24 novembre 2023

Other Identity #87. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Daniela Perego

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Daniela Perego

Daniela Perego credit Giorgia Bombino

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana intervistiamo Daniela Perego.

 

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Other Identity: Daniela Perego

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«L’arte è per me ricerca, autoanalisi, desiderio di esistere, mezzo per capire, scoprire e comunicare il tutto agli altri. Che sia con la fotografia, il video, la pittura o altro può essere secondario, l’importante è riuscire a comunicare, far emozionare, far pensare, però mettendoti a nudo, con sincerità.  Cerco di condividere il mio sentire, di coinvolgere e dare delle possibili vie o degli spunti per cercarle.

Ovviamente nessuno ha le risposte giuste alle sfide della vita, e io neanche, ma il provare a capire e suggerire è una spinta interiore per me irrinunciabile. Credo che l’arte debba essere sincera, debba venire da dentro tanto da anticipare anche il nostro capire».

Daniela Perego, senza titolo, 2005, stampa lambda su carta fotografica, cm 80x120
Daniela Perego, senza titolo, 2005, stampa lambda su carta fotografica, cm 80×120

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«La mia identità? Chi può dirlo. Sono sempre in cerca di me. Questa ricerca mi spinge continuamente a mettermi in discussione, a sperimentare nuovi linguaggi mai affrontati prima. A volte mi sembra di essere molto vicina al traguardo ma poi sento che devo proseguire senza fermarmi. La troverò? Forse, o forse l’ho già trovata e semplicemente consiste in questo mio sentire di non essere ancora arrivata a me stessa e non solo per quanto riguarda l’arte contemporanea».

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Sinceramente a me non interessa molto apparire, anzi nonostante sia una persona molto aperta e socievole sono nascostamente timida. Credo che debba essere l’opera a parlare per me perché spesso le mie parole non arrivano ad esprimere quello che riesce l’arte. Capisco che oggi è importante essere presente e tessere relazioni ma lo considero molto faticoso, anche sui social. So bene che più sei presente più velocemente e a più persone arriva il tuo messaggio ma sono segretamente convinta che prima o poi arriverà, magari con il tempo, silenziosamente, senza forzature: se deve accadere accadrà».

Daniela Perego, “Matrimonio”, 2009, stampa lambda su alluminio, cm120x180

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Essere veri».

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Abbiamo sempre bisogno di dare definizioni e comunque non spetta a me definirmi artista, lo faranno gli altri. Indubbiamente la mia vita è totalmente mescolata all’arte. Ho uno sguardo particolare, e il mezzo artistico mi serve per comunicare. Non riesco a concepire un altro modo di vivere la mia vita se non attraverso l’arte. Se questo è essere artisti allora sì, lo sono».

Daniela Perego, senza titolo, 2010, stampa lambda su carta fotografica, cm 80×120

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Nessuna. Posso sembrare presuntuosa ma è vero, sono quello che voglio essere perché se avessi voluto essere altro non sarei qua a parlarne. Mi ripeterò ma per me l’onestà, anche con se stessi, è fondamentale nella vita, saper accettare e apprezzare quello che siamo è una grande libertà».

Daniela Perego, “quel che rimane”, 2011, stampa lambda su d-bond, cm140x220, courtesy Castello di Rivara

Biografia

Daniela Perego è di origine fiorentina e ha iniziato la sua carriera come artista nel 1994 e nel 1996 ha presentato la sua prima personale alla Galleria Giulia di Roma. Ha iniziato la sua ricerca riflettendo sulla luce e sulla sua capacità d’interazione con i materiali più vari. Presto sono nate le prime proiezioni di diapositive, per approfondire poi con la fotografia, il video, la video-installazione e tornare poi nuovamente anche alla materia. Vuole parlare dell’essere umano, delle sue emozioni e turbamenti, di ciò che sta nel profondo. Il tema, della perdita, dello spaesamento, di una diversa percezione del mondo sono centrali nel suo lavoro ma con uno sguardo delicato, silenzioso e spesso speranzoso.

Daniela Perego, …la vita mutata…, 2013, stampa lambda su carta fotografica, cm 80x120
Daniela Perego, …la vita mutata…, 2013, stampa lambda su carta fotografica, cm 80×120

Ha esposto in gallerie private, spazi pubblici e musei, ha partecipato a festival e biennali in Italia e all’estero. Nel 2018 ha fondato la dreamingvideo.it che si occupa di produzione video. La sua ultima esperienza l’ha vista curatrice della rassegna “Le altre opere” artisti che collezionano artisti che ha coinvolto cinque musei a Roma. Alcuni dei luoghi dove ha esposto sono: National Centre for Contemporary Arts a Mosca, Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, Archivio di Stato a Torino, Palazzo della Permanente a Milano, 60° Festival di Locarno a Locarno, Biennale di fotografia 2006 a Mosca, Festival della fotografia 2011 a Roma, Auditorium di Roma, Museum National Indonesia, Jakart, Castello Colonna a Genazzano, Castello di Rivara a Torino, Pam di Napoli, Macy a NY, MU.SP.A.C L’Aquila, Maxxi Roma, Museo Pecci di Prato, Biennale Argentina 2014, MACRO Roma, GAM di Roma, Museo Carlo Bilotti Roma.

Daniela Perego, still da video “il mio albero”, 2021, 0’48”

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