22 luglio 2023

Other Identity #71. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Corrado Dalcò

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Corrado Dalcò

Corrado Dalcò, RITRATTO, ph. Davide Bernardi

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistato è Corrado Dalcò.

 

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Other Identity: Corrado Dalcò

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«Partiamo subito con una domanda difficile, almeno per me. Non so bene come rispondere, ma proverò a spiegarmi meglio che posso. Il mio percorso si è sempre e da sempre concentrato nella direzione di rappresentare una certa realtà, in un campo commerciale dove la realtà di fatto non esiste. Tutto per cercare di sradicare, in particolare, i diktat di bellezza eterna ed impalpabile che imperversavano le copertine dei magazine e che di fatto ora si sono trasposizione nei filtri di Instagram.

Quindi, concentrando la risposta, la mia è una rappresentazione della realtà ma alternativa. In altre parole, invece di creare un mondo parallelo in cui può accadere quello che vuoi, creo un mondo reale dove le cose succedono realmente, ma da una prospettiva diametralmente opposta».

Corrado Dalcò, polaroid, 2016

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«Lavoro da sempre con la fotografia, e tutt’ora lavoro con la fotografia per tutti i processi creativi di cui mi sento attratto; svolgo una ricerca su essenza, modalità e confini dell’identità, sui rapporti tra pervasività del mondo dell’immagine e narcisismo via media o social un proprio fulcro fondante quanto piuttosto di proiezioni e stereotipi radicati nel nostro odierno immaginario collettivo».

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Sono stato uno dei primi fruitori dei social, per cercare una valida alternativa, facile ed economica, alla condivisione dei propri lavori. Ora, dopo più di dieci anni, voglio fuggire da quel mondo assurdo e ingannevole che sono i social network. Internet è un mondo fantastico, condividere le proprie idee e i propri lavori ti aiuta certamente a confrontarti con un sacco di persone, ma ora non è così, trovi solo persone haters e cloni di te stesso che vogliono dire la loro senza capire il perché, solo perché qualcuno è riuscito a diventare qualcosa (non so bene cosa) in grado di esercitare potere sugli altri. Ecco, i social non dovrebbero essere questo, quindi, per rispondere alla domanda, non conta affatto l’apparenza, ma quello che vuoi dire e quello che fai realmente. Sicuramente qualcuno l’ha già detto, ma l’apparenza inganna».

Corrado Dalcò, nipples, 2017

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Il fotografo è comunque l’autore e nel tempo stesso il primo utente e fruitore dello scatto fotografico. Si possono pensare due modi diversi di porsi di fronte alla necessità di fotografare.

Il fotografo esprime (o tenta di farlo) il proprio originale punto di vista che esula, almeno in parte, dall’immagine riprodotta e cerca piuttosto di evidenziare la ricerca che in quel momento muove la sua curiosità e la sua creatività. Ciò che conta di più in questo caso non è la realtà fissata nell’immagine ma l’emozione suscitata, la capacità di impadronirsi di un aspetto poetico, immaginario, di recuperare un frammento di tempo e sintetizzare tutto ciò nella immagine.

L’altro modo di esercitare la fotografia è quello di produrre un’immagine più attenta all’aspetto documentaristico o sociale o di reportage o troppo legato all’aspetto tecnico del mezzo e della rappresentazione, con il rischio che le immagini, pur belle, risultino infine tutte uguali nello stile, già viste, e svuotate di emozione.

La tecnica invece, secondo il mio punto di vista, si deve porre al servizio della progettualità, della creatività e dell’idea del fotografo. Nell’arte in cui viene usata la tecnologia, “artista” è colui che riesce, per primo, a utilizzare l’essenza della tecnica e le sue trasformazioni per personalizzare ed esaltare il suo pensiero e la qualità della propria immagine cercando di identificare un suo particolare stile».

Corrado Dalcò nakid 2019

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Non ho la pretesa di darmi definizioni, sopratutto agli occhi del mondo. Un professionista della fotografia si, con un bassissimo livello tecnologico, ma una grande voglia di ricerca. Se volessi darmi una definizione preferirei un ricercatore, ecco».

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Il tema dell’identità messa in rapporto alla cultura è di grande rilevanza e criticità nella cultura contemporanea, soprattutto a motivo dei processi di globalizzazione e di omologazione da un lato, di frammentazione e di individualizzazione dall’altro, è soprattutto quanti si trovano a dover costruire la propria identità in contesti culturali diversi da quello di origine. Indubbiamente è una tematica da affrontare mediante un approccio interdisciplinare, molto complesso. In sintesi, direi che è difficile pensare ad una mia identità diversa da quella che sono ora».

Corrado Dalcò, white, 2018

Biografia

Corrado Dalcò è un fotografo italiano che vive tra Londra e Parma. Ha iniziato come grafico, poi ha scoperto la fotografia ed è stato amore a prima vista. Nel 1992 Corrado si trasferisce a Berlino, Barcellona e Londra, trovando immediato successo come fotografo di moda per riviste e campagne pubblicitarie come Levi’s, Coca-Cola, Diesel, Sisley Kids e altri. Tra le altre cose, il suo lavoro è stato pubblicato su I-D UK, Wallpaper, Whitelies Magazine, Metal Magazine e molti altri. Ha poi aggiunto video musicali al suo repertorio, per esplorare ulteriori idee su movimento, tono ed eleganza.

Corrado Dalcò, couple, 2018

Corrado divide il suo tempo tra le sue attività artistiche e il lavoro puramente commerciale per l’industria della pubblicità e dell’editoria come fotografo di moda/ pubblicità e regista. Dal 2018 è nel catalogo Finarte. Nel 2022 partecipa su invito del curatore Francesco Arena alla terza edizione di “Other Identity – Altre forme di identità culturali e pubbliche” (19 marzo -16 aprile, Genova, Guidi&Schoen-Arte Contemporanea e PRIMO PIANO di Palazzo Grillo).

Corrado Dalcò, elle russia, 2021
Corrado Dalcò, sun, 2018

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