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I cavalli veri di Kounellis, il mongoloide di De Dominicis, l’ebrea di Mauri, gli immigrati di Sierra e ora i mendicanti di Anders Carlsson, direttore dell’Institutet, gruppo artistico e teatrale svedese con sede a Malmӧ e a Berlino. Persone e animali in carne ed ossa hanno fatto più volte irruzione nella scena dell’arte. E ogni volta, per motivi diversi, la posta in gioco era alta. Ciò che è accaduto a Malmӧ lo conferma. Per la sua mostra “Un paio di guanti di gomma chiamato tolleranza”, Carlsonn ha ingaggiato due ragazzi rumeni, Luca e Marcella, che mendicavano sulla strada. In cambio di un compenso, più alto di quello che raccattano per strada, dalle 13 alle 15 Luca e Marcella stanno seduti nella Art Gallery di Malmӧ , vuota e con solo un cartello che dice “Oggi non siete obbligati a dare denaro”.
«Accattonaggio e povertà sono diventati sempre più visibili nelle strade svedesi. Sembra più facile tollerare la povertà quando non la incontriamo fuori del nostro negozio di alimentari», spiega Carlsson. «Il primo passo è togliere i guanti di gomma che chiamiamo tolleranza, ed entrare in contatto con quello che vorremmo evitare». L’arte, insomma, ignuda la mano. Per poi fare cosa, sta a noi deciderlo.

















