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Oggi la pubblicità è soprattutto friendly. Guai a parlare male di donne, gay o neri. E guai a non essere ironica, e poi è suadente e raramente aggressiva.
Ma guardate un po’ che messaggi mandava anni fa, quando evidentemente gli stereotipi erano coriacei e trasversalmente diffusi. Roba da vergognarsi. Con il “negretto” sbiancato a forza di pennellate per convincere della bontà di un prodotto che cancella il nero, le sigarette che non fanno per niente male, quattro uomini che scelgono una certa camicia per vestire bene, mentre il busto di un quinto è coperto solo di tatuaggi. Per finire con una pistola piazzata nel letto di una bimba tanto è sicura e la più disgustosamente scorretta: la pubblicità dell’ accessorio di un phon “che è fun anche se non ne hai bisogno”. E perché non ne hai bisogno? Perché dopo la chemioterapia i capelli non ce l’hai. Amen












