Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Di questi tempi in cui la giustizia per lo più (e per fortuna) fa il suo lavoro, ma che ogni tanto lascia perplessi (voliamo bassi) per alcune sentenze, è bello vedere un luogo deputato ad essa reinventato dagli artisti.
Questa è l’opera permanente, realizzata dal duo torinese Botto e Bruno, che il 27 marzo sarà ufficialmente inaugurata presso la nuova Cittadella della Giustizia di Venezia. È una fotografia lunga circa 24 metri per 2 e mezzo d’altezza. Un landscape ottenuto mettendo insieme immagini di edifici diversi, anche lontani tra loro, mediante il collage. E qui e là, e alla fine molto presente, spunta la natura: cespugli, arbusti, radici. Che gli artisti vedono come un gesto di ribellione, un momento vitale, rispetto alle violenze inflitte sul paesaggio.
Quasi una metafora per un Paese che si autoinfligge violenze che molto hanno a che fare con la giustizia e l’ingiustizia e verso le quali, magari, c’è un principio vitale, una radice sotterranea ma robusta, capace di reagire. E alla fine ad avere la meglio.














