19 dicembre 2002

fino al 17.I.2003 Limbo Udine, Galleria 3G

 
Software, periferie, suoni sintetici, insegne, lavandini, droghe, computer, web, make up, tacchi a spillo, design, cellulari, profumi. Tutto questo è Limbo, sempre più lontano dal reale e dall’umano…

di

Limbo come dimensione illusoria, non reale, visionaria, artificiale, mutante. Sintetici e, soprattutto, inumani i soggetti e le ambientazioni scelti dagli otto artisti che espongono in questa rassegna, interamente dedicata all’arte digitale.
Olivo Barbieri nella serie Tribunali propone delle immagini d’interni luminosi,Matteo Basilè compositivamente ordinati e completamente disabitati. Svanisce ogni presenza umana, proprio nei luoghi dove tutto ciò che è ripreso pare destinato proprio a circondare l’uomo.
Sembra, invece, un etereo angelo la candida figura femminile presentata da Matteo Basilè . Un nimbo sacrale contorna la giovane donna ritratta, ma potrebbero anche essere due, non pare importante. L’atmosfera è talmente soffice e sognante da divenire inquietante.
Giacomo Costa crea allucinate periferie urbane, un intricato dedalo di grattacieli che paiono generarsi gli uni dagli altri. Solo il cielo pare terrestre. E’ difficile immaginare che tipo di esseri viventi, quasi sicuramente inumani, abitino queste migliaia e migliaia di soffocanti e claustrofobiche abitazioni. Sono opere silenziose e solitarie.
Robert Gligorov, in Colonna trasporta esili figure umane in una dimensioneMarotta&Russo allucinante, priva di gravità, di luce naturale. I corpi, esamini come bambole, roteano senza peso attorno al fascio di luce aliena. L’artista utilizza, nella creazione di altre opere, dissacranti cavoli e lumache, per rappresentare, in modo efficace, rispettivamente un devastante fungo atomico e l’allegoria della morte.
Micha Klein e le sue ragazze cattive. Le colloca in una dimensione cinematografica che ne disinnesca l’aggressività e le tramuta in accattivanti cartelloni pubblicitari. In altre opere, invece, presenta morbide figure femminili, esteticamente perfette, sintetiche e inumane. Sono donne virtuali, da profumeria. La cromia è, al contempo, zuccherina e raffinata, come la luce che modella perfettamente questi volti clonati. Lo stesso viso, infatti, è riproposto ossessivamente, mutandone solo alcuni aspetti, la carnagione, l’acconciatura, lo sfondo.
Fritz Kok propone delle immagini eleganti, sensuali e inquiete. SplendideFritz Kok modelle si tramutano in sirene digitali, dalla coda lucente e carnosa. Sembrano donne irraggiungibili, irrimediabilmente infelici.
Marotta & Russo, infine, presentano delle visionarie proiezioni di un corpo dalle fattezze umane ma che potrebbe essere anche quello di un’entità robotica. Ogni organo, ogni brandello di carne è rielaborato tramite un sottile reticolato di linee nere, che frammentano l’immagine senza scomporla. Vitale e digitale la cromia.
Quella visibile in questa rassegna, sembra un’arte sempre più lontana dalla vita reale dell’uomo e sempre più legata alle sue ossessioni e ai suoi desideri.

elena londero
mostra vista il 7 dicembre 2002


Limbo, a cura di Gianluca Marziani
Galleria 3G Arte Contemporanea
Via Poscolle, 71/3, Udine
Tel-fax 0432 26145
3g-arte@libero.it
7 dicembre 2002 – 17 gennaio 2003


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