21 febbraio 2022

Oltre la fotografia: il progetto di Luca Locatelli con HUAWEI P50 Pocket

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Un'indagine estetica oltre la macchina fotografica e incontrando le nuove tecnologie, per una riformulazione del rapporto tra uomo e natura: il progetto di Luca Locatelli con HUAWEI

Foto di Luca Locatelli con HUAWEI P50

Il fotografo Luca Locatelli, due volte vincitore del World Press Photo Award nella categoria ambiente, propone il nuovo progetto “Back in Motion”, fondato sul dialogo tra natura e corpo, per la prima volta immortalato da un telefono HUAWEI P50 Pocket. «Negli ultimi anni la mia ricerca si è concentrata molto sul futuro e sull’innovazione, strumento che mi permette di rappresentare la realtà dando un boost ai miei pensieri e alla mia idea di arte», ha affermato il fotografo in una nostra conversazione. «Durante i miei scatti con HUAWEI P50 Pro, dapprima ho avuto un approccio timido a questo camera phone, poi ho iniziato a prendere consapevolezza della potenza dello strumento che avevo in mano, scoprendo che lo scatto non solo fosse esattamente come l’avevo pensato, ma come l’avevo visto», ha continuato Locatelli.

Uomo e natura: cinque dittici per mettere a confronto il movimento

La particolarità dell’ultima indagine estetica di Locatelli risiede nel mezzo sul quale si fonda, dimenticando la macchina fotografica e aderendo alle nuove tecnologie, verso una riformulazione del soggetto in divenire. Il reportage è visivamente incentrato sul pieno e sul vuoto, nel movimento vitale che lega l’uomo al paesaggio; assume forma binaria attraverso cinque dittici raffiguranti “ciò che non si è mai fermato in un periodo in cui tutto è stato governato da restrizioni e ripartenze”.

Da un lato l’esplosione della danza, dallo swing al lindy hop, come manifestazione dinamica dell’individuo e forma di resistenza a difficoltà storiche. Dall’altro vi è quella della natura, nei suoi contrasti coloristici e compositivi, come testimonia la serie “Dialogare”, con uno scatto in fluorescenza di una sterlitzia, ripresa con la funzione Ultra Spectrum Fluorescence Photography. Le sfumature calde della pianta sono equiparate a quelle del vestito di una ballerina professionista di danze irlandesi, formatasi all’Accademia Gens d’Ys.

Un’altra corrispondenza cromatica è proposta dal dittico “Incrociare”, con uno scatto che analizza un dettaglio della vegetazione, ripreso con la funzione Macro di HUAWEI P50 Pro. Accanto, una coreografia inscenata nella sala del pianoforte del locale milanese Spirit ricorda la coralità di una protesta e l’asprezza tonale dei paesaggi irlandesi.

La rilevanza del fattore culturale viene ulteriormente sottolineata dalla ripresa del ballo neo-folkloristico andino di Los Caporales in “Combinare”, che esprime tutta la contaminazione della storia e della tradizione cui appartiene, con tinte esaltate dalla True-Chrome. «Tale camera permette di avere immagini definite anche in ambienti con scarsa illuminazione, con una precisione ed esaltazione cromatica di livello professionale, una scoperta sorprendente per chi, come me, è abituato a utilizzare macchine fotografiche professionali», ci ha spiegato l’autore.

Un’altra raffigurazione del mutamento è proposta da “Ondeggiare”, che ritrae le acque del fiume Ticino sospinte dal vento invernale in un moto perpetuo. La comparazione avviene con lo swing, un genere di musica e danza, in cui è essenziale il dondolamento proprio del movimento oscillatorio.

Infine, nel polittico “Dispiegare”, la performance Found in Translation dei danzatori dell’Accademia Susanna Beltrami/DanceHaus e della Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano interpreta un percorso a ostacoli e barriere. Fuori campo una fanciulla di fronte a una finestra accenna alla coreografia e alla propria ricerca identitaria, suggerita dall’immagine enigmatica di una foresta. «Credo che la vera innovazione stia nella garanzia che lo strumento restituisca all’occhio la stessa bellezza dell’immagine vivida e reale che viene osservata. Nella produzione di Back in Motion, la tecnologia di Huawei mi ha dato la possibilità di raccogliere le sfumature della realtà post-pandemica più recente per descrivere con estrema verosimiglianza la reazione della natura e dei corpi a questi anni difficili», ha concluso Locatellil. L’uso del dispositivo contemporaneo si rivela, così, capace d’instradare la nostra percezione verso una relazione con l’ambiente fatta di sottili corrispondenze visive.

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