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Los Angeles è un archivio. Di paesaggi, di arte, di contraddizioni, e di immagini. La megalopoli della West Coast ha trovato in Sean Maung un nuovo poeta, che con la sua macchina fotografica ha “scritto” All Knowing, una lettera d’amore per gli abitanti più “borderline” della sua città.
Al diavolo stelle del cinema e quartieri raffinati, qui si passa dalle feste di Venice – la povera e un po’ inquietante area che dà il nome alla spiaggia – alle camere da letto delle cam-girls, dai “gangsters” agli anziani indigenti che devono tentare di prendersi cura di se stessi, fino ai Paisa bar a East Hollywood.
Ma per All Knowing Maung ha anche montato uno studio fotografico improvvisato agli angoli delle strade dei quartieri di Crenshaw o su Slauson Avenue, decisamente poco rassicuranti, o sul più fighetto Beverly Boulevard, e a Santa Monica, invitando tutti coloro che catturavano la sua attenzione a posare per un ritratto: un modo come un altro per dimostrare l’amore per l’umanità, e il sapore, che compongono questa folle città.


















