17 giugno 2010

fino al 20.VI.2010 Manuel Baldassare San Vito al Tagliamento (pn), sedi varie

 
In bilico tra psichedelia pop e surrealismo metafisico. Una pittura panteistica che riplasma un cosmo allucinato e delirante, ma allo stesso tempo terribilmente coerente...

di

Negli spazi della
medievale Torre Scaramuccia, porta superstite delle mura patriarcali della
città, le tele e le installazioni multimediali di Manuel Baldassare
(San Vito al
Tagliamento, Pordenone, 1979) hanno trovato una peculiare collocazione. Grazie
al dialogo fra antico e contemporaneo, l’allestimento risulta ben integrato con
il sito storico. La curatrice ha infatti lasciato carta bianca all’artista
affinché il suo progetto visionario potesse trovare libero sfogo in forma
tridimensionale: si ha così l’impressione, più che di visitare una mostra, di
varcare le soglie dello studio privato dell’artista. L’atmosfera è
caratterizzata dalla presenza di svariati media: oggetti domestici, fogli, suoni,
sculture e abiti hanno il compito di fungere da cornice alle tele vere e
proprie.

Artista poliedrico e
versatile (non è solo pittore, ma anche musicista, cantante e compositore),
Baldassare trova nel proprio universo interiore gli stimoli alla pittura. È una
dimensione onirica e lisergica, che rievoca il rimosso psichico tramutandolo in
disegno, in un esercizio quasi terapeutico. 
Manuel Baldassare - Suona e piange - 2010 - acrilico e pennarello su tela - cm 124x100
Così, nel vagare compulsivo delle
sue tracce si riscontrano diverse analogie con esperienze storico-artistiche
codificate, come la pratica surrealista del cadavre exquis
, grazie a cui ogni
forma grafica autonoma veniva forzatamente messa a dialogare con un’altra di
diversa natura. Oppure gli studi di percezione visiva in cui la produzione di
disegni automatici, i doodle
, fu associata alla sfera del subconscio (i doodle sono tracce grafiche
che si generano l’una dall’altra per un gesto spontaneo che guida la mano
mentre i pensieri vanno da tutt’altra parte, come se l’istinto creativo fosse
spostato al braccio).

La prolifica produzione
dell’artista rivela con forza le capacità liberatorie della pittura, ma in
Baldassare c’è qualcosa in più. Una propensione gradevolmente estetica, che
sembra bypassare l’aspetto autoreferenziale del suo modus operandi
, per rivolgersi in
maniera eloquente allo spettatore. I colori così vitali – a tratti fluorescenti
– dei suoi lavori (ricordano l’Optical Art di Lucy in the sky with diamonds
) sono un urlo di
gioia, un’ancora di salvezza che permette a Manuel Baldassare di esorcizzare e
di burlarsi delle sue stesse visioni: una componente pop dissacrante che
ironizza le pulsioni, ostentandole attraverso una chiave di lettura più
giocosa. È la patina laccata e accesa di un dramma interiore, la tragedia resa
digeribile da una spruzzata di colore.

Manuel Baldassare - Regressione degli idoli - 2009 - acrilico e pennarello su tela - cm 209x246
Uccelli, draghi,
cagnolini, giraffe, uomini, robot, feti sono gli esseri che popolano con
reiterazione questo mondo farneticante e paranoico, in cui però ognuno si può
ritrovare. Sono esseri emarginati, inconsapevoli, a volte ludici, portatori
insani di un sadico desiderio ancestrale di distruzione, di violenza, sullo
sfondo di un cielo da Armageddon stile anime
giapponese.

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mostra visitata il 13 giugno 2010


dal 3 al 20 giugno 2010
Manuel Baldassare – Ai bordi
del fuoco, nell’oscurità
a cura di Eva Comuzzi

Sedi varie – 33078 San Vito al
Tagliamento (PN)

Orario: da lunedì a domenica ore
10.30-13 e 16-22.30
Ingresso libero

Info: tel. +39
0434833295; evacomuzzi@gmail.com

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