07 ottobre 2023

Italia Revisited, oltre i cliché: la parola al fotografo Massimo Baldini

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A margine della sua mostra presso la Sala Cavazza del Complesso del Baraccano, a Bologna, abbiamo intervistato il fotografo Massimo Baldini, per scavare nell’immagine dell’Italia e oltre

Cos’è davvero l’Italia oggi quando svanisce l’incanto dei suoi cliché storici e del suo immaginario edulcorato? Dal 29 settembre all’8 ottobre 2023, la Sala Cavazza del Complesso del Baraccano, a Bologna, ospita la mostra fotografica di Massimo Baldini Italia Revisited. Campionario per immagini, a cura di Claudio Marra. Quarant’anni dopo Luigi Ghirri, la morfologia del nostro Paese è notevolmente cambiata: come in una doppia esposizione, ciò che un tempo rappresentava l’italianità – dai paesaggi al patrimonio artistico – è diventato l’ombra di un nuovo scenario, fatto anche di degrado, dozzinalità e saturazione industriale. Baldini ha raccontato tutto ciò in 86 fotografie a colori: per l’appunto, un vero e proprio Campionario per immagini. L’abbiamo intervistato per voi.

Massimo Baldini, Italia Revisited, 0369, 2022. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista
Massimo Baldini, Italia Revisited, 0369, 2022. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista

Come nasce il desiderio di raccontare l’Italia in questo modo e come hai condotto questo viaggio?

«Il progetto è scaturito da un confronto ideale con il Viaggio in Italia, libro e mostra di Luigi Ghirri e del gruppo riunitosi attorno a lui, che nel 1984 rivoluzionò la fotografia di paesaggio nel nostro paese – fino a quel momento una litania di cartoline che santificavano piazze, monumenti e palazzi storici. A ormai quarant’anni di distanza ho pensato che fosse giunto il tempo di una seconda rivoluzione, sia perché oggi anche l’Italia fotografata in quel libro è di fatto scomparsa, sia perché quell’esperienza restava legata comunque a un’idea “poetica” di paesaggio, che oggi mi sembra improponibile. Le mie foto sono state scattate nell’arco di un decennio, all’inizio come ricerca sulle trasformazioni in corso, poi in maniera sempre più mirata, via via che i contorni del progetto si precisavano».

Massimo Baldini, Italia Revisited 0015, 2015. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista

Nelle tue fotografie c’è un continuo gioco di accostamenti e rimandi: sacro e profano, naturale e artificiale, arte e kitsch, storia e globalizzazione. Se tutto si mescola a tutto, in cosa sta l’italianità contemporanea?

«In fatto è che l’italianità contemporanea sta proprio in questa inestricabile mescolanza, che non è ovviamente una prerogativa del nostro paese, ma che da noi assume una coloritura e un sapore particolari, per una serie di ragioni storico-culturali, come la presenza debordante della tradizione religiosa e del patrimonio artistico, ma anche uno sviluppo economico fondato sulla microimprenditorialità, spesso selvaggia, che ha investito come uno tsunami il paesaggio di quello che chiamavamo Bel Paese. Non penso che quella bellezza sia scomparsa, ma oggi va pazientemente riscoperta, magari in forme spurie e meticce. Oppure là dove, quasi per definizione, dovrebbe essere assente. Ho spesso fotografato le “fabbrichette” disseminate nel nostro territorio, un soggetto di norma considerato spregevole, e indicato che alcune – per disegno, volumetria e cromatismo – hanno un valore estetico che arricchisce il paesaggio, come accadeva ad esempio, in tanta pittura tradizionale, con i mulini a vento».

Massimo Baldini, Italia Revisited 0010, 2015. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista

Ogni giorno veniamo sottoposti a un’enorme quantità di immagini, e chiunque può cimentarsi nel realizzarle. Di fronte a questo horror vacui 2.0, qual è il ruolo della fotografia oggi?

«La fotografia ha la capacità di mostrare che la comunicazione visiva non consiste nella domanda e nell’offerta, cioè nel consumo di immagini gradevoli o spettacolari, ma nella possibilità di esprimersi, e relazionarsi, attraverso un linguaggio diverso da quello discorsivo, spesso più ricco e polisemico, perché meno soggiogato alla logica autoritaria dell’argomentazione. Per questo non mi piacciono le fotografie a tesi, che vogliono “dimostrare” qualcosa, e mi rallegro quando mi accorgo che le mie immagini suggeriscono cose molto diverse a seconda di chi le guarda».

Massimo Baldini, Italia Revisited, 0525, 2022. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista

Per chi si fosse perso l’esposizione, le fotografie di Italia Revisited sono raccolte anche nell’omonimo libro d’artista, disponibile sul sito ufficiale di Baldini. A tiratura limitata – e montato a mano – il catalogo può essere scomposto e ricomposto a piacimento: ogni foto si comporta come il tassello di una nuova estetica, capace di narrare la nuova fisionomia del nostro Paese.

Massimo Baldini, Italia Revisited 0578, 2022. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista
Massimo Baldini, Italia Revisited 0426, 2022. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista
Massimo Baldini, Italia Revisited 0373, 2022. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista
Massimo Baldini, Italia Revisited 0128, 2017. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista
Massimo Baldini, Italia Revisited 0109, 2017. Stampa giclée su carta Canson Infinity 310 gr., cm 30×36. Courtesy l’artista

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