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Sono gli stivali di Frida Khalo, quello di destra con un tacco più alto per tenersi in piedi dritta, o quasi. Basterebbe questo paia di stivaletti per raccontare il tipo di donna che è stata Frida: rosa e rossi, sfrangiati e consumati, nonostante ci potesse camminare poco o niente. Ma la storia di queste calzature è più lunga e vale la pena conoscerla.
Frida muore nel 1954, un anno prima le è amputata una gamba e lei disegna una protesi che è un’opera d’arte. Quando muore, il marito Diego Rivera chiude la protesi, gli stivaletti, i suoi vestiti che, come osservano alcuni critici, si fanno più elaborati man mano che il suo corpo si deteriora e perde pezzi, in un ripostiglio nella loro casa a Città del Messico. Stabilendo che niente verrà tirato fuori prima di 15 anni. Di anni, in realtà, ne passano molti di più. Il guardaroba di Frida esce dal buio dello stanzino solo nel 2004. Ed eccolo qui, dagli occhiali che sembrano quelli con cui Lolita nella versione di Stanley Kubrick guarda il vecchio Humbert a un consunto costume da bagno.

















