19 settembre 2001

Exibinterviste Fino al 21.IX.2001 Il dubbio, luogo della ricerca Milano, Galleria D’Ars Agency

 
Grazia Chiesa e Cristina Trivellin raccontano ad Exibart i retroscena della mostra che inaugura l’attività espositiva della neonata Fondazione D’Ars – Oscar Signorini...

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Nasce a Milano una nuova Fondazione d’arte. Si tratta della D’Ars – Oscar Signorini. Ad inaugurarne l’attività espositiva è la mostra Il dubbio, luogo della ricerca, realizzata in collaborazione con il Cnrs Image – Media di Parigi e con il patrocinio del Centre Culturel Français de Milan. Grandi artisti del nostro tempo – come Valerio Adami, Enrico Baj, Guido Ballo, Paolo Barbatella, Gianni Bestini, Carmelo Cappello, Eugenio Carmi, Enrico Cattaneo, Lucio Del Pezzo, Gillo Dorfles, Ugo la Pietra, Antonio Massari, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mimmo Rotella, Mauro Stacciali, Valentino Vago e Walter Valentini – presentano disegni, dipinti, sculture e fotografie che analizzano la tematica dell’inquietudine. Ne abbiamo parlato con Grazia Chiesa, direttrice della D’Ars Agency, e con Cristina Trivellin, curatrice della mostra.

Grazia, come si è arrivati alla scelta di una tematica così complessa come il dubbio?
La scelta di una tematica come il dubbio, si deve al fatto che, durante tutto questo anno, gli scienziati del Cnrs hanno analizzato questo argomento e ci hanno chiesto se si poteva realizzare un dibattito di più ampio respiro che tenesse presenti il mondo dell’arte e quello scientifico. Abbiamo deciso di partecipare, tenendo presente che il luogo della ricerca è il luogo del dubbio e il dubbio accompagna la ricerca e la vita sia degli artisti che degli scienziati. A questo proposito potrei ricordare quanto scrive Pierre Restany quando dice che “il dubbio è arte, modo di vivere, di pensare e di sentire liberamente…il dubbio nasce dall’illusorio nell’illusorio…”, o Franca Chlistovsky, astronomo dell’Osservatorio di Brera, che parla di “un dubbio sano, fecondo che, anche se può comportare sofferenza, può aiutare a smascherare false e pericolose certezze credute ormai acquisite, che può metterci in giusta crisi, aprendoci così nuove strade”.

Gli artisti presenti in questa mostra come stanno in relazione con il tema del dubbio e in particolare con il pensiero e la vita di Oscar di Signorini?
Abbiamo invitato 18 artisti che sono stati, diciamo così, “compagni di viaggio di Signorini”. Tutti loro infatti hanno dato in qualche modo un apporto alla creazione della Fondazione D’Ars nel 1959, quando Oscar, conoscendo bene i problemi legati al muoversi nel mondo dell’arte, fondò e pubblicò – coadiuvato da Carlo Provetto, Vittoria Palazzo e Vanna Nicolotti – l’omonimo bollettino. E’ quindi a lui che è dedicata questa Fondazione e questa mostra. Questi artisti sono, oggi, tutti molto famosi. E fra loro ci sono, oltre a pittori e scultori come Del Pezzo, Barbatella e Bertini, anche due poeti – scrittori. Uno è Guido Ballo, grande mito per tutti quelli che hanno studiato all’Accademia e non solo. L’altro è Gillo Dorfles, la cui grande mostra al Pac degli scorsi mesi è stata un evento di portata europea perché pochi sapevano quanto lui fosse bravo anche come pittore. Abbiamo anche la memoria di un artista che è stato molto vicino a Signorini, Carmelo Cappello, presente con una bella scultura che ha proprio il senso dell’equilibrio-disequilibrio, della certezza, del dubbio. E quindi è una mostra che, tra l’altro, rappresenta molto bene il modo di pensare di Oscar perché lui era disponibile alle nuove ricerche, le sue parole d’ordine erano infatti atteggiamento di servizio e attenzione ai giovani. E’ così che fra questi artisti ci sono anche, personaggi come Mauro Stacciali e Paolo Barbatella, artisti che Signorini, nel percorso iniziale e anche dopo, ha sostenuto e in cui ha creduto; ma non possiamo ricordare anche Arnaldo e Giò Pomodoro, a cui Signorini aveva dedicato alcune copertine della rivista, quando Arnaldo e Giò avevano rispettivamente 30/31 anni. Per queste ragioni questa mostra rispecchia, mi pare abbastanza bene, il pensiero di quello che era la conduzione artistica, filosofica di ricerca di Oscar.

