanti quattro saranno realizzati open air.

A questa si aggiungono la sezione “Produzioni”, che presenterà, tra gli altri, anche i progetti che lo scorso anno non sono stati esibiti, la sezione “Collaborazioni”, che riguarda le mostre satellite curate dalle istituzioni cittadine, regionali e internazionali, e il “Circuito off”, lo spazio indipendente. Il tutto mentre si cammina tra la Biblioteca Panizzi, i Chiostri di San Domenico, quelli di San Pietro, Palazzo da Mosto, Palazzo dei Musei, Palazzo Magnani, lo Spazio Gerra e…l’aria aperta. Infatti, è proprio l’open air a dimostrare come il festival si sia innovato, non solo adattandosi al difficile contesto della pandemia ma anche sfidandolo.

#nyc, 2017, 2020 © Jeff Mermelstein

I confini vogliono quindi essere abbattuti e anche la scelta di questa direzione artistica sottolinea l’internazionalizzazione della proposta, per una città che si candida come centro propulsore della fotografia in un contesto nazionale e finanche europeo.

Il programma in presenza e online è vastissimo, per cui vi consiglio di non perdere gli ultimi aggiornamenti sul sito ufficiale di Fotografia Europea 2021 e sui suoi canali social (Instagram e Facebook).

 

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Tra fotografi affermati e giovani talenti, anche quest’anno la Fondazione Palazzo Magnani, insieme al Comune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, si impegna a realizzare un festival di fotografia fresco, impegnato e pregno di stimoli. Dunque facciamo largo ai sognatori e soprattutto a chi, anche in situazioni complicate, non smette di credere alla vitalità dell’arte.

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