19 ottobre 2005

libri_saggi Castello di Rivoli. 20 anni d’arte contemporanea (skira 2005)

 
Per il ventennale del primo museo d’arte contemporanea italiano, un importante volume edito da Skira ne ripercorre minuziosamente la storia. Oltre 100 mostre temporanee, l’equilibrio fra locale e globale, le partnership con le maggiori istituzioni mondiali, il ruolo di traino svolto per Torino e non solo. Fotografia di una realtà d’eccellenza...

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La recente mostra di Mario Merz, inaugurata in occasione dell’apertura della Fondazione a lui dedicata, ha visto la collaborazione del Castello di Rivoli, della stessa Fondazione Merz e della Gam torinese. Una sinergia da tempo auspicata, che nei prossimi mesi si espliciterà in maniera ancor più esplicita in occasione di T1, la “Torino Triennale Tremusei”, che coinvolgerà anche la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Per tornare al Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, i freddi numeri forniscono un qualche ragguaglio: oltre 100 temporanee, innumerevoli eventi collaterali, altrettanti cataloghi, iniziative all’estero, una collezione notevole, un reparto di studio costituito da biblioteca, videoteca e archivio che conta decine di migliaia di pezzi. Il tutto oggi raccolto, raccontato e soprattutto mostrato in un prezioso volume edito da Skira, che da qualche tempo pubblica i principali cataloghi del Museo.
Correva l’anno 1984, precisamente il 18 dicembre, quando fu inaugurata “Ouverture” (bissata tre anni dopo), curata dall’allora direttore Rudi Fuchs. Ideata come “modello per una collezione” , coinvolgeva artisti viventi che interagivano con le sale barocche del Castello e costituì la base della collezione del neonato Museo. Collezione che ha almeno due nuclei centrali insuperabili, dedicati all’Arte povera e alla Transavanguardia (quest’ultima celebrata dalla mostra omonima del 2003 e recentemente in trasferta provenzale).
Il 1985 testimonia già dell’interdisciplinarietà fortemente voluta dal Castello, con la cura di Germano Celant della personale di Frank O. Gehry. Nel 1991 sarà la volta di una grande collettiva dedicata alla fotografia, “Sguardo di Medusa”, e nel 2000 di un tributo all’opera di Merce Cunningham. Uno spazio importante è anche dedicato, da molti punti di vista in modo inedito, alla pubblicità. Dapprima con la personale di Armando Testa, poi con le due mostre finora realizzate dal Museo della pubblicità, diretto da Ugo Volli, al quale la pubblicazione riserva uno spazio speciale in chiusura con un breve intervento dello stesso Volli.
Quanto agli spazi del Castello, la parte esterna è stata la sede per spettacolari performance, qui ricordate puntualmente da alcune fotografie che in qualche caso sono già “storiche”. Nel 1989, James Lee Byars fa ardere per tutta la notte La copertina del libro sulla storia del Castello di Rivoli, edizioni Skira una sfera di arbusti indossando uno sfavillante abito dorato. Assai meno spettacolare l’intervento nel 1995 di Max Neuhaus, che arricchisce la collezione con un’opera di sound art deliziosamente discreta. Ma l’epoca delle performance conosce un nuovo lustro in anni recenti, con VB52 (2003) di Vanessa Beecroft e con Float (Struttura sospesa per processione) (2004) di Pierre Huyghe.
Restando nel nuovo millennio, oltre al già ricordato tributo a Mario Merz (che aveva allestito una personale al Castello già nel 1990), alcune personali che resteranno negli annali dell’arte contemporanea, da William Kentridge a Franz Kline, a testimonianza in quest’ultimo caso di come il Castello riesca a ottenere prestiti di rilievo internazionale da istituzioni che sono assai parche nel lasciare la presa sulle loro opere. Sul fronte delle collettive, vanno rammentate alcune mostre di particolare rilievo internazionale: nel 1992 la storica rassegna “Post Human” curata da Jeffrey Deitch, che tornerà una decina di anni dopo con l’altrettanto celebre “Form Follows Fiction”; ma nulla ha da invidiare una panoramica come “The Moderns”, curata da Carolyn Christov-Bakargiev.
Il Castello è sempre stato attento anche alla dimensione locale, mettendo in luce il ruolo di Torino nell’ambito dell’arte mondiale. Oltre a personali dedicate ad artisti che di Torino hanno fatto il loro centro propulsore, alcune collettive hanno sottolineato proprio il ruolo svolto dal capoluogo torinese. Con “Un’avventura internazionale. Torino e le arti 1950-1970” (1993) si spaziava dall’arte al cinema, dall’architettura al teatro passando per la musica e la fotografia; mentre “Collezionismo a Torino. Le opere di sei collezionisti d’arte contemporanea” (1996) celebrava il basilare apporto del collezionismo nel sistema dell’arte contemporanea. La dimensione locale non ha impedito che si sviluppassero interessanti collaborazioni con istituzioni estere. Così, nel 1996 vengono presentate le “Collezioni di Francia. Le opere dei Fondi Regionali d’Arte Contemporanea”, mentre a cavallo fra il 1997 e il 1998 è la volta di una selezione dal Whitney Museum; e per scansare i favoritismi, pochi mesi dopo viene inaugurata “Sunshine & Noir”, dedicata all’arte losangelina fra 1960 e 1997.
Sul crinale del terzo millennio, nel 1999, viene aperta al pubblico la restaurata Manica Lunga del museo. Il primo a esporre le sue opere nel nuovo spazio è Helmut Newton. Poi verranno molte altre temporanee, mentre l’edificio originario ospita la collezione e spesso riserva parte della propria metratura a rassegne dedicate alle nuove generazioni (da ultimo, Yang Fudong).
Il voluminoso tomo edito da Skira racconta tutto ciò con dovizia di particolari, moltissime immagini –scarseggiano soltanto quelle dedicate agli spazi, ma è un peccato veniale– e sintetici testi, firmati anche da giovani curatori e critici che si sono formati al suo interno, da Luigi Fassi a Karin Gavassa. Con la speranza di attendere solo altri dieci anni per vedere il secondo volume di questo percorso entusiasmante. E nel frattempo ci si può consolare con un volume altrettanto interessante, dedicato alla collezione video del Castello.

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marco enrico giacomelli


Ida Gianelli (a cura di; in collaborazione con Marcella Beccaria e Chiara Oliveri Bertola) – Castello di Rivoli. 20 anni d’arte contemporanea
Skira, Milano, 2005
ISBN 88-7624-220-1
Pagg. 504, illustrazioni a colori e in b/n
€ 70,00
Ufficio stampa Skira: Mara Vitali Comunicazione – Lucia Crespi – arte@mavico.it

Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (Torino)
Info: tel. +39 0119565222; fax +39 0119565230; info@castellodirivoli.org; www.castellodirivoli.org


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