Tra le opere di pittura e scultura spicca il disegno di Enrico Cattaneo, dove sono chiari ed evidenti i riferimenti a simbologie e ricerche matematiche. Come mai questa scelta?
L’anno scorso prima che nascesse la Fondazione, abbiamo fatto allo studio D’Ars, una mostra con i più grandi matematici del mondo, sempre in collaborazione con il CNRS di Parigi. Enrico Cattaneo – che è un grande fotografo, ma si intende anche di matematica – ha partecipato con la tavola che vedi esposta e che è tutta una rielaborazione su uno dei tableaux blancs des mathematiciens dell’anno passato. L’artista ha preso, rielaborato e diciamo sviluppato la teoria di uno di questi matematici; tra l’altro, nel disegno, si vede la fotografia di questo scienziato, mentre è intento a scrivere la propria teoria.
Da ultimo vorrei aggiungere che questa mostra viene presentata il 29 di settembre alla Torre Eiffel e con tutta la sua documentazione partecipa al 18° Rencontres Internationales Images & Sciences che coinvolge manifestazioni sul dubbio che avvengono durante il mese di ottobre in più di 200 musei nel mondo. Approfitto infine di questa intervista per scusarmi con gli altri mille artisti che hanno conosciuto Signorini, mille sul serio non per dire, che non hanno potuto essere presenti perché lo spazio della galleria è piccolo. Credo comunque che ogni anno faremo, come Fondazione, delle manifestazioni e terremo d’occhio i percorsi, i cammini e le strade che lui aveva intrapreso con tanti altri artisti.

Cristina, perché hai esposto insieme alle opere di pittura, scultura, disegno, anche alcuni tra i primissimi numeri di D’Ars?
Con Silvia Venuti abbiamo spulciato tra gli archivi di D’Ars, i primissimi numeri, che sono datati ‘65, ‘66, ‘68, e anche alcuni degli anni ‘80, e abbiamo fatto questa citazione ironica “Oscar Signorini non aveva avuto dubbi” proprio perché Signorini ha dedicato pagine in questi anni a tutti questi artisti che evidentemente non erano famosi come lo sono adesso e quindi questa vuole essere la prova della sua lungimiranza, intelligenza e talento come scopritore di artisti. Troviamo per esempio citati Arnaldo Pomodoro sul n° 3, Valerio Adami sul n° 41, 68 e 65, Enrico Baj nel 66. A questi artisti, come si è già detto, venivano dedicate alcune pagine; abbiamo quindi voluto esporre questi testi perché si possano consultare in quanto significative di storia e perché rappresentano importanti pezzi di repertorio, di storia dell’arte italiana.

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Tullio Pacifici


Fino al 22.IX.2001. Il dubbio, luogo della ricerca. Milano, D’Ars Agency, Via Sant’Agnese 3, tel. 02860290, fax 02865909. Orario d’apertura: tutti i giorni, ore 17.00-19.00; martedì e venerdì, ore 10.00-20.00 – su appuntamento; sabato e festivi su appuntamento. Ingresso libero. Info: e-mail: agency@dars.it. Catalogo: brochure gratuita, a cura di Cristina Trivellin, con testi di Pierre Restany, Jean Michel Arnold, Franca Chlistovsky, Grazia Chiesa.

[exibart]

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