18 dicembre 2014

L’Italia vivibile

 
La classifica annuale del Sole24Ore tiene conto di molti punti per la vivibilità delle province italiane, ma sembra mancarne uno. Indovinate quale?

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Tenore di vita, Affari e Lavoro, Servizi-ambiente-salute, Popolazione, Ordine pubblico e Tempo libero. Questi i cinque macro punti su cui si basa la classifica annuale della vivibilità nelle province italiane, utilizzati dal Sole24Ore.
Al primo posto, come abbiamo visto ieri, Ravenna. La città di Sant’Apollinare e dei mosaici è in cima alla classifica in materia di Servizi (asili, ospedali e giustizia civile), per l’alto tasso di occupazione e per il miglior indice di giovinezza della popolazione. 
L’ultima città dello stivale? Agrigento, già in fondo alla classifica nel 2007 e nel 2009. 
Il divario da nord a sud, nemmeno da dire, è evidente anche quest’anno, e non è un caso che dopo Ravenna nella top ten vi siano Trento, Modena, Belluno, Reggio Emilia, Aosta, Bologna, Milano, Siena (unica “centrale”, e premiata per l’alto tasso di popolazione giovane) e Bolzano.
Il modello emiliano-romagnolo dunque dimostra di tenere, ma anche Roma fa un buon colpo, al 12esimo gradino.
Ma che altro dire, siamo sempre lì, anche nelle motivazioni: il lavoro, i servizi e il tempo libero. Che qualcuno, però, ci spieghi questa locuzione: “Tempo Libero”. Due parole che stanno anche per cultura? Perché di voci che riportino un “benessere” grazie ad un’offerta museale, musicale, creativa in genere non se ne parla. E allora, forse, andare al museo è considerato un po’ come andare a farsi un aperitivo o in palestra. Per carità, fanno benissimo pure queste ultime attività, ma concedeteci che sono un po’ diverse.
Prendiamo l’esempio di Trento, visto che è proprio al secondo posto: quanto incide, in questa lista, il fatto che qui vi sia un museo ultra blasonato e firmato da Renzo Piano (Muse), la prima del sede del Mart a Palazzo delle Albere o la Galleria Civica (a singhiozzo in questi ultimi anni)? 
Difficile capirlo, perché voci specifiche riferite a queste “offerte” non vi sono. Quel che è certo è che, in tutti i casi, i musei e la cultura rientrano nell’ambito occupazionale, del tempo libero, e probabilmente anche dei servizi al cittadino. 
Per una volta tanto potremmo specificarlo? Farebbe bene anche a un altro settore. Oppure no, tanto un museo in tutti i casi fa brodo. Quando c’è. E finché resta aperto. 

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