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Guardatele: piccole, fiere, soprattutto sorridenti, quasi felici. Sono le skategirl di Kabul, ragazzine dai 5 ai 16 anni che, in quella città sinonimo di conflitti e dove alle femmine è proibito addirittura andare in bicicletta, volano invece sulla tavola. Con il loro piccolo chador, ancora colorato perché, secondo la sharia che l’Isis vorrebbe portare anche da noi, la ragazza comincia a indossare il chador nero quando ha le mestruazioni e lo tiene fino a che avrà la menopausa. A quel punto può riprendere i colori perché tanto non conta più niente (semmai ha contato qualcosa prima) in quanto non più fertile, e non più pericolosa.
A ritrarre queste fanciulle in fiore e in skateboard è la fotografa inglese Jessica Fulford-Dobson che, dopo aver visto il documentario Skateistan: To live and Skate Kabul (2010) che raccontava di questo svago praticato dalla popolazione più giovane della città, ha deciso di partire per Kabul girandone le periferie in cerca di ragazzi che praticano lo skate. Ne ha trovati molti, e molti di queste sono ragazze.
Fino al 28 aprile le sue foto sono in mostra alla Saatchi gallery di Londra.



















