Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
L’arte può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su problemi sociali? Sì, e anche con grande efficacia. Guardate che cosa si è inventato il fotografo viennese Inge Prader. Ha rifatto alcune tra le più celebri opere di Gustav Klimt: Il bacio, Il Fregio Beethoven, Morte e Vita, Danae con modelli in carne e ossa. Il risultato di questi tableaux vivants è sorprendente. Sono affascinanti, tanto quanto i grandi quadri di Klimt.
Perché l’ha fatto? Per portare l’attenzione sull’Aids, tema del quale ormai si parla poco, dopo che alcuni farmaci molto sofisticati consentono a chi ha contratto il virus del Hiv di vivere decentemente. Ma non di guarire. Una ripresa d’attenzione sull’AIDS è invece l’obiettivo di Life Ball, evento annuale che si propone di raccogliere fondi per la ricerca sul virus, al quale il fotografo ha aderito.
E Klimt e tutto il movimento delle Secessione viennese, secondo Gery Kesler di Life Ball e secondo Prader, esprimevano la volontà di rompere le convenzioni spingendo l’individuo verso una maggiore autocoscienza.
















