21 novembre 2025

La quotidiana bellezza dell’impermanenza, nelle fotografie di Kenro Izu

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Alla Howard Greenberg Gallery di New York, in mostra le opere di Kenro Izu, maestro stampatore giapponese che, da oltre 50 anni, fotografa luoghi sacri in tutto il mondo ed erbe selvatiche vicino casa

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Kenro Izu, Mono no Aware – The Beauty of Impermanence, Howard Greenberg Gallery, New York, 2025, ph. Francesca Magnani

Sarà visitabile fino al 22 novembre, alla Howard Greenberg Gallery di New York, la mostra di Kenro Izu, Mono no Aware – The Beauty of Impermanence. L’esposizione raccoglie le opere del maestro stampatore giapponese che, da oltre 50 anni, fotografa spazi sacri in tutto il mondo. L’esposizione coincide con la pubblicazione di un’edizione limitata in due volumi del libro Mono no Aware (Nazraeli Press, settembre 2025).

Il termine giapponese mono no aware, “il pathos delle cose”, esprime il concetto di bellezza effimera della vita e degli oggetti. Il progetto si concentra su tre temi principali: le maschere Noh del XIV secolo, le pietre e gli alberi che circondano i resti di antichi santuari, e i fiori selvatici e le erbe che fioriscono brevemente vicino alla casa di Izu. Attraverso immagini ricche e meditate, l’artista invita lo spettatore a esplorare la profondità dei suoi soggetti, riflettendo sull’impermanenza e sull’armonia estetica giapponese, illustrata nei concetti di yugen (misterioso e profondo), sabi (bellezza che invecchia) e wabi (semplicità austera). Le stampe sono montate in modo unico su foglia d’argento antica recuperata da paraventi storici e rifinite con tessuti provenienti da kimono vintage, creando opere che fondono la maestria fotografica con la tradizione giapponese.

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Kenro Izu, Mono no Aware – The Beauty of Impermanence, Howard Greenberg Gallery, New York, 2025, ph. Francesca Magnani

«Per me arte e vita sono profondamente intrecciate. Ho sempre riflettuto sul concetto di bellezza, osservandolo sia dal punto di vista occidentale che giapponese», afferma Izu. «Il mio incontro con le maschere Noh ha risvegliato in me una curiosità intensa per l’espressione umana; il loro sguardo sembrava penetrare l’animo, ricordandomi che osservare significa anche essere osservati. Le mie ricerche mi hanno portato all’origine di questo teatro, radicato nella tradizione scintoista e nei santuari Jinja; sono stato attratto dalle foreste sacre, dove alberi, rocce e boschi spirituali evocano un senso di eternità. Durante il confinamento per la pandemia di COVID-19, mi sono concentrato su soggetti più vicini: fiori selvatici e erbe disposti in vasi d’argilla fatti con materiali locali. La loro bellezza fugace, tra germoglio e decadimento, ha risuonato profondamente in me. Continuo a ricordare come vita quotidiana e ambiente plasmino la creazione artistica».

Un momento speciale durante il vernissage è stato quello della performance dell’artista giapponese Kensho Nishina, giunta da Nara, sua città natale, per realizzare una grande opera di calligrafia direttamente all’interno della galleria. Con gesti ampi e meditativi, Nishina ha tracciato ideogrammi che evocano il concetto di mono no aware. La sua calligrafia, eseguita su un foglio di carta tradizionale washi di grandi dimensioni, si è trasformata in una vera e propria meditazione visiva. L’artista, indossando un kimono cerimoniale, ha accompagnato il suo gesto con un ritmo lento e respirato, come in un dialogo silenzioso con lo spazio circostante, trasformando la galleria in una sorta di tempio temporaneo della contemplazione.

Kenro Izu, Mono no Aware – The Beauty of Impermanence, Howard Greenberg Gallery, New York, 2025, ph. Francesca Magnani

La presenza di Kensho Nishina ha aggiunto una dimensione esperienziale alla mostra, estendendo l’indagine di Izu sull’impermanenza e la spiritualità. La calligrafia, destinata a dissolversi nel tempo come ogni opera della natura, ha reso tangibile l’essenza stessa di wabi-sabi: la bellezza del mutamento, del vuoto e dell’attimo irripetibile.

Kenro Izu è nato a Osaka, in Giappone, nel 1949. Durante gli studi d’arte presso la Nihon University di Tokyo, visitò New York e decise di stabilirvisi all’età di 21 anni. Nel 1974 fondò il Kenro Izu Studio a New York City. A partire dal 1979, intraprese un progetto di vita dedicato alla fotografia dei luoghi sacri del mondo, utilizzando una macchina fotografica con pellicola di grande formato (14×20 pollici) per creare stampe al platino capaci di catturare le più sottili sfumature spirituali di luoghi in Egitto, Siria, Giordania, Inghilterra, Scozia, Messico e Francia.

Oltre alla sua attività artistica, Izu ha fondato le organizzazioni non profit Friends Without a Border a New York e Tokyo dopo aver assistito agli effetti della povertà e della scarsità di cure mediche tra i bambini durante un viaggio fotografico in Cambogia nel 1993.

Dal 2021 Izu vive nuovamente in Giappone, continuando ad attuare attraverso l’arte progetti che uniscono sensibilità estetica e impegno umanitario.

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