16 dicembre 2004

libri_saggi Maniera moderna e Manierismo (feltrinelli, 2004)

 
Un’interessante interpretazione del Manierismo. Punto di partenza le Vite del Vasari. Nodo della questione la resa del reale. Tra un Leonardo avanguardista “sfacciato” e quelli che si oppongono. Ovvero il manierismo come reazione alla modernità…

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In principio era Vasari. Ancora una volta le celebri Vite dell’aretino Giorgio Vasari sono il riferimento d’obbligo per un testo che si occupa di arte del XV e del XVI secolo. L’interpretazione del manierismo proposta da Barilli parte infatti dalle “tre maniere” teorizzate da Vasari.
Nelle Vite egli parla di un “ciclo rinascimentale” che inizia con l’abbandono dell’astratta linearità d’origine bizantina in favore di una maggiore naturalezza. Un processo continuo che comincia con Giotto e conduce fino a Michelangelo, all’interno del quale l’aretino distingue tre successive “maniere”. Solo la terza maniera – l’età di Michelangelo e di Raffaello – è per Vasari davvero “moderna”.
Questa “maniera moderna” è al centro dell’indagine svolta da Barilli e l’autore ne riassume le caratteristiche. Tra la seconda maniera (quella di Botticelli e Perugino) e la terza Vasari ammette, pur nella continuità, l’esistenza di un punto di rottura: Leonardo da Vinci. Leonardo è il primo dei “moderni”, trasforma la prospettiva lineare di Leon Battista Alberti in prospettiva aerea, allontana all’infinito il punto di fuga, sfuma i contorni nell’atmosfera.
Vasari precisa gli aspetti della modernità di Leonardo, Barilli ne analizza le conseguenze. La lontananza infinita concessa dalla prospettiva aerea fa si che l’uomo possa disperdersi nel cosmo, da una concezione antropocentrica l’arte si avvia a diventare cosmocentrica; “la presenza umana…… non domina più lasciando che con maggior forza e più vasto abbandono parlino le forze della natura”. I personaggi di un dipinto non più costretti a tenere un rapporto con lo spettatore si muovono con disinvoltura e libertà. Ora che la scena è la “ribalta mondana…. dove i fenomeni meteorologici la fanno da padrone” l’oscurità e le tenebre prendono progressivamente il posto della luce del sole.
Il manierismo nasce come reazione a questo “sfacciato naturalismo leonardesco”, caratterizzato da “atmosferismo e scioltezza della rappresentazione”. E’ “una protesta… in nome dei valori perduti di una corporalità ieratica e maestosa o comunque accurata, non disposta a disperdersi in movenze casuali”.
Questa dunque la novità proposta da Barilli. Essere manieristi non significa essere anti-rinascimentali né tanto meno anti-classici, ma solo anti-moderni. I manieristi insorgono contro la “maniera moderna” vasariana rappresentata dalla triade Leonardo-Michelangelo-Raffaello e da pochi altri (Giorgione, per esempio), che con il loro genio sono sorprendentemente in anticipo rispetto ai contemporanei. Tanto che, prosegue Barilli, perché quella modernità possa affermarsi pienamente sarà necessario attendere la fine del Cinquecento e l’avvento del Barocco.
Se i manieristi sono anti-moderni, la diffusione del manierismo è limitata al triangolo Firenze-Roma-Venezia che furono al centro della svolta avviata da Leonardo; dove non si è avuta “una modernità di impronta leonardesca….. non si è sviluppata una reazione manierista”.
All’interno di questa cornice concettuale Barilli inserisce piccole monografie – molto interessante, tra le altre, quella dedicata a Lorenzo Lotto – e confronti tra artisti “moderni” e manieristi (Correggio e Parmigianino; Tiziano e Tintoretto). Non mancano una quantità di osservazioni: Michelangelo (per esempio) ha una posizione “ambigua”, decisamente moderno per la sua capacità di dare movimento ai corpi; anti-moderno per il rifiuto della resa atmosferica, per l’importanza data al disegno e alla linea di contorno, e non ultimo per il ruolo del colore. Qualche riferimento all’arte contemporanea e in chiusura un capitolo sull’architettura ricco di spunti.

antonella bicci


Renato Barilli – Maniera moderna e Manierismo
Feltrinelli, Milano, 2004. Collana Campi del sapere
ISBN 88-07-10363-X
Pagg. 301; illustrazioni in bianco e nero
Euro 30


