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Somiglia alla leggenda dell’Araba fenice, l’ultimo e più incisivo murales dedicato a Pier Paolo Pasolini e realizzato da un artista rimasto anonimo. È stato ribattezzato La Pietà del 21° secolo, perché la figura in piedi, con il volto ben riconoscibile di PPP, porta in braccio Pasolini ucciso, con il volto stravolto dalla violenza dell’omicidio. A fine maggio è spuntato in varie parti del centro di Roma, prima a sant’Eustachio, poi a Trastevere e infine a piazza Mastai. Ma ha avuto vita breve. È stato offeso in vario modo, imbrattato con i soliti, banalissimi baffi sul volto di PPP in piedi, poi con segnacci e alla fine sfregiato nel modo più cinico, cancellando la faccia dello scrittore.
La cosa ha fatto scandalo ed è rimbalzata addirittura su giornali e siti stranieri dove si è parlato (Hyperallergic) di “Pasolini ucciso due volte”. Ma il murales rinasce. E ricompare più caparbio, più resiliente di prima.
È una vera e propria sfida con chi vuole cancellare l’immagine di uno degli ultimi grandi intellettuali italiani. L’ultimo avvistamento è di due sere fa in una stradina che parte proprio dalla piazza con la Fontana delle Tartarughe, a pochi metri dove il murales, comparso sulla piazza, ha subito lo sfregio più pesante. Chissà quanto durerà. Ma c’è da scommettere che Pier Paolo Pasolini con in braccio se stesso comparirà ancora.















