16 settembre 2020

La storia di Rose Dugdale, “la donna che rubò Vermeer”, in un nuovo libro

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L'investigatore Anthony M. Amore ha pubblicato un libro in cui si ricostruisce la storia di Rose Dugdale, la donna che rubò la Suonatrice di Vermeer, dalle origini aristocratiche alla militanza nell'IRA

Rose Dugdale

Anthony M. Amore, direttore della sicurezza e capo investigatore presso l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, nel suo nuovo libro, The Woman Who Stole Vermeer, ci racconta come la storia dell’ex ereditiera britannica Rose Dugdale, membro dell’IRA – Irish Republican Army, si intrecci con uno dei furti d’arte più misteriosi e famigerati della storia contemporanea, trovando finalmente una possibile soluzione.

Nel 1974, nella Kenwood House londinese irruppero alcuni ladri, rubando la Suonatrice di Chitarra (1672) di Johannes Vermeer insieme alla sua cornice che, a differenza della tela, venne ritrovata ben presto, poco lontano dal luogo del crimine. Le teorie di un movente furono le più fantasiose, tra cui l’ipotesi che il furto fosse stato commissionato da un acquirente interessato oppure che il quadro rappresentasse l’asso nella manica per una richiesta di riscatto. Ben presto questa seconda teoria sembrò rivelarsi la più probabile in seguito alle numerose telefonate anonime alla polizia richiedenti ingenti somme di denaro in cambio della restituzione del dipinto.

Tuttavia, fu una particolare richiesta di riscatto a catturare l’attenzione della polizia, oltre che di Anthony Amore, e a far suscitare i sospetti del coinvolgimento dell’IRA e di Rose Dugdale nel crimine: la richiesta anonima di trasferimento in una prigione dell’Irlanda del Nord di alcune militanti dell’IRA. Tre mesi dopo, il quadro venne ritrovato in buone condizioni in un cimitero londinese, grazie a una soffiata anonima ma il furto sarebbe rimasto irrisolto.

La Suonatrice di chitarra, attualmente conservat alla Kenwood House, nel quartiere londinese di Hampstead, è considerata una delle opere più felici di Vermeer, sia per quanto riguarda la composizione, che per la raffinatezza luministica. Eppure, il 1672 non fu un anno semplice per il grande artista, colpito da gravi ristrettezze economiche, e nemmeno per i Paesi Bassi, allora riuniti con il nome di Repubblica delle Sette Province, attaccati da Francia, Inghilterra e Germania contemporaneamente. Il 1672, infatti, è conosciuto in Olanda con il nome di rampjaar, cioè anno disastroso. Gravato da debiti sempre più pesanti, come ricorda la stessa moglie, Vermeer sarebbe morto pochi anni dopo, nel 1675.

Amore, nel suo nuovo libro, ci accompagna attraverso la storia di Dugdale, partendo dalle sue origini altolocate, dall’eccellente educazione nel Devonshire, dal debutto in società di fronte a Elisabetta II fino ai tumultuosi anni universitari, che la portarono a un cambio di vita radicale e a diventare membro molto attivo all’interno dell’organizzazione dell’IRA, in seguito ai brutali eventi del Bloody Sunday, del 1972.

In particolare, The Woman Who Stole Vermeer, in uscita il prossimo novembre, traccia il passato di Rose come ladra d’arte. Se già in gioventù, infatti, Dugdale rubò alcuni quadri di famiglia per finanziare l’IRA, appena due mesi dopo il furto della Suonatrice di Chitarra, Dugdale irruppe nella Russborough House irlandese insieme a tre complici per rubare ben 19 dipinti, tra cui opere di Goya e Rubens, oltre alla Donna che scrive una lettera alla presenza della domestica (c. 1670), ancora di Vermeer. Amore descrive con vivida realtà i dettagli della cattura e del processo di Rose Dugdale, donna idealista e convinta rivoluzionaria, personaggio colto e sfaccettato la cui storia ci affascinerà inevitabilmente.

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