-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- Mibact
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il giardino di Derek Jarman
Fotografia
Il giardino di Derek Jarman, edito da nottetempo, ci spinge in un luogo piuttosto remoto. Difficile, arido, sottoposto ai feroci venti dell’est, Dungeness si trova sulla costa inglese del Kent, isolata. Derek Jarman vi arriva a metà degli anni ’80, colpito da un aspetto desolato che solo i luoghi difficili acquisiscono; un cartello con su scritto “Vendita” segna l’inizio di una storia che non poteva che essere raccontata in prima persona. Il giardino di Derek Jarman è l’ultimo libro scritto dall’artista, il racconto della nascita e delle metamorfosi di un giardino che ha guardato al paradiso, finendo per diventarlo per il suo stesso artefice.
Oltre 150 immagini, accompagnate dalle parole di Derek Jarman, raccontano di una creazione unica, catturata dal fotografo Howard Sooley a partire dal 1991, ma che ha inizio nel 1986, giungendo fino al 1994, ultimo anno di vita dell’artefice. Con alle spalle la centrale nucleare, a Dungeness ha preso vita un giardino divenuto metafora della vita dell’uomo che l’ha plasmato. Limate, sottoposte ai venti, continuamente in balia del percorso naturale di rinsecchimento, morte, rinascita, fioritura, le piante di questo giardino hanno accompagnato il percorso della malattia del loro incantatore. I gesti di Derek, pazienti come quelli di ogni giardiniere, hanno finito per creare il suo memoriale.
Pietre, conchiglie, selci, detriti di legno reperiti dalla spiaggia: il giardino di Derek Jarman si nutre del mare, e grazie al mare e ai suoi venti perisce, e con difficoltà ogni volta rinasce. La spiaggia di Dungeness, la più grande conformazione di ciottoli del pianeta, ha nutrito uno spazio tutto personale, ma dalle lunghe radici, proprio come quelle della Crambe maritima, la pianta più diffusa in questi luoghi perché è “troppo dura”, davanti alla quale “perfino i bruchi si arrendono”; le sue radici, lunghe almeno sei metri, si annidano in profondità nei ciottoli, rinascendo continuamente.





mostre ed eventi

Uros Gorgone
Federico Pazzagli
Direttore Responsabile:
Matteo Bergamini
Direttore Editoriale:
Cesare Biasini Selvaggi
Direttore Commerciale:
Federico Pazzagli
f.pazzagli@exibart.com
Fax: 06/89280543
Pietro Guglielmino
Adriana Proietti
Art Director:
Uros Gorgone
Progetti speciali:
Daniele Perra
Redazione:
Mario Francesco Simeone
Nicoletta Graziano
Silvia Conta
Yasmin Riyahi
Erica Roccella
Collaboratori

P.IVA: 11600801002


Si è verificato un errore durante la registrazione. Ricarica la pagina e riprova.
Grazie per la tua iscrizione.
Riceverai ogni giorno le ultime notizie nel mondo dell'arte, del cinema, della moda e della cultura.
scopri ogni giorno le ultime notizie
nel mondo dell'arte, del cinema,
della moda e della cultura.
Inserisci la tua email e premi iscriviti.
Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nelle impostazioni.

Panoramica privacy
Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
Cookie strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Cookie Policy
Ulteriori informazioni sulla nostra Cookie Policy
Giardino ..una grande metafora , coltivare un giardino per me significa dare vita al nostro giardino interiore, spirituale
è proprio vero, Sonia