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La verità? Non sappiamo valorizzarci a casa nostra. E allora ci pensano gli altri: è un po’ la storia delle eccellenze enogastronomiche: in California imparano a fare il vino da Italia e Francia, e poi lo fanno più buono e si arricchiscono pure!
Stavolta, come spesso accade in questi casi, c’è di mezzo l’arte. Siamo a Paris Photo, tempio mondiale delle immagini dove ci si spintona per entrare, e l’occasione è il prestigioso Prix du Livre, che mette sul podio i migliori libri con progetti fotografici dell’anno. E se lo si decide da queste parti vuol dire che davvero sono i “best”. La sorpresa? Che è un italiano a vincere 10 mila dollari per il “First Photobook of the year”. Si chiama Niccolò De Giorgis, è giovane, vive a Bolzano, e il suo è il risultato di un progetto iniziato in residenza nella italianissima Fondazione Bevilacqua La Masa nel 2008 e andato avanti fino all’anno scorso. «Sono felice, non me lo aspettavo», continuava a ripetere l’artista. Scelto da una giuria composta tra gli altri da Urs Stahel, curatore anche per il MAST di Bologna e dai curatori del MoMA Quentin Bajac e Anne Ehrenkranz, la verità è che “Hidden Islam”, titolo del libro edito dalla casa tedesca Rorhof è una bellissima pubblicazione, che narra della sacralità che i musulmani attribuiscono a luoghi comuni, squallidi e industriali, del nord est italiano, trasformati in moschee. In attesa di una regolarizzazione del loro culto in Italia. Come l’Italia è in attesa di una “regolamentazione” del proprio parterre di creatori di buona arte. Premiati oltreconfine, chissà perché!