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Vestiti, sono persone qualunque. Ma se da qualche parte, su un polso o sul collo, sbuca un arabesco colorato, è il segnale che qualcosa di strano c’è. Se si spogliano, come hanno accettato di fare in questi scatti del fotografo inglese Alan Powdrill, rivelano un mondo. L’intero corpo trasformato in un quadro, in una parete affrescata, in un disegno aggrovigliato, carico di simboli e di narratività, che comincia da una parte e non si bene dove finisca.
A cambiare la propria pelle non sono solo i giovani e i ribelli, ma tutti. Senza distinzioni di sesso, età, formazione e forma di vita. Il tatuaggio è ormai uno strumento di comunicazione del sé virale e trasversale. E forse, guardando queste immagini, una nuova forma d’arte.
Dall’11 novembre i ritratti di Prowdill sono esposti presso lo spazio Mother di Londra.
















