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L’intima magia del ritratto: fotografie di Paolo Roversi in mostra a New York
Fotografia
La Pace Gallery a New York, nella sede al 508 West 25th Street, presenta una mostra dedicata al fotografo Paolo Roversi. Inaugurata durante la New York Fashion Week e aperta fino al 25 ottobre, la retrospettiva presenta lavori realizzati da Roversi dall’inizio degli anni ’90 a oggi, mettendo in luce il rapporto dell’artista con numerosi collaboratori nel settore della moda. «Ogni ritratto è un incontro, uno scambio, una reciproca confessione intima», ha detto Roversi del suo lavoro.

L’esposizione mette in luce l’eredità di Roversi come artista autore di alcune delle immagini di moda più iconiche del nostro tempo. Traendo ispirazione dal lavoro di August Sander, Robert Frank e Diane Arbus, Roversi ha sviluppato uno stile profondamente influenzato dall’architettura bizantina e dalla ricca storia culturale della sua città natale, Ravenna. Realizzate con la Polaroid e scattate per lo più nel suo studio parigino, le immagini oniriche ed enigmatiche di Roversi sono intrise di una sensibilità classica. Il suo studio, ha affermato, «è un luogo in cui prevalgono il caso, il sogno, l’immaginario. Do a queste forze tutto lo spazio che posso».

Nato a Ravenna nel 1947, Roversi ha scoperto la sua passione per la fotografia durante una vacanza con la famiglia in Spagna nel 1964: al ritorno dal viaggio, costruì una camera oscura nello scantinato di casa sua. Ha iniziato la sua carriera nel 1970, accettando incarichi di fotogiornalismo dall’Associated Press. Nel 1973, su invito del fotografo e art director di ELLE Peter Knapp, Roversi si trasferì a Parigi, dove vive e lavora da allora. Dopo un periodo di nove mesi come assistente del fotografo britannico Lawrence Sackmann, Roversi iniziò a scattare in modo indipendente con piccoli incarichi per ELLE e per Depeche Mode, ottenendo ampio riconoscimento con una campagna di bellezza Dior nel 1980 e affermandosi infine come uno dei fotografi leader del settore a metà degli anni ’80.

Che siano realizzate con la sua caratteristica fotocamera Deardorff 8 x 10 e pellicola Polaroid o come stampe al carbonio, cromogeniche o a pigmenti, le fotografie di Roversi colmano in modo eloquente il divario tra la fotografia commerciale e l’arte. Imbevute di un linguaggio visivo classico e di una sensibilità pittorica, le sue immagini occupano un regno etereo di luci diffuse e ombre oniriche che è allo stesso tempo senza tempo e attuale.

Il fotografo ha preparato anche una playlist disponibile sul sito, per cui gli avventori possono guardare le opere ascoltando la sua musica. Per chi in questi giorni non è a New York, ecco le immagini della nostra visita e la lista delle canzoni.

