[exibart]


5 Commenti

  1. Barilli continua imperterrito nella sua mania classificatoria e semplicistica da manuale di storia dell’arte per i licei.
    Che il soggetto umano perda importanza in Leonardo a favore del moto centripeto dei fenomeni atmosferici è una tesi che ha ovviamente qualcosa di fondato ma certo non sufficente a descrivere la realtà delle opere, dove il soggetto umano , in Leonardo e pure in quasi tutti gli artisti fino a fine 800, ci sembra invece assai importante in ogni caso.
    Forse Barilli si riferisce ai disegni di temporali ecc. che comunque non bastano
    a fare da emblema di tutta un’opera,
    inevitabilmente complessa a meno che non si voglia a tutti i costi trovare conferme a tesi aprioristiche.
    Manca solo che Barilli trovi nella pittura atmosferica del “moderno” Leonardo i
    prodromi della successiva “moderna” rivoluzione dell’elettromagnetismo annessi e connessi per ritrovarci per l’ennesima volta di fronte all’abusato pistolotto.
    Manca solo anche l’ennesimo riferimento ai corsi e ricorsi della storia, magari tra forma chiusa e aperta,tra avanguardia e conservazione per farci sperare in analisi finalmente un pò più raffinate che resuscitino una saggistica d’arte a indirizzo
    culturologico qui ridotta ai minimi termini.
    Forse manca anche un pò d’amore x il soggetto…..

  2. Davvero? fammi allora un elenco di nomi!
    inoltre ti invito a leggere bene:
    “…è una tesi che ha ovviamente qualcosa di fondato ma certo non sufficente a descrivere la realtà delle opere, dove il soggetto umano , in Leonardo e pure in quasi tutti gli artisti fino a fine 800, ci sembra invece assai importante in ogni caso.Forse Barilli si riferisce ai disegni di temporali ecc. che comunque non bastano
    a fare da emblema di tutta un’opera,
    inevitabilmente complessa…”
    Quello che voglio dire è che quindi le opere non possono essere riassunte da punti di vista così sommari, ci vuole un corpo a corpo ben più coinvolgente, un’interpretazione ben più articolata che consideri una massa di “ingredienti” ben più allargata! gli artisti non sono mica le figurine Panini!
    E poi questa storia del Manierismo e della linea di contorno che non sarebbero “moderni”
    (ma secondo chi? secondo Vasari? Ma chi era Vasari ? un moderno? o un manierista? e la sua terminologia va adottata così com’é?) mentre sfumato e Leonardo lo sarebbero ….
    questo semplicismo porta a tesi discutibilissime che potrebbero essere ribaltate nel loro opposto: il Manierismo è moderno proprio perché l’esattezza del contorno e del disegno richiamano l’esattezza matematica delle scienze a venire, Galileo e company ad esempio ,mentre Leonardo è attardato ad una visione ancora antropomorfa della natura come qualcosa in cui ci si può empaticamente
    fondere saltando tutte le astrazioni.
    ( e vorrei farti notare che x Barilli , essendo un burocrate dell’interpretazione) tutta questa parte emotiva e sentimentale dell’arte di Leonardo non è importante a quanto pare
    e in questo ti invito ad andare a guardarti le opere dal vero, potresti imparare di più che ad immaginarti immaginarie concordanze
    tra studiosi e critici che hai mal studiato.
    Inoltre i paradossi e l’indeterminismo
    nella scienza contemporanea nascono da un affinamento della precisione piuttosto che dall’aconcettualismo pseudo-Zen
    di certa saggistica divulgativa.
    Invece di Barilli leggiti Valery, Musil, Godel, Wittgenstein,Kuhn, Lakatos, Popper ,Feyerabend, ecc. ecc.

  3. Apprezzo la tua vis polemica ma francamente ho poco tempo per affrontare una disquisizione approfondita via internet. Ho solo inteso difendere d’istinto un amico che intellettualmente stimo molto.

  4. Immediata aggiunta al commento precedente. Ho riletto meglio l’ultima parte del tuo intervento. Non devi permetterti di formulare giudizi quando non conosci il tuo interlocutore e, quanto a consigliarmi chi leggere ti ringrazio, ma nella mia vita ho sempre scelto da solo…

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