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Radio GAMeC è la nuova piattaforma di live streaming della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, una delle città che più di tutte sta subendo gli effetti del Coronavirus. E così, in diretta dal fronte, Radio GAMeC trasmetterà sui canali social del museo e presto on air. Un ottimo modo per continuare a diffondere conoscenza e bellezza, in questi giorni di permanenza obbligata a casa in cui ognuno di noi sta riscoprendo qualcosa e molti hanno già avuto modo di apprezzare, ancora più del solito, le grandi qualità delle radio.
Ogni giorno, alle 11.30, in diretta dalla pagina Instagram del museo e in differita su tutti gli altri canali, mezz’ora di informazione e approfondimenti tra cronaca, arte, letteratura e società. Tra gli ospiti della prima settimana: Alessandro Sciarroni, danzatore e coreografo Leone d’Oro alla carriera della Biennale danza di Venezia 2019; Michela Moioli, medaglia d’oro olimpica di Snowboard cross; Leonardo Caffo, filosofo e saggista; Francesco Micheli, direttore del Teatro Donizetti; Paolo Fresu, musicista; Michela Murgia, scrittrice e drammaturga; Formafantasma, designer.
Radio GAMeC, con il suo palinsesto, accompagnerà nelle prossime settimane la campagna di raccolta fondi a favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, lanciata sul profilo Instagram della Galleria la scorsa settimana. Alla campagna – che coinvolge persone di tutto il mondo vicine alla GAMeC – ha risposto anche l’artista rumeno Dan Perjovschi (Sibiu, 1961), già chiamato in passato a collaborare con la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Perjovschi ha generosamente realizzato ex novo una serie di disegni che esprimono l’amore per Bergamo e il ringraziamento ai medici e agli operatori sanitari, trasformati in moderni eroi che lottano quotidianamente per la vita delle persone.
Abbiamo sentito Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC, per farci dire di più.
Per cominciare: che cosa significa per un museo una “frenata” di queste dimensioni?
«Per Bergamo, con il suo tragico primato di morti e ricoverati, è un trauma. Non è una frenata, è uno schianto. Fino a un mese fa la città era in piena vita, consapevole di stare vivendo un momento speciale. Una città bella, un sindaco rieletto, cosa mai successa prima, un’industria florida, una squadra cittadina nell’Olimpo del calcio, che faceva letteralmente impazzire la città, la riapertura imminente del Teatro Donizetti, il progetto della Nuova GAMeC, lontano da venire, ma comunque concreto. E poi quest’onda invisibile e muta, che ha spazzato via tutto in due settimane. Razionalmente ancora non so dirti che cosa significhi. I pensieri sono ancora emotivi. Di sicuro ci vorrà del tempo per rialzarsi, e a quel punto saremo molto diversi. E anche il museo sarà diverso. Sempre tenace, ma cambiato nel modo di pensarsi nella e per la comunità».
Oltre all’attesa quotidiana di un miglioramento delle condizioni e di una riapertura immagino non sia semplice ripensare alla riprogrammazione, ridefinire accordi, partnership…Come sta lavorando Gamec in queste settimane?
«Continuiamo a lavorare come se tutti i programmi che avevamo per l’estate dovessero essere confermati. Nutriamo la speranza che la bonifica della città possa avvenire in tempi ancora utili per inaugurare le prossime mostre il 4 giugno. La mostra Daniel Buren in Palazzo della Ragione, la mostra a cura di Abijan Toto, vincitore del Premio Bonaldi, e il focus sugli anni Duemila nelle collezioni di GAMeC e UBI, nostro sostenitore storico. Con i vari partner ci siamo dati tempo fino a Pasqua per decidere se confermare il programma o rivederlo. C’è poi chiaramente un problema di economie, che riguarda soprattutto la programmazione a cavallo delle due annualità. Dovremo capire se il piano di entrate approvato nei bilanci potrà essere confermato, se le tante aziende che sostengono la GAMeC potranno confermare il contributo nel 2021. Insomma, tanti problemi che affronteremo un passo alla volta. Ora conta soltanto sconfiggere questo virus maledetto e dare conforto alle famiglie».
Radio Gamec mi pare sia, tra le innumerevoli iniziative “social” che sono nate in questi giorni, la più vicina alla funzione del museo come organo del presente: mentre tutti fanno lezioni e sembrano guardare alla sicurezza di un passato che non si vede l’ora torni ad essere futuro, Radio Gamec vuole interrogarsi sul presente. E non è facile. Cosa ti aspetti?
«Ti ringrazio. E’ quello che volevamo. E Leonardo Merlini, che condurrà per noi le dirette e che trasferirà il format da Instagram alla radio vera e propria – quando l’emergenza sarà finita, perché deve finire – ha colto subito questo desiderio. Se c’è una cosa che ridimensiona il passato è l’ansia del futuro che un presente incerto può provocare. E noi vogliamo parlare soprattutto del presente che stiamo vivendo e del futuro che dovremo costruire».
Domanda d’obbligo: come ti immagini il futuro?
«Lo immagino debole, dolorante e lento all’inizio, come un corpo ferito, ma magicamente lucidissimo e presto di nuovo scattante e determinato come non mai nel perseguire nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Velocissimo nel ripulire i cieli e i mari, nell’abbattere i muri culturali tra i popoli e nel gettare ponti di solidarietà. Politicamente lo immagino europeista – per quanto riguarda la nostra parte del globo – e per niente razzista. Ovviamente lo immagino più umano. Lo immagino…».
Qui i dati per le donazioni in favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII
#PLEASEDONATE
ASST Papa Giovanni XXIII
IBAN: IT52Z0569611100000012000X95
Swift Code: PosoIT22
Causale: Donazione Covid-19
Invece, per seguire tutte le iniziative legate alla campagna #iorestoacasa potete cliccare qui.