28 giugno 2005

fino al 2.VII.2005 Carlo Patrone – La Cerebropittura Udine, Artestudio Clocchiatti

 
La cerebropittura come riscoperta di un’attenzione perduta. Per cercare di recuperare il distacco tra artista e modello. Una dimensione mentale, espressa attraverso la pittura...

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Un disegno che non tiene in considerazione le convenzioni rappresentative. Che si libera proponendo ciò che l’occhio dell’artista percepisce, a prescindere da ogni criterio di verosimiglianza. Le opere di Carlo Patrone (Bassano del Grappa, 1926) sono delle proiezioni di ciò che la sua mente legge attraverso la percezione visiva, punto di riferimento non scavalcabile. L’autore si sofferma dove essa lo porta a soffermarsi e scorre velocemente su tutto ciò su cui essa scivola via. Il suo disegno è una vera e propria “realtà cerebrale”: quello che appare è sempre riconducibile alla realtà percepita e letta durante l’atto –fisico e simbolico- del guardare, dell’osservare. Trascurando volutamente “… quella realtà illusiva prospettica”, come Patrone stesso sottolinea.
Le opere sono realizzate su supporti cartacei, la maggior parte delle volte colorati, sui quali sono tracciati i cerebrodisegni con matite, pastelli, gessetti colorati. Le forme così create vengono, a volte riempite con acquerelli, a creare cromie indefinite e semitrasparenti. La trasparenza è dettata dalla convinzione dell’artista riguardo al fatto che il colore non debba in alcun modo essere invasivo e distogliere dal disegno, che in ogni attimo ed in ogni spazio dell’opera deve rimanere sempre centrale e leggibile. Il colore, in questo senso, è sicuramente per Patrone elemento secondario in quanto solamente “memoria trascinata dal ricordo dell’osservazione” tanto che, in numerose opere, non vi è neanche alcuna corrispondenza di verosimiglianza tra l’oggetto raffigurato e la sua naturale cromia. Ciò che realmente conta e su cui si basa, in sintesi, la ricerca di questo autore è la tipologia, la forza dinamica e l’intensità espressiva del segno, l’insistenza della grafia. Per sottolineare l’indugiare dello sguardo su un punto preciso dell’opera, proprio quello in cui l’osservazione stenta a compiersi e si fa complessa. Il disegno di Carlo Patrone non è classico, prospettico o realistico. È, semplicemente, “cerebrale”, e si inserisce nel tema dell’arte-conoscenza, del difficile rapporto uomo-contesto, alla ricerca di una decodificazione che ribadisca i valori intellettuali e cognitivi di relazione col mondo.

carlotta niemiz
mostra vista il 4 giugno 2005


Carlo Patrone – La Cerebropittura – fino al 2 luglio 2005, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30, chiuso lunedì e festivi – Galleria ArteStudio Clocchiatti Via San Francesco, Udine

[exibart]

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